Trasparenza: la vocazione tardiva dell’assessore Bettollini

trasparenzadi Giorgio Cioncoloni

L’ufficio Propaganda del Comune di Chiusi ha diffuso un comunicato dal titolo “Chiusi: Comune casa trasparente” in cui illustra una nuova modalità di gestione informatica degli atti tramite un software che consente l’accesso diretto agli stessi e permette di visualizzare gli allegati e i pareri dei responsabili.

Questa notizia ci soddisfa perché è in linea con quanto abbiamo cercato di portare avanti in questi anni di impegno in Consiglio Comunale e nel risultato ci ritroviamo anche un po’ di merito nostro.

Quello che ci stupisce, come al solito, è la dichiarazione dell’assessore al bilancio e finanze: “Noi abbiamo sempre visto il Comune come la casa del cittadino e questa novità organizzativa ne è una ulteriore conferma”.

Ci stupisce soprattutto la memoria corta dei nostri amministratori perché noi, e chi ci ha seguito, sappiamo bene quanto abbiamo dovuto lottare per fare approvare delle misure minime di trasparenza come la messa a disposizione in tempi ragionevoli dei documenti ai consiglieri, la registrazione dei consigli, la pubblicazione on-line delle delibere correnti e di quelle storiche, argomenti che hanno trovato sempre ostile la maggioranza tanto che in un caso abbiamo dovuto far intervenire perfino il difensore civico e il prefetto.

L’assessore Bettollini poi, paladino della trasparenza, fu quello, se non ricordiamo male, che cacciò dalla segreteria un cittadino che stava consultando un atto per il quale aveva ricevuto regolare autorizzazione.

La memoria può e deve essere una delle armi con cui combattere l’arroganza di chi, invece, conta sulla dimenticanza per percorrere le proprie fortune politiche.

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4 risposte a Trasparenza: la vocazione tardiva dell’assessore Bettollini

  1. pscattoni scrive:

    Forse si poteva gestire meglio la presenza di ben tre consiglieri per la trasparenza e non solo per l’accesso agli atti. Per quello riconosco volentieri che la lista Primavera ha svolto un ruolo positivo. Magari si può dissentire sulla forza posta nelle loro richieste, ma si sa, ognuno ha il suo carattere e questo poi si riflette nelle modalità di azione.
    Quello che a me invece sembra una carenza sistematica è la disattenzione sulle conseguenze. Faccio qualche esempio. Per l’affitto del palazzo delle Logge si disse che avrebbe portato 51 nuove famiglie a Chiusi. Ci sono state davvero? Qualcuno sa quante persone lavorano in quel complesso? Il famoso centro logistico. Sono state impiegate notevoli risorse, il risultato è conforme al progetto originario? Dell’uso dell’ex centro carni si sa di preciso cosa succederà? Il regolamento urbanistico è ancora al palo. La valutazione ambientale strategica dovrebbe iniziare con processi partecipativi. Non mi pare ci siano stati. Perché?
    Se per trasparenza si intende quindi non soltanto un facile accesso agli atti (sicuramente importante) ma anche e soprattutto la “tracciabilità” del processo decisionale, allora siamo davvero lontani.

  2. Rileggere con attenzione il post linkato da Paolo Scattoni fa venire un po’ di nostalgia sia per il suo contenuto che, soprattutto, per i 18 commenti che dimostrano l’interesse che l’operato di questa scriteriata amministrazione suscitava.
    Oltre alla nostalgia suscita rammarico per non aver saputo mantenere quell’interesse.
    So solo che ci abbiamo provato e ci stiamo ancora provando ma ci sentiamo come penso che si sentissero gli ultimi giapponesi che, rintanati nella jungla, continuavano a lottare e non si volevano arrendere al fatto che la guerra era finita.

  3. Mi ricordano che il cittadino che fu cacciato mentre consultava un atto era Paolo Scattoni. E’ vero?

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