Intervento di P.Scattoni all’assemblea di Circolo PD di Chiusi Scalo 8/10/2020

L’identificazione dell’azione del partito con l’operato dell’amministrazione comunale.

La perdita di credibilità

La valutazione dell’amministrazione Bettollini deve necessariamente fare riferimento non soltanto agli ultimi cinque anni, bensì agli ultimo dieci. Infatti l’impostazione deve considerare il periodo iniziato con il sindaco Scaramelli con Bettollini assessore al bilancio poi proseguito con un anno in cui è stato pro-sindaco e quindi il periodo di questa consigliatura.

Per tutto il decennio il PD di Chiusi è stato caratterizzato da una sorta di sbornia da renzismo. Una tendenza che è durata anche dopo la clamorosa sconfitta al referendum del 2016. Ricordo che per le elezioni del segretario provinciale Valenti in questo crcolo raccolse pochissimi voti (meno di dieci).

La partecipazione è stata di facciata con una identificazione del partito con l’opera dell’amministrazione.

Purtroppo questo atteggiamento ha progressivamente eroso la credibilità del partito.

Dei problemi che il PD non è riuscito ad elaborare una linea autonoma rispetto alle decisioni dell’Amministrazione. Un appiattimento che non ha certo giovato allo sviluppo della vita politica locale.

Il mancato riconoscimento del declino

È stata una grave mancanza. La propaganda del sindaco ha coperto questo che doveva essere un elemento da riconoscere per poter impostare una politica per una ripartenza.

La crisi demografica

A questo proposito sono i numeri a parlare. Negli ultimi cinque anni la popolazione del nostro comune è calata di oltre 400 unità e cioè del 5%. È stato un processo che ha caratterizzato anche altri comuni della zona. Non si è compreso, però, che questo calo era un segnale della distanza crescente di queste zone rispetto alle aree più sviluppate (p.e. le aree metropolitane di Firenze e Roma).

Sulla miopia della politica locale dell’Amministrazione e quindi del PD di Chiusi sono le previsioni della crescita di popolazione per il Piano Strutturale che nel 2012 era basato sulla propaganda del sindaco di allora Scaramelli. Oggi c’è una differenza di quasi 2000 abitanti fra la previsione e la consistenza attuale.

La trasformazione della composizione della popolazione

Se poi si fosse andati nel dettaglio dei dati demografici si sarebbe visto un evidente invecchiamento della popolazione con immediate conseguenze per i servizi, la scuola ad esempio, ma anche la crescente domanda di servizi per gli anziani.

Una nota speciale va fatta sulla popolazione straniera. Negli ultimi anni è progressivamente cresciuta sino a raggiungere i 1200 residenti. Se dunque sottraiamo questi residenti al totale arriviamo a circa 7.000 che è un livello che Chiusi aveva negli anni ‘30.

L’immigrazione non è un fenomeno di per sé negativo. Se ne deve prendere atto e avviare politiche adeguate, che non ci sono state.

Ambiente

È il settore dove c’è stato il maggiore distacco fra le politiche dell’Amministrazione e la popolazione. La vicenda dell’area dell’ex centro carni ha del paradossale e dove si è misurata la distanza fra l’amministrazione e la cittadinanza. Anche in questo caso il PD si è distinto per la sua assenza. Al momento non c’è ancora una posizione ufficiale del nostro partito sulla questione.

È stato faticoso per chi ha voluto seguire la vicenda e ha cercato di renderla leggibile per il pubblico.

È il caso più eclatante di negazione di trasparenza. In realtà si è trattato di un disegno studiato con tutta probabilità in dettaglio fra Regione e ACEA, dove il ruolo del sindaco doveva essere quello di garantire il consenso della popolazione.

La vicenda venne alla luce quasi per caso nel dicembre del 2017 quando la giunta approvò i risultati del bando di cessione dell’area. ACEA, unica a partecipare, ha accompagnato l’offerta con un documento programmatico dove era chiaro l’intento di fare dell’area con la realizzazione del carbonizzatore e in prospettiva altri impianti di trattamento di rifiuti.

L’inchiesta pubblica fu “concessa” dalla Regione, soltanto alla fine, e non all’inizio come logicamente necessario, alla fine della procedura VIA. La grande partecipazione e la presenza di esperti dei comitati ha determinato il “blocco” del progetto senza nessuna garanzia del di un definitivo accantonamento.

Solo successivamente si è scoperta l’esistenza di un “accordo per l’innovazione” sottoscritto da Ministero per lo Sviluppo Economico, Regione Toscana, SEI Toscana, ACEA e REA impianti. In quell’accordo del 16 settembre, a VIA ancora in corso e inchiesta pubblica non ancora iniziata si prevede fra gli atri impianti anche quello di Chiusi con impegni per milioni di euro.

ACEA ha anche acquistato da Bioecologia l’impianto di depurazione nella stessa area.

È un impianto che ha creato per alcuni anni disagio per la popolazione delle Biffe. Anche per questo oggi ci sono molti interrogativi perché è stata richiesta una VIA postuma perché quella precedente no era regolare. Anche su questo l’Amministrazione ha operato senza confrontarsi con la popolazione che sta soffrendo i danni dell’impianto.

Sempre in relazione all’ambiente di recente si sta attuando un trasferimento dell’impiantoCascina Pulita dalla campagna di Montallese alla zona delle Biffe nei capannoni ex Nigi. Un trasferimento che ha recentemente sollevato dubbio sui passaggi proprietà. Anche su questo però l’Amministrazione non ha adeguatamente provveduto a spiegare alla popolazione. Su Casina Pulita a suo tempo (2012) ci fu una resistenza a mostrare la documentazione e chi scrive fu costretto a rivolgersi al Difensore Civico della Regione.

Scuola

È superfluo sottolineare l’importanza della scuola nel nostro contesto. Poco o niente è stato fatto per valorizzare i nostri istituti scolastici soprattutto il nostro Istituto Valdichiana. Il sindaco è riuscito a deteriore i rapporti anche con quello. Nel marzo del 2019 ci fu un ampio dibattito sull’uscita infelice del sindaco che addossava ai docenti una presunta crisi dell’Istituto Valdichiana che non sarebbe stato, a suo avviso, tale da attirare studenti.

Lo stesso si può dire della diatriba creata intorno al problema dei trasporti degli studenti delle medie.

Si è persa una grande occasione di fare della formazione un punto di forza per il rilancio dell’economia locale.

Con investimenti minimi, come nel caso di Laboratorio Ambiente si sarebbe potuto puntare ad una formazione sulle tecnologie avanzate.

Cultura

La vicenda della Fondazione Orizzonti d’Arte è significativa. Per politica culturale si è considerata soltanto quella delle cosiddette arti performative (teatro, danza, musica, etc.). Su queste è stata impostata un’attività che ha portato a un deficit di oltre 200.000 euro e la minimizzazione delle attività ridotte ormai a poca cosa. Gli stanziamenti del Comune per la fondazione sono stati negli ultimi anni pari a 158.000 euro che vanno in gran parte per le spese di funzionamento. Soltanto gli stipendi del personale fisso ammontano a 65.000 euro all’anno e per due consulenze più di 20.000 euro.

Nel Documento Unico di Programmazione 2021-2023 non si è stati in grado di specificare la situazione al 2018-2019.

Quello che più impressiona è l’assenza di una politica culturale che esca dai canoni delle arti performative e dalla propaganda per un Festival Orizzonti ormai ridotto ai minimi termini. Un possibile campo è quello accennato sopra sulla cultura tecnologica.

Lavori pubblici

Si sta attualmente assistendo alla messa in cantieri di alcuni lavori pubblici. Difficile dire quale sarà la loro efficacia. Alcune scelte di lavori annunciati lasciano perplessi, in particolar modo quello del rifacimento di piazza Garibaldi a Chiusi Scalo che al momento non sembra la cosa più urgente da fare.

Purtroppo a Chiusi abbiamo assistito a opere del tutto inutili. Anche se il Comune abbia partecipato solo in parte al progetto “centro merci” abbiamo dovuto assistere allo spreco di risorse (2,5 milioni di euro, per la maggior parte fondi europei) per un’opera che per difetto di appropriata valutazione nella progettazione è risultata del tutto inutile e discutibile dal punto di vista paesaggistico-ambientale.

Quell’esperienza nulla ha insegnato nella vicenda del secondo palazzetto dello sport in località Pania.

Come noto la vicenda inizia nei primi anni duemila, quando con sommo sprezzo del ridicolo si mette mano alla costruzione di uno stadio per 5000 posti. Nulla allora valsero le critiche per un’opera sovradimensionata e di nessuna utilità. All’inizio del decennio Scaramelli-Bettollini si comprese che il progetto non reggeva. Si passò così alla trasformazione in corso d’opera nella trasformazione da Stadio a Palazzetto. Anche in questo caso a nulla sono valse le critiche all’operazione.

Le vicende sono abbastanza note. Alla fine della fiera si saranno spesi più di cinque milioni di euro per la maggior parte da finanziamenti comunali. Ci vuole poco a capire che anche questa opera risulterà inutile e si confida in Babbo Natale Brugnaro per la sua gestione che potrebbe pesare per almeno 70.000 euro all’anno.

Anche su questa vicenda, a parte una consultazione pubblica iniziale, non ci si è mai seriamente confrontati con la popolazione.

Proposte per la discussione

Non è questa la sede per le proposte, ma da un’analisi di quelli che sono stati i nodi non risolti del decennio Scaramelli Bettollini è già possibile individuare alcuni possibili direzioni per le proposte.

1) Garantire trasparenza e partecipazione attraverso strumenti e accorgimenti poco costosi (per esempio l’istituzione del question time);

2) Riconoscere e studiare il declino riconoscendo la necessità di politiche per gli anziani e la popolazione straniera;

3) Una politica che eviti la concentrazione di industrie di trattamento rifiuti come quella individuata per le Biffe. Per le esistenti verificare se siano state utilizzate le migliori tecnologie;

4) Rilancio dell’Istituto Valdichiana per la formazione tecnologica (FabLab e Junior Science Shop).

5) Incoraggiare forme di scienza di cittadinanza come la rete di rilevazione dell’inquinamento atmosferico coinvolgendo conoscenza esperta locale;

6) Chiusura della Fondazione Orizzonti e studio di una politica culturale sostenibili che non si limiti alle arti performative.

7) Opere pubbliche secondo una logica di miglioramento dell’esistente. Evitare sprechi come la ristrutturazione di Pza Garibaldi;

8) Priorità al miglioramento delle aree degradate;

9) Studio per un’eventuale recupero e gestione di centro merci e palazzetto;