Cioncoloni: sul Piano strutturale il dibattito c’è stato

di Giorgio Cioncoloni

Capisco che il giorno e l’ora in cui si è svolto il consiglio comunale, 12 agosto alle 16, sono più favorevoli alla pennichella che all’attenzione necessaria per ascoltare delle comunicazioni sul piano strutturale, ma il sindaco, intervenendo nel dibattito, che, facendo uno strappo al regolamento, e di questo bisogna dare atto, è stato consentito, ha detto molto di più che l’aver ricevuto un plico e gli interventi dei consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, sono stati più precisi e puntuali che non la semplice richiesta di una data che peraltro era stata chiaramente comunicata.

E’ vero che la comunicazione si è aperta con la notizia che il progettista ha inviato al comune, che l’ha protocollata in data 8 agosto, una bozza di relazione sulla base di quanto contenuto nella relazione programmatica che, tanto per ricordare, fu approvata nel primo consiglio comunale con il voto contrario della lista “La Primavera di Chiusi” e con l’astensione della lista Fiorini. Successivamente, però, è stato detto che, non appena tale bozza sarà stata verificata dalla maggioranza, sarà oggetto di una giornata di confronto pubblico da tenere presumibilmente nel mese di settembre.
Negli interventi dei consiglieri di opposizione, poi, è stato fatto notare, in sintesi, che:

– il programma del centro sinistra prevedeva un “consumo di suolo zero” e l’esclusione di ulteriori nuovi insediamenti produttivi e commerciali a Quercealpino; (Bologni)

– il concetto di sviluppo economico principalmente legato all’edilizia è ormai superato e che comunque, prima di prevedere nuovi consumi di territorio, sarebbe necessario fare anche una ricognizione sulle case vuote per capire quante potrebbero essere messe sul mercato per soddisfare la richiesta (Barni);

– sarebbe importante che i consiglieri e il sindaco leggessero con attenzione il quadro conoscitivo, approvato dal precedente consiglio, che: contiene una previsione di oltre 1.000.000 di mc. di completamento e di recupero urbanistico edilizio fermi dal 1974; evidenzia che negli ultimi 7 anni sono stati richiesti ed autorizzati solo 210.000 mc., di cui solo 30.000 di residenziale, e che quindi, sulla base di questo trend, le previsioni possono soddisfare la richiesta per molti anni ancora senza prevedere ulteriori zone di espansione; sottolinea che gli stessi relatori affermano che né il comparto residenziale né quello produttivo esprimono una richiesta tale da giustificare previsioni di nuovi spazi (Cioncoloni).

A queste osservazioni il sindaco ha risposto che: “il consumo di suolo zero” si riferisce solo al contenuto del futuro primo regolamento urbanistico, che dovrebbe avere una durata quinquennale e dovrebbe prevedere solo indirizzi di recupero dell’esistente, dopodiché, nei successivi, saranno senz’altro previste nuove espansioni residenziali per dare una risposta alla richiesta di mercato; a Quercealpino è prevista solo espansione turistico-ricettiva; non sarà prevista in nessun ambito espansione produttiva o commerciale perché già sufficientemente soddisfatta dalle aree dell’ex centro carni e del centro intermodale.

Una mia puntualizzazione sull’opportunità di fare una verifica sul milione di mc. ancora consentiti dal piano vigente per studiarne una eventuale ridistribuzione è stata ripresa dal consigliere Brilli che ha dichiarato che potrebbe essere un’opportunità da prendere in seria considerazione.
Detto tutto ciò mi sembra che quanto accaduto in consiglio sia qualcosa di più di una semplice comunicazione sulla ricezione di un plico e sulla sua data di protocollo.

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25 risposte a Cioncoloni: sul Piano strutturale il dibattito c’è stato

  1. pscattoni scrive:

    In effetti chiudere in quattro mesi, senza che nessunio sappia i contenuti del famoso “plico” e dopo che in 13 anni non si sia saputo niente sulle specifiche scelte, assomiglia molto a un blitz.
    Io credo, oltre che preparare la petizione, si debba mettere in cantiere un sito wiki in cui l’evoluzione delle decisioni sia monitorata da tutti e in maniera tale che tutti, purché non anonimi, possano lasciare le loro osservazioni, man mano che il processo decisionale procede.

  2. Quando ancora candidato, il Sindaco ha parlato di tempi rapidissimi di stesura ed approvazione del piano.

    Ho il sospetto che il motivo, ancorché aderente alle impellenti necessità di apparire “uomo dei fatti”, potrebbe anche scaturire da altre esigenze.

    Una bella petizione popolare volta a fare chiarezza in materia e destinata a Provincia (finché c’è) e Regione potrebbe rappresentare un bell’impiccio, in grado se non altro di mettere a rischio la tempistica promessa.

    Se la rapida approvazione del Piano risultasse effettivamente un obiettivo primario, questa cosa potrebbe indurre queli a venire allo scoperto e,
    magari, pure a raggiungere qualche compromesso (su qualche materia secondaria, eh!).

    Al Comune la petizione manco la presenterei, tanto lì lo smistamento della posta non mi pare che funzioni bene: già a Scattoni il disservizio è costato un appuntamento col sindaco…

  3. pscattoni scrive:

    Io firmerò volentieri, se condividerò i contenuti ovviamente. Si dovrà costituire un nucleo di persone disponibili a lavorare sul testo.

  4. X Sacco & Micciche.

    Se una petizione popolare può servire ad aprire uno spiraglio in questo accidente di Piano, io firmo.

  5. A questo punto anche conoscere gli obiettivi sarebbe illuminante…

    Le forze politiche di tutti i comuni in genere sul piano regolatore “si scanneno”. Ed il motivo mi pare ovvio: in un comune è uno dei casi più eclatanti di sovrapposizione degli interessi della comunità a quelli delle lobby (partito del mattone in primis). Da noi s’adotta invece l’approccio morvido…

    Ma ci si rende conto che un Piano non condiviso è generalmente una discreta fregatura per la comunità?

    Guardando allo “sviluppo economico”, la minoranza ha i numeri relativi alle varie attività produttive del territorio, ed alla loro influenza nel tessuto sociale? É effettivamente la nostra una repubblica fondata sul mattone?

    Ammesso (e non concesso) che la strategia sia strappare, a mezzo “captatio benevolentiæ”, un po’ di accesso alla questione del Piano, La Primavera prevede di riuscire a guadagnare sufficiente “accesso” da imporre dei limiti ai numeri del Piano, ovvero perlomeno a conoscere quali sono le motivazioni a supporto degli stessi?

  6. pscattoni scrive:

    Eh no caro Giorgio (Cioncoloni), le mie domande erano chiare e rivolte a tutti i consiglieri. A queste mie domande hai risposto: “. Per quanto riguarda il resto non si può pretendere che interrogativi personali di qualche singolo diventino obbligatoriamente esigenze di un intero gruppo politico che magari non li ritiene fondamentali per la propria strategia o per gli obiettivi che si propone di raggiungere”. Al che la mia domanda su quale fosse la vostra strategia.
    Non ricominiciamo da capo altrimenti si rischia di scoprire il moto perpetuo.
    D’altra parte le strategia possono anche rimanere segrete. Basta dirlo.

  7. Scusate ma mi è partito l’invio. Volevo chiudere il precedente intervento dicendo che non mi sembra giusto fare di tutta l’erba un “fascio”, pardon un “pd”.

  8. Caro Paolo Scattoni mi sembra che l’unica espressione politica che stia cercando pubblicamente di fare domande e di dare risposte sia “La Primavera di Chiusi” che però è all’opposizione e non può dare risposte su ciò che non sa e che non si vuole che sappia. Non c’è nessun sistema democratico che permetta di sapere ciò che si vuole tenere nascosto. Si potrebbe tentare con la tortura, ma ancora non è riconosciuta come sistema democratico. Mi sembra che in alcuni interventi ci si dimentichi di questo piccolo particolare.

  9. pscattoni scrive:

    Proprio così sul nulla.

  10. meno male che è stato un “Consiglio Comunale sul nulla”

  11. pscattoni scrive:

    La mia strategia non ha alcuna importanza. Io la strategia sul Piano strutturale della maggioranza (apocrifo e post apocrifo) non la condivido. Credo di averlo ribadito nelle poche iniziativo di partito (PD) come pure in occasioni di dibattito pubblico. Se ne può trovare traccia anche in questo blog. Le domande che pongo le pongo a tutte le espressioni politiche. Come cittadino ne ho diritto. Come pure le suddette espressioni politiche sono libere di non rispondere. Casa che mi pare facciano benissimo.

  12. pmicciche scrive:

    A Carlo risponderei invertendo il suo incipit: l’ipotesi del documento firmato dal basso è di assai difficile attuazione sebbene potrebbe produrre ottimi effetti.
    Aggiungerei che, quella del consenso popolare, è anche l’unica opzione praticabile. Pensare che un drappello di cavalieri “illuminati” – o almeno sedicenti tali – possa far fronte da solo al “drago” è romanticamente efficace ma può condurre solo alla vittoria di qualche battaglia. Il politico oggi non teme più le insidie interne al partito – che spesso non esiste più – ma solo il responso elettorale. Quei 1400 chiusini che hanno votato “altrimenti” vanno rappresentati e, soprattutto, vanno stimolati – insieme a tutto il resto della cittadinanza – a non essere solo degli elettori risvegliati qualche mese prima delle votazioni ma, anche e soprattutto, dei cittadini che vogliono essere partecipi della cosa pubblica. Credo che si debba ripartire da questo dato e tessere pazientemente la tela di una maggiore consapevolezza collettiva.

  13. E, di grazia, la strategia di Paolo Scattoni quale e? Quale è, nel contesto attuale, l’importanza strategica, prioritaria e fondamentale, di sapere, cosa che nessuno ci dirà mai, se il documento apocrifo era realmente tale e se e quale circolazione abbia avuto all’interno degli organismi amministrativi? Gli unici che lo possono sapere e dire si trovano all’interno del suo partito dove, forse, verrà convocato per discutere la bozza di piano strutturale prima che venga a conoscenza dei consiglieri comunali di opposizione. In quell’occasione potrà sicuramente avere tutti i chiarimenti del caso. (Qui vorrei inserire una faccina che ride ma non ne sono capace. Beata ignoranza)

  14. pscattoni scrive:

    Le considerazioni di Carlo (Sacco) e Paolo (Micciché) a me pare si muovano nella stessa direzione. E’ possibile trovare una strada diversa da quella della maggioranza che sminestra e della minoranza che sbraita e perde? Paolo propone anche un’azione che mi trova d’accordo. Si può fare anche molto di più: costruire dall’esterno le condizioni della trasparenza che non sarà certo quella di un’amministrazione che la percorre sul serio e non a parole, ma che almeno evidenzia sistematicamente la conoscenza che il palazzo non ha voluto rilasciare, come la ad esempio la favoletta che il famoso “plico” ha bisogno di due mesi “sindacali” per essere compreso 😉

  15. carlo sacco scrive:

    Paolo(Miccichè)quella del documento firmato dal basso mi sembra una ipotesi verosimile ma non ritengo che possa produrre alcun effetto, in primis quello politico, dato che ”la politica” versa in condizioni da pronto soccorso.E poi a chi ne dovrebbero rendere conto ? Anzi, forse rappresenterebbe un motivo in più per la maggioranza per tirare diritto.E’ un giro a 360 gradi della questione, una pura elocubrazione , ma è strano, molte volte si dice che certi schemi sono forme obsolete,anche se magari di per sè io le ritengo giuste , democratiche e da pesare e valutare sul piano politico,ma spesso in maniera avulsa dalla realtà(purtroppo questa è la realtà)sembra che all’improvviso ci si dimentichi di tutto ciò e si venga fuori con quello che prima in maniera contorta avevo tentato di dire sul fatto della volpe. Vediamo come si dipanano le questioni, anche perchè conoscendo il carattere di Paolo Scattoni e la volontà che mette su tale argomento(difficilmente molla l’osso,quasi come un mio amico che prendeva le donne per sfiancamento…. )può darsi che delle novità possano esserci davvero dietro l’angolo e questo preferibilmente senza inciuci o ipocrite connivenze fra schieramenti.Il portare la questione a conoscenza della popolazione mi sembra il viatico giusto per adesso.Ma attenzione al modo di come si presentano le cose.E’ lì che occorre il controllo dal basso con un bell’ aspirafumo pronto ad intervenire perchè di tubi che emettono fumo è pieno il mondo.

  16. pmicciche scrive:

    D’accordo, quella sul Referendum era solo una provocazione, non essendo questo l’argomento adatto e forse nemmeno tecnicamente “referendabile”.
    Secondo me però si continua a mancare il punto centrale. Giusta l’analisi elaborata nel Cenacolo degli addetti ai lavori, giusta l’azione istituzionale dell’Opposizione nelle sede competenti, benchè da implementare con l’uso intensivo di tutti gli strumenti a disposizione (inclusa la convocazione di Consigli Comunali ad hoc). IMPRESCINDIBILE però, rimane l’apertura, sebbene “semplificata”, di certi argomenti al dibattito pubblico. Non essendoci più Partiti con un numero di iscritti rappresentativo della popolazione, l’unica risorsa per ottenere dei risultati è la pressione civico-politica dal basso. Per fare un esempio limite: se arrivasse un documento firmato da 1000 cittadini, nessun amministratore – neanche il più cinico – potrebbe permettersi di ignorarlo. E, per contro, se la maggioranza dei cittadini – una volta a conoscenza dei termini della questione – avvallasse questo stato di cose, non resterebbe altro che accettarne le conseguenze.

  17. pscattoni scrive:

    E quale sarebbe di grazia la strategia? perché è questa la domanda fondamentale. Gli ultimi sei anni sarebbero dal 2005 al 2010. Quei dati sono fermi al 2007. Evidentemente non sis ente neppure il bisogno della banale operazione di monitorare il settore delle costruzioni.

  18. Sono d’accordo con Paolo Scattoni sul fatto che quello che è avvenuto in consiglio comunale, descritto in breve in questo post, non può essere considerato come un dibattito sull’urbanistica chiusina anche perché il contesto non l’avrebbe permesso. Non ci dimentichiamo che il punto all’ordine del giorno erano le comunicazione del sindaco per le quali il regolamento consente solo una breve osservazione per ogni gruppo consiliare. Detto questo però non è nemmeno accettabile il fatto che si faccia un resoconto ridotto alla comunicazione della ricezione di un plico e alla mancata richiesta di quando è stato protocollato. Non è corretto nei confronti di chi legge, vista l’importanza dell’argomento, e nemmeno nei confronti di chi ha cercato di fare il massimo che il regolamento gli permettesse in quella circostanza. Per quanto riguarda il resto non si può pretendere che interrogativi personali di qualche singolo diventino obbligatoriamente esigenze di un intero gruppo politico che magari non li ritiene fondamentali per la propria strategia o per gli obiettivi che si propone di raggiungere. Infine i dati degli ultimi anni di edificazione sono quelli indicati nella relazione urbanistica e archeologia del quadro conoscitivo che io ho erroneamente calcolato in 7 anni invece che in 6.

  19. pscattoni scrive:

    Siete voi i consiglieri e a voi Sindaco e Giunta non possono negare le risposte. Ma è mai possibile che non si riesca a sapere quanto è “apocrifo” ilo documento “apocrifo” (quello del 1.800.000 metri cubi)? E’ possibile sapere se quel documento (o uno simile) è girato per Regione e provicia? E se si, secondo quale procedura? E’ possibile sapere se la procdura di approvazione del Piano strutturale sarà quella classica o tramite accordo di pianificazione? Non so dove Giorgio (Cioncoloni) abbia trovato i dati degli ultimi 7 anni dell’edificazione. Io sono rimasto al documento del riavvio del procedimento che dava i dati di 6 anni 2002- 2007 e l’andamento era più o meno era quello. Ma allora ci vogliamo peritare di fare un minimo di valutazione della domanda? Su quella poi cominciare a fare qualche considerazione sul reale fabbisogno. Se davvero ci sono quantità rilevanti di case vuote perché non pensare a una politica del riqualificazione del residenziale esistente per renderlo appetibile? Ne è stata valutata la consistenza? E se no perché? Di domande ne sono poi uscite doverse anche su questo blog. Mi riservo di riassumerle in un prossimo articolo.
    Per tornare al tema di qiuesto post: scambiare quello che è avvenuto in Consiglio comunale come un dibattito sull’urbanistica chiusina non è davvero accettabile. Se si avanti così il plico diventerà un pacco.

  20. carlo sacco scrive:

    Paolo, premetto che non sono avvezzo a concepire bene per mia palese ignoranza i gangli attraverso i quali si formano le istanze per un problema di tale portata, ma mi sembra di aver capito -come sarcasticamente dice Tomassoni e come divertentemente gli rispondi tu-(e concordo sulla definizione della tua risposta)che il problema non siano affatto le elezioni come tu dici ma l’esposizione in pubblico della portata di quale sia il ”movimento” che stà dentro le decisioni….Questo una opposizione deve fare e talvolta anche ”aprioristicamente”.Le elezioni-ed ormai è storia consolidata-lo sai bene anche tu non scardinerebbero un bel nulla e sarebbero la riproposizione di chi ha veramente la forza decisiva: loro! E questo lo sanno, quindi è inutile fare tanto chiasso se dopo la gente dà loro il consenso, come avviene da sempre. La funzione dell’opposizione secondo me sarebbe principalmente quella di rendere evidente alla cittadinanza il quid che stà dentro alla cosa, semprechè il quid esista, beninteso. Se no si grida si grida allo sconvolgimento del territorio ma nello stesso tempo si preparano con il gasolio i serbatoi delle ruspe per farle partire.Tomassoni nel suo sarcasmo credo che abbia la totalità delle ragioni. ma ripeto, io non mi rendo molto ben conto dei passaggi burocratici e che burocratici forse in fondo non sono, e dovrebbero contenere dentro sostanza democratica e non varchi lasciati aperti perchè si gridi alla volpe e poi si lasci aperto il cancello del pollaio. E’ una interpretazione maliziosa la mia ? Forse sì, ma non si tratta mica di scegliere se mangiare una caramella di cioccolato od una di frutta ?

  21. In linea di principio Tomassoni e Scattoni hanno perfettamente ragione. Infatti la mia proposta di verifica sul milione di mc., oltretutto previsti nel 1974 e fino ad oggi mai utilizzati, dovrebbe servire prioritariamente ad eliminare quelli che si ritengono non più compatibili con la visione del futuro assetto urbanistico di Chiusi. Il problema principale è che non si riesce a capire, o perlomeno nessuno ce lo ha ancora spiegato, oppure ce lo hanno spiegato e non l’abbiamo capito, se c’è e quale è questa visione che poi dovrebbe essere la base della redazione del piano strutturale. Così come ancora nessuno ha spiegato quali sono gli interessi che motivano una previsione di sviluppo edilizio, al di là di un generico e semplicistico interesse di mercato, e perché in certe zone piuttosto che in altre. Gli stessi redattori del quadro conoscitivo approvato dicono che non sembrano esserci motivi per nuove aree di espansione e che, se si vogliono prevedere, occorre ricercarne scrupolosamente gli interessi per non rischiare di commettere gli errori già commessi in passato. Questo lo dicono chiaramente. Quanti degli amministratori hanno letto queste indicazioni? In questo contesto la ridistribuzione potrebbe servire a conciliare, SE CI FOSSE E FOSSE REALMENTE MOTIVATA, la necessità di espansione in certi ambiti con il mantenimento, o addirittura con una riduzione, delle previsioni del p.r.g. del 1974.

  22. pscattoni scrive:

    Per Paolo (Miccichè). Il referendum in questo caso, a mio avviso, è uno strumento inadatta per un motivo semplicissimo: il piano è una “scelta unica” solo alla fine di un lungo processo dove si debbono rendere compatibili una serie di decisioni fra loro relazionate. Questo porocesso può essere gestito nelle segrete stanze, magari influenzato da reti di interessi la cui natura non è conosciuta, oppure attraverso una esposizione di questi interessi il cui confronto è conoscibile da tutti e sul quale tutti possono dire la loro. Poi è evidente che la decisione finale spetta a chi è preposto alla decisione, i 13 che in Consiglio comunale hanno diritto di voto. Il referendum in questo caso saranno le elezioni.

  23. pmicciche scrive:

    Domanda tecnica a chi avesse la risposta.
    Se non si attuasse nel fatti il “metodo partecipativo” – tanto auspicato da tutti, – non si potrebbe utilizzare lo strumento del Referendum di iniziativa popolare a carattere consultivo? Mi dicono che può essere richiesto con un numero di firme superiore al 10% della popolazione votante. Al di là del valore finale dell’esito referendario, esso sarebbe un’occasione per promuovere un più vasto dibattito sul tema specifico e, in generale, un mezzo per aumentare la consapevolezza dei cittadini rispetto alla Res Publica…oops

  24. pscattoni scrive:

    Caro Giampaolo (Tomassoni) ma cosa vai a chiedere? Non ti vergogni di essere così estremista?
    Il problema è che ancora qualcuno non ha capito che gli estremisti sono loro. Ma intanto tutto va bene madama la marchesa.

  25. “Ridistribuzione” significa “riduzione” in politichese?

    Perché dalle parti mie è paragonabile al più al gioco dei bussolotti…

    Se 1.000.000 mc vengono solo “ridistribuiti”, mi pare che lo sviluppo economico continuerà a passare per il partito del mattone. Data l’attuale bilancio negativo della domanda di abitazioni a Chiusi, è facile prevedere che il valore delle stesse subirà un crollo.

    Il milione va decimato, non redistribuito…

    Attraverso quali mezzi si prevede che, dopo un quinquennio, saranno necessarie “nuove espansioni residenziali”? Sulla base di quali dati?

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