Don Mosè chiama a raccolta i “suoi” ragazzi

 

 

di Marco Fè

 E’ Don Mosè, ottantacinquenne “patriarca” della Chiesa che è in Chiusi, a rivolgersi ai suoi giovani di allora, di quegli anni in cui nacquero la maggior parte delle iniziative che caratterizzano ancora la nostra Città. Li convoca nel giorno in cui la Chiesa celebra la solennità del Sacro Cuore a cui era intitolata la celebre Associazione.

 

 

Carissimo amico,

 

chiunque tu sia e qualunque sia la tua situazione attuale mi rivolgo a te che negli anni della tua gioventù hai fatto l’esperienza dell’ Associazione Sacro Cuore, dei Campi – vita all’ Amiata, a Vada, alle Dolomiti, a Peschici, in Sila, in Sardegna, alla Maiella, in Val d’Aosta; oppure hai fatto parte del Circolo Giovanile Studentesco “Graziano da Chiusi”, della Vitt, del Carnevale dei Ragazzi, di “Ragazzi in Gamba”, dei Corsi Serali. Mi rivolgo anche a te che facesti parte del Cenacolo dei capi, della Comunità diocesana “Ut unum sint” … e di altro ancora.

 

Mi rivolgo a voi, carissimi “sciorni” miei, nella certezza che tutti voi nutrite una malcelata nostalgia di quell’esperienza che considerate bella e fondante per la vostra vita. Ed ogni volta che ne fate memoria si risvegliano in voi quegli entusiasmi e quei valori che le fatiche della vita sono riuscite forse a nascondere ma non a spengere.

 

E tutto questo è avvenuto e sta avvenendo perché tutti noi, in quell’ esperienze, forse abbiamo soltanto toccato il “mantello” della Vita. ma ci è bastato perché fossero rimasti impressi in modo indelebile un modo d’intendere l’ esistenza e i rapporti con gli altri ed uno stile che ancora ci accomuna.

 

Tutto nacque intorno a quell’ Associazione “Sacro Cuore”, tra Piazza Duomo e la Ciminia, che fu la culla di tutte le altre iniziative che, dagli anni ’50 agli anni ’80, si aprirono poi alla Diocesi e seppero andare anche oltre. In questo tempo si è creato un patrimonio di originali e significative esperienze umane, sportive, artistiche, culturali, educative e spirituali che non può andare ne’ disperso e ne’ stravolto e che ha portato e sta portando frutti inaspettati e straordinari.

 

Nel 2012, in occasione della dedica al “Sacro Cuore” del Centro Parrocchiale ristrutturato, abbiamo fatto il primo passo di un cammino che ci potrebbe portare a tutelare, rivivere e magari promuovere e trasmettere il patrimonio di quei valori e di quelle esperienze.

 

Quest’anno vogliamo fare un altro passo ancora e per questo ti invitiamo Venerdì 7 giugno, solennità del Sacro Cuore, alle ore 18.00 in Duomo per sperimentare che ancora è possibile, nonostante tutto, rivivere insieme quelle esperienze, attualizzarle e proseguirle trasmettendole agli altri. Alla S. Messa, in cui sarà benedetta un’immagine del Sacro Cuore che poi sarà regalata al gruppo degli Appollaiati, seguirà un momento comunitario di scambio di opinioni ed uno conviviale in Piazza Duomo. Sarà come un ritorno alle origini, una permanenza nel presente ed un’apertura al futuro.

 

 

Cristo Regni !

 

Don Mosè

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4 risposte a Don Mosè chiama a raccolta i “suoi” ragazzi

  1. Concordo con tutto quello che è stato detto…. ma… povero Don Mosè, non trattiamolo chme se fosse già in paradiso! 🙂 …. Ancora è più vivo di tutti noi…… Stasera farò il possibile per essere presente…. A presto

  2. Fabio Fedele scrive:

    I tuoi insegnamenti, i nostri insegnamenti. Hai aperto la strada alle coscienze dei ragazzi dell’associazione sacro cuore. Non ti dimenticheremo mai!!!!!

  3. Io non ho mai fatto parte del Gruppo di Don Mose’, ma l’ho avuto come insegnante di scuola negli anni ’70. In provincia il 68 era arrivato in ritardo e quelli erano per noi anni caldi di contestazione delle Istituzioni. Anche della Istituzione Don Mose’. A distanza di anni ho ripensato e apprezzato molto quel prete che riusciva a parlare anche di Marx e di Freud. Lui non si ricordera’ sicuramente di me, ma io non mi sono dimenticato di lui. E gli rivolgo un saluto affettuoso.

  4. Gaia Corti scrive:

    Il mio sacerdote! Quello che ci ha sposato, che ha battezzato Maria Silvia, quello con cui ho trascorso la mia adolescenza. Con i campeggi, con il Circolo (del quale Riccardo aveva la chiave per l’apertura), con l’Associazione e con tante altre attività che ci ha permesso, a me e ad altri amici, di vivere una gioventù piena di bellissimi ricordi! Quando mi vede, ancora oggi, continua a chiamarmi con un soprannome che solo lui usa: Cigaia. Grazie Don Mosè per quello che hai fatto per noi “ragazzi”!

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