Graziano e il professore

di Marco Fè

E’ entrato nel Duomo di Chiusi con una rosa, ha percorso metà della navata centrale, si è lievemente inchinato davanti al sepolcro degli antichi vescovi chiusini e vi ha deposto il fiore soffermandosi un attimo in riflessione. L’autore dell’insolito atteggiamento è il Professor Anders Winroth, docente del dipartimento di storia dell’università di Yale e massimo esperto mondiale su Graziano da Chiusi.

Di passaggio in Italia ha colto di buon grado l’invito nella nostra Città rivoltogli dal Dottor Francesco Reali, presidente del Centro Studi “Graziano da Chiusi” e vi è restato per due giorni visitandone i musei, le chiese e i siti archeologici per scoprire il “genius loci” del paese dalla  cui cultura è scaturito il fondatore del diritto canonico.

“Mi sono commosso” – ci ha confidato – davanti a quella tomba comune che potrebbe conservare i resti mortali di Graziano che, sicuramente, è stato vescovo di Chiusi”. “Graziano – ha dichiarato nella conferenza stampa per lui preparata nella sala del consiglio comunale giovedì 15 settembre – è considerato una pietra miliare nella storia del diritto e per questo è studiato in tutto il mondo. Non solo ha raccolto tutte le norme esistenti nelle diocesi e nei monasteri operando nel diritto ecclesiale quello che Giustiniano aveva operato nel diritto civile e riuscendo a farne una mirabile sintesi ma ha inaugurato una maniera nuova di concepire e studiare il diritto canonico separandolo dalla teologia e rendendolo una scienza autonoma”.

L’illustre docente ha inoltre annunciato che nell’agosto del 2012 presenterà, presso l’Università di Toronto, i risultati degli studi e delle ricerche su Graziano ed avrebbe piacere che, in quell’occasione, fosse presente una delegazione di Chiusi.

Il Sindaco Stefano Scaramelli ha previsto la partecipazione degli sbandieratori e dei tamburini dei Terzieri e delle Contrade. Dopo aver vissuto due giorni intensi nella Città di Graziano ed averne anche gustato le delizie enogastronomiche ha promesso un sicuro ritorno ed una futura collaborazione affinché Graziano possa essere conosciuto e apprezzato a Chiusi così come lo è nelle università di diritto di tutto il mondo.

A volte conoscere le nostre radici può servire per essere più consapevoli della propria appartenenza e per costruire il futuro con più dignità ed orizzonti più vasti.

Questa voce è stata pubblicata in CRONACA, CULTURA. Contrassegna il permalink.

9 risposte a Graziano e il professore

  1. carlo sacco scrive:

    E’ vero Sorbera, ma la spiegazione del perchè nessuno ci vada dentro è un segno della nostra epoca,e spesso per mero interesse materiale serve a parecchi non entrare in quel giardino.E spesso coloro ai quali non piace entrare sono collusi a vari livelli con la parte più deleteria del potere.E ciò che alla fine determina la parte più deleteria ,guarda caso è il peso di proprio coloro che stanno nel mezzo, non agli estremi.In pratica il sunto del pensiero ”liberal” che nel regime democratico venga data la libertà di agire anche al peggior nemico è spesso una fandonia, una invenzione subdola per far passare dentro la gente il germe di quella democrazia che è la parte più
    deleteria per la quale un potere opera e regge se stesso.Per assurdo, i regimi autoritari sono quelli che vorrebbero più bene al popolo.Questa è una diatriba storica che non finisce mai.ma il positivo e negativo c’è da ambo le parti.

  2. enzo sorbera scrive:

    Perdere Mario Iozzo è stato un vero disastro. Non conosco il suo sostituto, ma so che mi manca molto la dinamicità di Mario, anche solo di contraddittorio 🙂
    Su Graziano si spendono troppe parole: vale per lui ciò che disse Musil a proposito del pensiero di Nietzsche: “E’ un gran bel giardino aperto al pubblico, ma nessuno ci va dentro”.

  3. giorgio bologni scrive:

    tutte belle parole ma non si dice nulla sullo stato del monumento a Graziano sito all’ingresso de “i Forti”, opera di un autore Chiusino di grande livello (Luigi Betti), per i più (Amministratori compresi) poco o affatto noto e quasi ignorato. Con la stele rotta e sudicia , e la scritta esplicativa quasi illeggibile, porta i segni della cruenta battaglia per la liberazione di Chiusi del giugno 1944 e. insieme al monumento ai caduti di piazza Vittorio Veneto costituisce una delle opere di rilievo del Betti.

  4. Nicola Nenci scrive:

    Nemmeno noi abbiamo una storia, perché non la conosciamo, né tantomeno la studiamo; soprattutto, per di più, trattiamo a pesci in faccia chi potrebbe insegnarcela. Tanto per rimescolare il brodo riguardo le grandi personalità della cultura e le nostre radici e bla bla bla, per far capire quale sia il nostro approccio ai problemi della storia, a Chiusi avevamo uno studioso forse anche più autorevole (nel suo campo, ovviamente) del Prof. Winroth qui tanto osannato. Dirigeva il Museo Archeologico Nazionale, ed è stato lasciato andare via senza nemmeno due parole per tentare di trattenerlo (a parte le uniche scritte da Pro Loco e Gruppo Archeologico).

  5. a seguito del commento del Sig. Nenci…..e per di più gli Americani sono “affamati” di storia (non cel’hanno). Sbandieratori e tamburini sembrano fatti su misura.

  6. Nicola Nenci scrive:

    Sono convinto che il sindaco ha avuto una buona idea. E’ meglio mandare gli sbandieratori e i tamburini, almeno siamo sicuri che faranno bella figura e di sicuro contribuiranno a dare una buona immagine della nostra comunità.

  7. lucianofiorani scrive:

    Credo che stavolta Carlo Sacco non sarà il solo a fare certe considerazioni.
    Ma anche lasciando stare quelle considerazioni si profila un problema pratico di non poco conto: i soldi.
    Perchè Toronto non è Torontola e non sta proprio dietro l’angolo, e se a Neu-Isenburg il sindaco ci è dovuto andare con la sua macchina pagandosi la benzina… a Toronto come ce la porta tutta quella gente?

  8. carlo sacco scrive:

    …questa è la povertà culturale di chi ci governa, ma anche spesso e volentieri dell’opposizione,(perchè non c’è più differenza sia nei valori e sia negli atti), dal paese più piccolo alla grande città.Ma è il popolo che li ha votati ed è per questo che è proprio vero che è notte, è notte fonda….

  9. carlo sacco scrive:

    Di fronte all’invito di un così celebre docente e studioso, che senz’altro ha speso un lungo tempo per documentarsi su un figlio illustre della nostra terra,il Comune non ha nulla di meglio che offrire la presenza dei tamburini e degli sbandieratori(senza togliere nulla ai tamburini ed agli sbandieratori)? Ma ve lo figurate voi un ambiente universitario e solenne , dov’è di scena la conoscenza e lo studio,che poi riguardano direttamente la nostra terra,le nostre tradizioni, la nostra cultura,un Ente Pubblico rappresentante della popolazione fornisce i tamburini e gli sbandieratori di contrade basate e create dal nulla ? …Ma vi sembra cosa normale tutto questo? Ma non si accende a nessuno una lampadina nella testa e non si avverte che si rasenta il ridicolo ? Chiunque fosse un rappresentante di una comunità, eletto dalla gente si dovrebbe preoccupare perchè siano presenti uno stuolo di docenti a livello universitario per uno scambio di esperienze(brevi o lunghe che siano, momenti di confronto e seminari sull’argomento trattato ma non senz’altro coi tamburini e gli sbandieratori…).Rappresentano lo studio e la cultura su quell’argomento forse? Si vede proprio che tutto questo sembra normale e che nemmeno una normale riflessione avviene nella mente di chi decide certe cose. L’Italia è proprio un paese che si merita il governo che ha.Apparire anzichè essere…

I commenti sono chiusi.