Centro merci? “Noi la chiamiamo strada, ma pò esse”

di Luciano Fiorani

Ieri, dopo aver letto sul sito di primapagina l’annuncio dell’ultimazione dei lavori per il centro merci, in bicicletta ho voluto fare un sopralluogo per rendermi conto, de visu, in cosa consiste quest’opera che si trascina da oltre un decennio e che è costata quasi due milioni di euro.

Si tratta in sostanza di una strada, parallela alla bretella di fondovalle, lunga 1.150 metri (rilevati con il contachilometri della bicicletta) di cui i primi 400 asfaltati di recente e i restanti 750 con asfalto vecchio di anni e con numerosi tombini arrugginiti a centro strada che sporgono anche di dieci centimetri dal piano stradale.

Il tratto più lungo non pare quindi idoneo, in quelle condizioni, alla circolazione di alcun mezzo. Ci sono diversi lampioni e tratti di marciapiedi su un lato della strada e a metà percorso una piazzola di modeste dimensioni. L’imbocco della strada sulla bretella è più adatto ad un apino che ad un tir.

Tutt’intorno campi. Di rotaie non ne ho viste neanche un metro, forse (se ci sono) sono ben mimetizzate nell’erba.

Tornato a casa molte considerazioni mi sono venute alla mente (il costo dell’opera, la sua utilità, l’improbabile uso per cui è stata pensata, gli investimenti ancora necessari per renderla davvero fruibile, la solita propaganda…), ma lì sul posto mi sono risuonate le battute di una scena di un celebre film: Brancaleone alle crociate.

Shel Shapiro, nei panni di un santone che guida una sgangherata accozzaglia di pellegrini in terra santa, alla vista del lago di Vico, per rincuorare i suoi,  esclama: “Lo mare! Lo mare!”

Sommessamente un villano del luogo gli fa notare: “Noi veramente lo chiamamo lago. Ma pò esse”.

Ecco; quello che loro chiamano centro merci noi la chiamiamo strada. Ma pò esse!

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2 risposte a Centro merci? “Noi la chiamiamo strada, ma pò esse”

  1. marco lorenzoni scrive:

    Primapagina ha solo ripreso e commentato un comunicato del Comune, come al solito, esagerato, agiografico e sparato là senza che se ne capisca il motivo (forse – come scritto nell’articolo di primapagina on line quei lavori annunciati come completamento dell’opera, servono solo a ”interrompere i termini” ed evitare di dover risarcire i soldi ottenuti dal patto territoriale). In effetti il Centro Merci non esisteva prima e non esiste adesso. C’è una strada, asfaltata per un terzo, forse meno. Non c’è nemmeno un piazzale. O una piazzola, o un capannone, o una tettoia, una rampa di carico… niente. Dove li mettono i containers, sulla strada? Speriamo solo che i lampioni di notte non li accendano per far vedere che lì qualcosa c’è. Farebbero luce solo alla lucciole. Quelle vere, che come è noto non ne avrebbero bisogno perché fanno luce da sole.

    .

  2. pscattoni scrive:

    La vicenda ha tutta l’aria di una storia di ordinario malgoverno. Abbiamo per tanti anni fatto ironia sui lavori inutili finanziati tramite la Cassa del Mezzogiorno e successivi carrozzoni. Ora sembra capitare anche a noi con i fondi strutturali.

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