Questi sono i nomi dei garibaldini di Chiusi presenti nell’archivio di “The Face of Asia”

di Carlo Sacco

In un commento all’articolo sull’episodio di Garibaldi di Fulvio Barni, Marco Lorenzoni si chiede quali e quanti fossero i garibaldini di Chiusi. Ho pensato di fornire un elenco in possesso del mio Archivio Storico ”The Face of Asia” che contiene oltre a notizie, informazioni storiche ed immagini, anche alcuni nomi di queste persone.

Le fornisco volentieri al Blog in quanto -se pur notizie frammentarie prese da me e mio zio Solismo Sacco in tempi molto diversi- possono dare almeno una relativa idea delle famiglie dalle quali provenivano. In occasione delle commemorazioni dell’Unità d’Italia, avevo fatto presente (anche sul Blog) come il mio Archivio fosse in possesso oltre che di notizie sui garibaldini di Chiusi anche di immagini.

Nessuno mi ha cercato. Le autorità, evidentemente, erano tutte prese  dalle celebrazioni e a me senz’altro non si addiceva di andare ad “offrire la merce” contenuta nell’Archivio. La mia Onlus che non ha scopo di profitto, vive solo di donazioni per servizi prestati, ma che certamente non sono sufficienti a sostenerne il lavoro di archiviazione, di assemblaggio, ricerca e conservazione. 

Ora che tutto è ”acqua passata”, ho voluto dire questo prendendo spunto dal post sui garibaldini, dove è intervenuto anche Lorenzoni chiedendo se ci fosse stato qualcuno che conoscesse almeno un po’ di più di nomi, ed è quello che ho voluto fare. Eccoli  di seguito :

Leopoldo Fanciulli, Agostino Goracci(Guardia Municipale), Giulio Del Buono, Veriano di Cocco, Romeo Boldi (Padre di Gino e del prete Romeo), Gaetano Pianigiani, Giovacchino Fanciulli, Fei(Cappellaio), Annibale(Barbiere), Il ”poro” Gostinicchio(fabbro ).

Esiste poi una lista di garibaldini di Chiusi partecipanti alla Campagna del  1865 (Terza Guerra d’Indipendenza contro l’Austria). I loro nomi sono i seguenti:

Masieri(Telegrafista), Francesco di Cocco(Barbiere), Frullani Gaetano(Veterinario-Carbonaro), Meacci( Fattore di Dolciano), Avvocato Ascanio Dei(Carbonaro), Daniele Seccaticci(detto ”Bachetto”-Maniscalco), Domenico Galeotti(Carbonaro, nonno di Piero Galeotti il Podestà di Chiusi che quelli della mia età hanno ben conosciuto), Olinto Pasquini(Campagna del 1866 nel 1° bersaglieri classe 1847 e presa di Roma-1870), Leopoldo Mariotti(detto ”Manlio”, nonno di Angelo Quadri il farmacista), il già sunnominato Veriano di Cocco(campagna 1859-1866), Pasquale Romanini (padre di Luigi, Corrado e Romano), Torretti (detto ”Bacchino”), Ciuffetti(Maestro Elementare), Tanganelli (Calzolaio e nonno di ”Fagiolo” ovvero Enzo Maremmani), Gaetano Pianigiani (Campagna 1866), Guazzini (Checchetti), Pietro Lucioli (nonno di Salomone Lucioli detto ”Castrino”), Marietti (detto ”Ventundita”, fratello del sopracitato Leopoldo).

Certamente ve ne sono anche altri, non noti e che possono ormai sfuggire anche alle stesse famiglie di appartenenza e proprio per una interessante ricerca sarebbe bene che le stesse famiglie comunicassero (magari anche con immagini se esistessero) la segnalazione di loro membri che avessero condiviso le ”gesta garibaldine”.

Ne sarebbe arricchita la memoria, che ormai in quest’epoca di globalizzazione che tutto disintegra ed annienta, non farebbe altro che aggiungere dei punti fermi alla storia chiusina e a chi voglia conoscere le vicissitudini del luogo da dove proviene.

Quanto alla domanda che pone Lorenzoni se fossero state di più le persone che avessero fiancheggiato ed apprezzato l’idea liberale e garibaldina oppure coloro che avessero seguito l’idea clericale, credo che non ci sarebbero stati dubbi. La bilancia pende senz’altro dalla parte dei clericali.

Ciò è senz’altro dovuto alle condizioni di sviluppo culturale, politico ed economico dell’epoca, in quanto nonostante Chiusi appartenesse al Regno di Toscana (e quindi in una sistuazione rispetto all’economia del latifondo senz’altro più progredita rispetto ad altre) era purtuttavia un territorio confinante con lo Stato della Chiesa da secoli e vi pesavano economie intersecanti e relazioni che segnavano le condizioni delle masse agricole la cui vita si spendeva tutta nel latifondo.

Le idee liberali e progressiste scardinatrici dello status quo trovavano senz’altro maggior accoglienza nelle classi cittadine ed urbanizzate dei commercianti, degli artigiani ma anche dei diversi proprietari terrieri.

A questo proposito un discorso a parte sarebbe chiarificatore ed illuminante dell’alto livello di contrasto che si produsse fra Organizzazioni Ecclesiastiche e Regno di Toscana e poi dopo col Regno d’Italia, poichè chiaramente le prime erano anche fortementi presenti dentro il popolo all’interno del regno leopoldino e certamente peroravano i loro interessi sia materiali che spirituali.

Le idee liberali si mostrarono però più accattivanti ed occorre dire per oggettiva correttezza che la Massoneria (cosa ben diversa all’epoca e portatrice di idee e fatti ben diversi da quelli portati purtroppo oggi)  sarebbe corsa in aiuto di Garibaldi, riuscendo a determinare fortemente gli avvenimenti che si produssero.

*Foto-Archivio Fotografico Onlus “The Face of Asia”

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11 risposte a Questi sono i nomi dei garibaldini di Chiusi presenti nell’archivio di “The Face of Asia”

  1. carlo sacco scrive:

    Stefano,se hai notizie in alternativa della descrizione dei fatti che si svolsero riguardanti Chiusi puoi citare le fonti ? Sono interessato al confronto proprio per paragone cognitivo-storico.Nel frattempo, io credo che questo particolarissimo e peculiare lembo di storia meriti un approfondimento generale, anche se molto sintetico. Ti suggerirei di inviare un post al blog in modo che i lettori possano meglio capire cosa bolliva in pentola a quei tempi e come le cronache interessate nei diversi versanti riportavano le vicende.

  2. Secondo il Repetti a Chiusi abitavano complessivamente:
    nel 1640 = 2086 abitanti
    nel 1745 = 1521 abitanti
    nel 1833 = 3418 abitanti
    è probabile che il dato molto più basso sia riferito alla sola Città e non anche a Montallese, Quercealpino, Macciano etc.

  3. Gli abitanti di Chiusi nel 1860 erano 4224

  4. Il Guazzini citato è sicuramente Leopoldo. Viene citato il solo cognome perchè così è annotato in una foto dell’epoca.
    Per la verità il comune partecipò attivamente a questi eventi infatti :
    Il 29 Maggio 1886 il Consiglio Comunale della Città di Chiusi stabilì all’unanimità di dare ad ogni volontario chiusino lire 5 per indennità di viaggio e un paio di scarpe. Deliberò inoltre di fissare un premio di lire 100 a quel soldato di Chiusi che avesse ottenuto la medaglia al valor militare.
    Nel 1867 a Chiusi vi era stanziato una Compagnia di fanteria che aveva sostituito una di bersaglieri.
    Il 30 Settembre 1867 il Maggiore Comandante dell’Arma di Siena segnalò la “sparizione” da Chiusi di 5 giovani che con ogni probabilità erano andati ad ingrossare le file delle bande organizzate che si erano formate nello Stato Pontificio grazie all’afflusso di volontari toscani con il fine di attaccare Roma e riunificarla all’Italia.
    Va anche riscritta la storia dell’opposizione di Chiusi a Garibaldi tanto sbandierata dai Comuni vicini in quanto i fatti si svolsero sia a Chiusi che a Sarteano che a Cetona in ben altro modo.

  5. enzo sorbera scrive:

    Finalmente, ho riavuto il mio pc. I dati al millesimo sono ricavati da una pubblicazione istat che citava un articolo di cui però non ricordo il titolo (te lo cercherò). C’è comunque il lavoro di Marco Breschi e Paolo Malanima su “Demografia ed economia in Toscana” (ho il pdf, se lo vuoi, fammi un fischio – chi è interessato, senza aspettare me, lo trova anche sul sito di Malanima -), che si discosta per quanto riguarda la densità media (considerano però i confini attuali della regione), ma conferma le quantità (poco sotto il milione di abitanti) alle pp. 8- 9. E’ molto interessante perché traccia un andamento su un periodo molto grande (secoli dal XIV al XIX). Per Chiusi non ho (ancora) trovato niente: il mio pc è tornato solo un’oretta fa…. 🙂

  6. carlo sacco scrive:

    Enzo, ero convinto che la popolazione fosse sensibilmente minore e di molto da quellla di fine ‘800 ma che nel 1765 fosse di 945.000 soggetti non me lo aspettavo.Se lo affermi senz’altro è la verità ,ma rimango curioso sulla fonte del dato, perchè mi sembrano proprio pochi.

  7. Enzo Sorbera scrive:

    Volevo aggiungere che il Granducato, nel 1765 aveva una popolazione di 945.000 sudditi e una densità di popolazione di circa 110 abitanti per kmq. Nel senese si raggiungevano punte minime di 17 abitanti per kmq, mentre nel grossetano andiamo intorno a 10 abitanti per kmq. Un ulteriore diradamento della popolazione rurale si ebbe in seguito agli edititi di arruolamento forzoso di un reggente del Granduca. Per il 1800 cercherò di fare ricerche ulteriori – ma ormai aspetterò che mi aggiustino il mio pc (devo restituire quello che ho ora in prestito)

  8. Enzo Sorbera scrive:

    La Toscana fece il suo censimento storico nel 1766: era finalizzato a imponibilità fiscali (che novità!) e per fini catastali e di lotta politica (Pietro Leopoldo cercava di consolidare la sua posizione egemonica). Circa le quantità non ho dati, ma proverò a cercare.
    Enzo Sorbera

  9. lucianofiorani scrive:

    Se questi sono i numeri, effettivamente le camicie rosse non sembrano essere state un fenomeno trascurabile per il nostro comune.
    Qualcuno sa (senza fare tante ricerche) a quanto ammontava la popolazione di Chiusi in quell’epoca?

  10. carlo sacco scrive:

    Il mondo moderno, in questo caso più propriamente il non più nominando Capitalismo bensì’ il Mercato” hanno distrutto e cancellato oltre a tante etnie e culture diverse( quelle dei Rom, Indiani d’America e quelle della maggior parte dei popoli del mondo) anche la Massoneria, che è ben diversa da quella che -appunto- c’era una volta.
    Oggi serve ad uno scopo solamente che non è quello della fratellanza o del sostentamento di strutture benemerite e così via, oggi serve solo per risolvere problemi individuali e di prevalenza delle vicissitudini e percorsi individuali all’interno delle carriere e per dare spazio ai ”fratelli” per farsi appoggiare in tutte quelle situazioni dove la competenza degli altri viene messa da parte a favore del sodalizio. Per non parlare poi delle estremizzazioni e dello spazio che nel passato è stato dato ad organismi che hanno tentato di sovvertire lo Stato con i venerabili maestri.
    Io credo che un normale cittadino oggi non abbia ragione alcuna di iscriversi a tale sodalizio e se lo fa è perchè ne riceve un ritorno.
    Una delle cose all’Italiana, ma non solo…Tempi diversi da quando operava veramente per il bene pubblico.

  11. marco lorenzoni scrive:

    Uno dei garibaldini citati nell’articolo di Primapagina (che prendeva spunto da 4 lapidi del cimitero comunale), non figura nell’elenco inviato da Carlo Sacco: Felice Toppi nato nel 1838 e morto nel 1922. Mentre sono citati gli altri tre: Lepoldo Fanciulli e anche un Fei (probabilmente Giuseppe Fei, quello che nella lapide del cimitero ha anche la foto con le medaglie sul petto) e un Guazzini (probabilmente Leopoldo Guazzini).
    In tutti sono una trentina i garibaldini chiusini. Un bel numero per una cittadina delle dimensioni di Chiusi.
    Carlo cita anche il ruolo importante della massoneria nella diffusione delle idee liberali e anticlericali. La stessa società operaia chiusina fu costituita da noti massoni e molti di coloro che divennereo poi esponenti del movimento socialista dopo il 1892 erano anc’essi massoni.

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