Consiglio comunale: rispetto della forma è salvaguardia dell’istituzione

regolamentodi Paolo Scattoni

Il post di due giorni fa intitolato scimmie e consiglio, voleva sottolineare la gravità di un atteggiamento del sindaco che aveva mandato in votazione un provvedimento in modalità tale da violare in più punti il regolamento. Per comodità dei frequentatori di questo blog sono stati estrapolati dal video gli ultimi sei minuti quando c’è stato uno scambio vivace, ma del tutto civile, fra due consiglieri che hanno indotto il sindaco ad andare in votazione senza neppure chiedere le dichiarazioni di voto. Frequento da anni consigli comunali, per quattro anni sono anche stato consigliere e mai visto una cosa del genere. Mi sarei aspettato commenti dai consiglieri eletti, ma questa partecipazione non c’è stata. La consigliera Martinozzi ha confermato la smentita dell’espulsione dalla sala de consiglio di Luca Scaramelli come da interessate voci da bar.  Luca Scaramelli ha poi riconosciuto che aver votato il provvedimento, se pur con voto negativo, era stato un errore dovuto alla tensione. Dagli altri dieci consiglieri il vuoto pneumatico. Eppure quel post sta avendo un discreto successo e in pochi giorni ha ottenuto più di 300 contatti con tempi di lettura (più di tre minuti) che dimostrano che non eraun interesse da toccata e fuga.  Il problema posto non è tanto di merito: una rotatoria e il tagli di un filare di pini, quanto piuttosto di metodo. Con un comportamento inqualificabile il sindaco ha violato in più punti il regolamento. Scaramelli sostiene che alle sue rimostranze il sindaco avrebbe detto: “se non va bene fai ricorso”. A mio avviso quell’invito doveva essere accolto, proprio per il rispetto dovuto all’istituzione. Invece i dodici consiglieri non sembrano essere propensi. Allora se non saranno i consiglieri dovranno essere i cittadini stessi a farsi sentire nelle dovute sedi.

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4 risposte a Consiglio comunale: rispetto della forma è salvaguardia dell’istituzione

  1. pscattoni scrive:

    Dobbiamo sempre sperare che finalmente il sindaco si renda conto della sciocchezza, riconvochi il consiglio e faccia esprimere i consiglieri che lo desiderano prima di arrivare al voto. Due parole di scuse sarebbero gradite ma non obbligatorie.
    Nel vuoto di qualsiasi reazione dei consiglieri comunali (avranno le loro ragion) credo anche che noi come cittani (e non solo loro) possiamo scrivere due righe a prefetto e difensore civico. Se anche questi tentativi andranno a vuoto possiamo passare come ultima ratio al ricorso straordinario al Presidente della Repubblica. Possiamo presentarlo senza avvocato, comunque una rilettura da un buon esperto di diritto amministrativo dovrà essere fatta, ma credo di avere la disponibilità di uno bravo. Abbiamo però 120 giorni a disposizione. Forse più perché la delibera non è stata ancora pubblicata. Per ora siamo in quattro disponibili a contribuire. Per non pesare troppo dobbiamo essere una decina.

  2. luciano fiorani scrive:

    Si, mi pare giusto. Anche il mio obolo c’è.

  3. Carlo sacco scrive:

    Le dovute sedi sono solo attualmente fra le pareti della cabina elettorale perché non c’è altro posto deputato dove i cittadini si possano far sentire.Una volta c’erano le sezioni di partito ma anche lì’ tanto facile non era e la cosa spesso ma non sempre rimaneva fra le pareti della sezione.Ed allora come si mette il fatto della democrazia che non si smette mai di osannare e di servirsene da parte degli apparati?

  4. Romano Romanini scrive:

    concordo. Disponibile a dare il mio contributo per le iniziative del caso

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