Ruzzi: considerazioni su una festa che cresce

di Luciano Fiorani

La trentunesima edizione dei Ruzzi può essere quella della svolta. La festa dello scalo sta progressivamente trovando una sua fisionomia.

La scelta di impegnare tutte le contrade nell’organizzazione si è rivelata positiva, così come la scelta di utilizzare il centro abitato invece dei giardini, come luogo della festa, pare ormai una scommessa vinta. Il coinvolgimento dei giovani è sicuramente un fatto acquisito e probabilmente quest’anno si è battuto ogni record.

L’abbinamento con Sbottegando ha funzionato e il fine settimana ha visto le vie del paese riempirsi di gente e vivacità.

Ma proprio perchè la festa ha ormai raggiunto un livello importante necessita di uno sforzo ulteriore, non tanto sul piano dell’impegno di chi ci lavora, che è già notevole, quanto nel limare gli aspetti che ancora non convincono del tutto.

Della dislocazione degli stand quello che ha raccolto maggiori consensi è stato sicuramente “Lo Speluzzico”, che ha potuto usufruire di uno spazio accogliente ed è stato organizzato benissimo. In modo particolare sono stati apprezzati, oltre al servizio e i piatti proposti, sia gli alberi dei libri che il livello di rumorosità che non ha mai oltrepassato il civile limite della sopportabilità. Il successo del punto curato dalla Fornace è piaciuto a tutti, tanto da far pensare a molti ad una riproposizione che copra l’intera estate.

La collocazione del ristorante sembra una soluzione obbligata, ma tutti hanno potuto vedere che un parcheggio non diventa d’incanto un posto accogliente e allora forse serve curare l’area circostante con “qualcosa di verde”. Di idee se ne sono sentite, la soluzione non dovrebbe essere né costosa né laboriosa, basta studiarci un po’ su. Non tutte le cene hanno convinto a pieno, c’è chi ha criticato qualche piatto chi altri aspetti più o meno marginali. Insomma si può fare meglio perchè il confronto con feste e sagre di successo che si svolgono nei centri vicini ormai non si può più evitare.

Il pub, molto frequentato dai ragazzi, forse andrebbe collocato in un altro spazio, anche per “occupare” davvero tutto il centro. Certo lì di chiasso se ne fa e trovare lo spazio adatto non sarà molto semplice.

Un altro aspetto che in diversi hanno sottolineato è stato quello dei negozi sfitti che nel periodo della festa potrebbero essere illuminati e addobbati con le bandiere delle contrade, con grandi foto delle edizioni passate, bracciali e conche…

Il grande palco degli spettacoli è piaciuto, di meno l’aspetto complessivo della piazza. E’ il caso di pensare a piazza XXVI giugno? E’ distante dal Paese? In ogni caso resta un aspetto migliorabile.

C’è chi argutamente ha rilevato che la musica non è necessaria tutte le sere. Bastano uno o due spettacoli ben fatti e che lascino il segno. Di musica se ne ascolta in ogni dove e ad ogni ora, è il silenzio che manca (anche in una festa). E allora forse un’attenzione maggiore a quanto e cosa si propone andrebbe messa. Nessuna lamentela invece per il traffico forzatamente deviato, e nessun particolare problema è stato riscontrato.

La sfilata, momento atteso con curiosità, trova sempre critici irriducibili su qualche particolare. E’ ovvio che sotto questo aspetto, malgrado lo sforzo delle contrade, molto di più si può fare, a cominciare dai “quadretti” e dai temi proposti.

Infine, ma non per importanza, i giochi al campo. L’aspetto agonistico andrebbe studiato meglio, non perchè c’è chi dice che vincono sempre gli stessi (il Granocchiaio) ma proprio per dare alla competizione maggior risalto. Magari diluendo le partite lungo tutto l’arco della settimana invece di accorparle in due giorni soltanto, dando vita ad una specie di mini campionato con sfida finale tra le prime due. Che i più forti aspettino in finale gli sfidanti fiaccati dai turni preliminari non convince più.

C’è poi una considerazione a cui, a questo punto, non si può sfuggire: troppa poca gente dai comuni vicini e dagli stessi centri abitati di Chiusi si riversa allo scalo nei giorni della festa. Bisogna decidersi, o si fa una festa con e per i giovani della stazione o va curato con pià attenzione anche l’aspetto promozionale che non può risolversi in qualche articolo sui giornali e in qualche manifesto in più.

Ciò che è indiscutibile è che Chiusi scalo in questi dieci giorni ha vissuto un clima che aveva perso da tempo immemorabile.  

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6 risposte a Ruzzi: considerazioni su una festa che cresce

  1. pmicciche scrive:

    Accanto al Bar “L’Espresso” (Dopolavoro ferroviario) c’è un’area vuota. Un prefabbricato in legno – parzialmente scoperchiabile d’estate – potrebbe essere un luogo ideale di ritrovo stabile per giovani (e non) con musica dal vivo, letture, video-forum, installazioni, incontri. Se poi l’ipotesi Speluzzico d’estate prendesse forma, via Pasubio potrebbe essere il naturale passaggio di congiunzione. L’area è disponibile? Il costo? Non credo eccessivo o comunque realisticamente affrontabile. Quello che è certo è che senza un luogo stabile e predisposto per lo scopo, l’aggregazione diventa più difficile.

  2. marco lorenzoni scrive:

    Che fare per riportare gente in strada? Cominciamo ad uscire di casa, a spegnere Sky e Tv satellitare, cominciamo tutti ad assaggiare il Kebab dei ragazzi pakistani, cominciamo a riappropriarci degli spazi (lo Speluzzico per 3 mesi in piazza Garibaldi? buona idea, parliamone), cominciamo a proporre musica nei bar e nelle piazzette; ricomiciamo a pensare che il gelato è meglio al bar che in formato famiglia a casa… Che il caffè si prende con gli amici… che la partita è meglio vederla insieme ad altri… e che anche quelle del Chiusi sono partite da vedere, così come quelle della Vitt al Palasport…
    Cominciamo a pensare che i Ruzzi della Conca sono la festa di tutta Chiusi, come la festa del’Uva, Santa Mustiola o il Tria Turris…
    Che se i tamburini fanno un po’ di chiasso lo fanno per farci divertire…
    Ricominciamo a vivere come sapevamo fare. Difficile?
    Mah, se lo facevamo prima possiamo farlo anche oggi…

  3. enzo sorbera scrive:

    A questo punto, non credo sia un problema il parcheggio allo scalo: l’impatto di questi giorni è stato forte, ma, io almeno, non ho mai avuto problemi di parcheggio.
    Direi che occorra una continuità di iniziative – e relativa pubblicizzazione – che facciano diventare abitudine “il giro a Chiusi”. Non sono d’accordo con Agnese sull’idea dello “speluzzico” estivo: un bar in più – per quanto trendy – non credo faccia richiamo più di tanto. E’ di sicuro un buon punto di aggregazione, ma credo che sia una novità destinata a stancare.
    Due parole su Chiusinruzzi. L’idea di fornire – per quanto sperimentale – una connettività illimitata senza barriere ha riscosso un buon successo. Probabilmente, se pubblicizzata nei comuni limitrofi, avrebbe aumentato il numero dei visitatori. Maria Gliatta di Bogart ha fornito l’appoggio di connettività e LB Office ha fornito la strumentazione hardware necessaria.
    La stessa LB ha fornito la strumentazione per la connettività Chiusipromozione in Città – dove abbiamo “appoggiato” la connessione sulla ProLoco -. E’ ancora presto per un bilancio, ma abbiamo ottimi riscontri.
    La sperimentazione in Città continuerà fino a tutto settembre – c’è stata una richiesta specifica in tal senso da parte della ProLoco, che raccoglie le indicazioni di gradimento dei turisti -.

  4. Mi permetto di rispondere alla Sig. Mangiabene…….
    una campagna pubblicitaria mirata…..tempo fa ho visto, sui cartelloni pubblicitari vicino alle scuole del ex Campo della Fiera, un poster che faceva pubblicità ad un evento a Spello!…..però tutto questo sarebbe inutile (e credo dannoso) se non ci sono parcheggi per accogliere i visitatori, sia allo Scalo e, in particolare, a Chiusi Città.

  5. Concordo con Luciano su tutto! Sono rimasta sbalordita anche io dalla notevole quantità di gente che camminava per le strade di Chiusi durante i due giorni di Sbottegando; era proprio bello da vedere. Mi ricordo, però, che quando ero piccola, le strade di Chiusi, il sabato sera, erano gremite di gente, quasi come durante Sbottegando; insomma, quella folla di allora era la normalità. Che fine ha fatto la gente? Ok, bella la festa, bravissimi! Però non ci si può limitare a riportare gente in paese solo una settimana all’anno. Cosa possiamo fare per far pulsare di nuovo questo paese? Certo, partire dalla gestione di uno spazio tipo “Speluzzico” per tutta l’estate può essere un buon inizio. Vediamo se sarà concesso!

  6. enzo sorbera scrive:

    Ho partecipato ad alcune iniziative, mentre altre le ho “tradite” per impegni su altre città limitrofe. La musica tutte le sere, ovviamente, non è obbligatoria, ma non guasta. Magari, un migliore impianto e un migliore “dosaggio” delle voci (un mixer migliore, insomma :-)) avrebbero effetti positivi immediati. Notevoli i “Riserva Moac” – si sono confermati per come li conoscevo -, ma hanno fatto la loro brava figura anche altri che ho seguito. Potrebbe essere l’occasione per “promuovere” gruppi locali. La nota dolente erano i prezzi non proprio “popolari”. Il richiamo nei confronti dei centri vicini si è affievolito perché c’erano diverse concomitanze (dalla Cena multietnica di Città della Pieve alle iniziative chiancianesi sul cinema: stella di richiamo era Neri Marcoré). Nel complesso, mi è parsa una manifestazione migliore degli scorsi anni.

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