di Carlo Giulietti
Come quasi tutti sapranno il 16 prossimo, salvo ulteriori rinvii a causa della situazione conseguente alle alluvioni in Toscana, si dovrebbe riunire il Tavolo Tecnico relativo alla individuazione della fermata dei treni ad Alta Velocità (AV) nella tratta Roma-Firenze.
Le soluzioni al vaglio sono cinque in totale, suddivise in due tipologie:
1) La cosiddetta “opzione zero” che consiste nel lasciare e potenziare le due stazioni esistenti di Chiusi Chianciano Terme e Arezzo Centro
2) La seconda posizione, invece, vorrebbe portare a realizzare una nuova costruzione, con annessi servizi, collegamenti, ecc, nelle campagne della Val di Chiana, scegliendo tra “Zona Rigutino”, Zona Creti-Farneta, Zona Tre Berte di Montepulciano con annesso anche ulteriore casello autostradale con collegamenti ecc.
Da precisare che la prima soluzione, teoricamente, potrebbe anche veder separare le due stazioni e la scelta cadere solo su Arezzo o su Chiusi. Questo è un punto importante per la stazione chiusina perché il 16 dovrebbero essere scartate due delle cinque ipotesi in campo:
Senza scendere in dati tecnici, che potrebbero anche rivelarsi secondari, considerando solo l’aspetto degli “appoggi politici”, le scelte meno FORTI appaiono evidentemente Chiusi CT e Tre Berte (quest’ultima anche criticata nel merito, in relazione all’inserimento nel piano strutturale intercomunale, dai tecnici della Regione Toscana).
I politici locali, i sindaci in primis, infatti hanno preferito, piuttosto che puntare tutto sulla scelta delle stazioni storiche, in questo caso Chiusi, inventarsi un “castello in aria” su cui “scommettere” e scartata anche per motivi tecnici, la stazione volante alle Biffe-Cardete, magheggiando, hanno tirato fuori dal cilindro la nuova “Tre Berte City”, pure contrabbandata come Montallese.
Questo ha reso Chiusi Chianciano Terme l’anello più debole dei cinque.Se non fosse stato per il lavoro dell’associazione che in pochissime uscite ha raccolto quasi QUATTROMILA firme a sostegno, anche ad AREZZO, oggi per la nostra stazione non ci sarebbero speranze.
Tutto ciò è stato fatto presente al nostro primo cittadino incontrato nei giorni scorsi da alcuni rappresentanti e gli è stato chiesto di prendere ufficialmente una posizione DECISA e farsene portavoce con tutti i suoi colleghi dell’intercomunale, prima che sia troppo tardi, prima del Tavolo Tecnico. Il loro immediato supporto sarebbe dovuto!
Preciso, per chi si avvicini solo adesso all’argomento, che l’associazione per la valorizzazione delle stazioni esistenti, ex comitato, costituita recentemente, si sta battendo per evitare nuovo consumo di suolo agricolo in zone di pregio ambientale, anche in prossimità di riserve naturalistiche (pure i drammatici avvenimenti di questi giorni, ci ricordano quanto ci sia necessità di evitare superflue cementificazioni), e l’impiego delle strutture esistenti già pronte allo scopo. In aggiunta ritiene necessario che si investa nel miglioramento e nel recupero delle strutture esistenti di RFI e nei collegamenti viari stradali e ferroviari con le zone limitrofe affinché gli utenti possono avvalersi più agevolmente delle due strategiche stazioni.
Questo anche in considerazione del fatto che da decenni non si interviene sulle nostre infrastrutture con investimenti consistenti e non rinviabili, a prescindere dall’alta velocità.