Eletta parte della nuova Giunta. Che ci sarà dopo la retorica?

di Paolo Scattoni

Questa mattina primo Consiglio comunale. Gli assessori sono Mattia Bischerti, Valentina Frullini e Maura Talozzi. I primi due sono stati i più votati della lista di coalizione. Manca il quarto componente che assicura il sindaco arriverà nei prossimi giorni. Il motivo del ritardo non è stato dato. Il Sindaco ha assicurato che sarà un tecnico di grandi competenze, ma quali non si sa.

In queste occasione un po’ di retorica (forse troppa) ci sta. Quello che però colpisce è la mancanza di qualsiasi forma di riconoscimento dei tanti punti critici lasciati in eredità dall’amministrazione Bettollini. Se come dice lo slogan elettorale, ripetuto anche oggi che si “riparte da qui”, si va poco lontano se questo riconoscimento non c’è.

Secondo me è mancato il punto fondamentale: una valutazione dello stato del bilancio. L’impressione che molti hanno avuto negli anni è di un’intensa opera di cosmesi.

La riconferma da parte del sindaco della Fondazione Orizzonti senza un cenno al suo stato finanziario mi ha lasciato perplesso. Sui temi ambientali si è rimasti molto sul generico da parte di tutti. Associazioni di cittadini hanno chiesto prima delle elezioni una posizione su quello che si farà in zona Biffe. Questi interrogativi continuano a non essere affrontati. I contratti per il fotovoltaico avrebbero un entrata teorica annua di circa 77.000 euro, ma come si sa molti mancano all’appello.

I 77.000 euro sono ben oltre i 60.000 pagati per il Palazzo delle logge da parte di gruppo privato. Chissà magari continuando a non riscuotere da una parte si porrà il problema di una vendita del palazzo stesso.

Niente è stato detto sulla gestione del patrimonio comunale. Niente è stato detto sulla vicenda Villetta ed i rapporti con la scuola.

Purtroppo con la sola retorica si va poco lontano.

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5 risposte a Eletta parte della nuova Giunta. Che ci sarà dopo la retorica?

  1. carlo sacco scrive:

    X Paolo.Forse non mi sono spiegato bene ma cosa intendi dire che” tale organismo non sempre funziona?”.Per quanto ne sappia io credo che il revisore controlli ed attesti la corrispondenza dell’attività contabile a ciò che è stato deciso dal consiglio e che il bilancio possa puntualmente rispecchiare l’attività di entrate e di uscite consequenziale alle decisioni prese nel consiglio per l’introito e la destinazione delle uscite nei capitoli di entrata e di spesa prevista.Se la cosa è questa, cosa vuol dire che ”tale organismo non sempre funziona? ”Non mi sembrerebbe possibile questo. Premetto che non mi intendo per nulla di bilanci di enti locali ma credo che sia possibile da parte dei consiglieri prendere visione del pregresso ed analizzarne i contenuti ed ecco perchè mi sono permesso nel dire che da parte delle opposizioni sarebbe una delle prime cose da fare quella di controllare o di far controllare da persone idonee se siano stati soddisfatti sia i controlli di forma sia quelli di sostanza degli adempimenti provenienti dalle decisioni del Consiglio e la loro precisa collocazione in bilancio.Mi posso sbagliare ma penso che tale materia non sia regolata solo da un regolamento comunale ma sancita da disposizioni che ne stanno sopra,diversamente da questo un normale controllo democratico sarebbe inficiato e limitato.Forse da quanto ho detto si evince la mia non conoscenza della materia ma mi sembrerebbe normale che possa essere così.

  2. pscattoni scrive:

    Carlo (Sacco) quello che proponi è il revisore dei conti che già c’è. Purtroppo non sempre funziona altrimenti certi comuni non si troverebbero all’improvviso in “pre-dissesto” o addirittura “dissesto”.

  3. carlo sacco scrive:

    Io credo che una delle disposizioni permanenti della nuova Aministrazione possa essere quella dell’istituzione di una osservazione delle verifiche ed analisi di bilancio e del parallelo studio delle voci e dei capitoli di spesa,ma questo va fatto senza insinuare dubbi di sorta perchè tale cosa la giudicherei sbagliata in partenza e darebbe adito a voci che potrebbero produrre un effetto negativo.Fra l’altro l’assunzione di tale compito deve vedere la partecipazione di tutti e non solo di alcuni ed il punto fondamentale è quello dell’affidamento di detto controllo a personale competente e completamente sganciato dalla politica.Quest’ultima condizione ritengo che sia cosa più difficile ad ottenersi ma questa è una cosa che l’Amministrazione DEVE alla Città,proprio per eliminare i possibili dubbi e le illazioni che da molte parti in questi anni sono state espresse,e per fare questo ci si deve servire di personale sganciato TASSATIVAMENTE dalla politica.Ecco un primo terreno fertile per le opposizioni. L’esame”politico” dei cespiti interessati va fatto in ben altra sede e non è compito di chi esamina tecnicamente la veridicità e la regolarità dei bilanci,ma dovrà essere fatto dando la massima divulgazione pubblica alla questione,magari ed ancor meglio seguita dalle considerazioni politiche che ne potrebbero derivare.In pratica si inizi a governare con iniziative di qualità ed indipendenza perchè è questo che Chiusi si attende adesso.

  4. pscattoni scrive:

    X Carlo Sacco. Se leggi meglio vedrai che la “cosmesi” è riferita al bilancio che ci è sempre stato detto essere sano. Invece io dubito. Lo diceva Einaudi ai suoi studenti: bisogna partire dal dato che i bilanci pubblici sono sempre “falsi”. Io dico che la prima cosa da fare è una verifica.
    Certe posizioni, purtroppo anche all’interno del PD partono dall’assunto che “qualcosa di buono è comunque stato fatto. A parte alcune decisioni marginali io credo che l’amministrazione degli ultimi dieci anni e mezzo sia stata un disastro. Quelli che lo negano mi sembrano come quei nostalgici che messi di fronte ai disastri del fascismo ti rispondono che “qualche cosa di buono Mussolini l’ha fatta”. Una gigantesca idiozia.
    Ho ascoltato con preoccupazione l’intenzione del mantenimento della Fondazione Orizzonti. La Lega in una interrogazione in Consiglio Regionale ha fatto un bilancio. I contributi pubblici (comunali, statali, regionali, ecc.) in nove anni sono stati più di un milione e settecentomila euro. La Fondazione oggi è impegnata a pagare mutui per il ripianamento del debito. Con quali risultati. Si può dire o è una colpa di lesa maesta?
    Si potrebbero portare molti esempi. Io nel post riporto quello della mancata riscossione dal fotovoltaico.
    Non vorrei che la presa d’atto del disastro sia poi presa a pretesto per la vendita (o svendita del patrimonio pubblico.
    In questo contesto la partecipazione è certamente urgente. Non sarò certo io a negarlo visto che la studio da quasi mezzo secolo. Deve essere un esercizio serio e non soltanto uno slogan.

  5. carlo sacco scrive:

    Vedo che sei d’accordo con me sulla”cosmesi”anche perchè vedo che le cose che dici e che debbano avere soluzione esistevano anche prima e sono quelle le principali che enunci tu.Occorrerebbe però andare a chiedersi il perchè di questa cosmesi ed allora lì le ragioni si moltiplicano e si vedrebbe che non è solo quella dell’uomo solo al comando ma è della”mano di bianco”che è passata sulla popolazione,della quale mano sono responsabili anche e soprattutto i fatti nazionali,le segreterie e via via giù su tutta la linea fino ad arrivare allo specifico di Chiusi sommandoci però nello specifico la ”particolare reggenza-dipendenza di Chiusi” dagli intrecci e condizionamenti di chi stia dietro.Se non si risolve questo problema saremo sempre sulla linea di partenza e la corsa non partirà mai,ed allora la gente deve prendere coscenza che deve staccarsi da tutta questa ”colla”e partecipare per davvero e non essere indirizzata,manovrata ed usata perchè il problema dell’uomo solo al comando stà proprio qui.Questo è il più grande problema che come altri sta’ davanti a Chiusi e se non si risolve questo con la partecipazione vera che in questi anni non abbiamo MAI VISTO,non si và da nessuna parte nè con i bravi ragazzi nè con bei discorsi.Ci vogliono i fatti sennò stiamo ad abbaiare alla luna e vince quell’apparato mediatico che si basa sulle apparenze e sulle parole che vengono dette dai bravi ragazzi che in qualche modo c’erano anche prima.

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