di Paolo Scattoni
Meno di quattro anni fa Jeremy Rifkin pubblicava la “Terza rivoluzione industriale” dove ipotizzava un confronto fra una produzione di energia a distribuzione centralizzata e quella invece prodotta e distribuita localmente. Due anni dopo lo stesso autore ha pubblicato un secondo volume da titolo “Società a costo marginale zero“. Anche in questo libro insieme ad altre innovazioni da nuova rivoluzione industriale si ipotizza una drastica diminuzione dei costi energetici e la sua produzione decentrata. L’energia solare per Rifkin è al centro di questa rivoluzione. Leggendo il libro si è presi dal dubbio. Davvero possibile? Se si analizzano però i dati che ci fornisce Bloomberg (aggregato mondiale) la risposta è decisamente affermativa. Anzi siamo molto improbabilmente capaci di accoglierla tempestivamente, Nella figura tratta da uno studio della società Bloomberg si vede un calo drastico del costo dell’energia solare dal 2009 ad oggi. Si è passati da un costo di 350 dollari al megawatt/ora a meno di 100.
Tutto questo in un arco di appena sette anni. Certo questa transizione è diversa da paese a paese, ma in Cile e Spagna già una realtà. In Italia sarà una questione di due o tre anni. le leggi ci sono. La legislazione attuale permette di avere un sostanzioso sconto fiscale non solo per la produzione di energia ma anche per l’istallazione di automazione da introdurre in abitazioni e aziende per il risparmio energetico.
A me pare che il problema vero in luoghi come il nostro sia la disponibilità di tecnici e imprese capaci di fornire adeguati servizi e informazione. Se davvero fra tre anni la produzione di energia elettrica dal sole sarà più conveniente senza incentivi sarà più conveniente di quella distribuita saremo capaci di affrontare il problema. A Chiusi si è intelligentemente approfittato dei generosi incentivi allora disponibili. Oggi come detto non è più una questione di soli pannelli solari, ma anche di aggiornamento sulle tecnologie domotiche.
La nostra scuola è pronta a riorganizzarsi da subito su queste tecnologia in modo tale che i diplomati del 2020 possano dare adeguate risposte? Quale forme di informazione possiamo mettere in atto?
Produzione di energia e domotica sono fra loro relazionate, ma fanno riferimento a aree disciplinari diverse. Per chi ancora si attarda a rispondere alla crisi ancora su settori come quello dell’edilizia sarà un bel rompicapo.
La velocità è solo un aspetto del cambiamento. Il paragone potrebbe essere portato con un trenino monorotaia: il problema più grosso, più della velocità con cui corre, sono le sterzate repentine che fa e che mettono in subbuglio lo stomaco dei passeggeri. Il malessere di chi oggi si trova “al palo” – senza dimenticare che si tratta, tra l’altro, di una precisa strategia di espulsione perseguita sulla scorta di teorie neoliberiste che hanno fatto breccia persino nella magistratura (di questi giorni una sentenza che avalla il licenziamento per massimizzare il profitto) – è proprio quello di non sentirsi in grado di recuperare. E’ comunque un aspetto anche fisiologico. Se si pensa che l’entanglement in fisica e tra i fisici è ancora – dopo quasi cento anni di dibattiti – oggetto quasi misterioso, è chiaro che i tempi di elaborazione degli eventi da parte delle persone sono “fuori fase”. In questo, la scuola può dare una mano con una formazione che stimoli la curiosità e l’eterodossia. Qualcosa è in movimento, ma tanto c’è ancora da fare.