La scalata alla vetta

di Rita Fiorini Vagnetti

La notizia che il sindaco Scaramelli sia tra “i papabili alle prossime elezioni regionali” non ci giunge, almeno qui a Chiusi, di sorpresa. Ormai per l’amministrazione comunale di Chiusi, o per meglio dire per la maggioranza, non è una novità anzi: è quasi “un titolo di merito”,”uno sgabello” per salire a vette più alte, lasciando dietro di se promesse elettorali, prese di posizioni determinate e, al momento delle passate elezioni amministrative, messaggi non solo di serenità, sarebbe il minimo, ma di realizzazione di un mondo migliore

“I poveri non sono più tanto poveri, i deboli sono rafforzati da pillole di coraggio e, forse, il territorio diventa più appetibile perchè più sicuro o, per meglio dire, messo in sicurezza. Le aziende non chiudono anche quelle storiche come sta sfortunatamente, invece, accadendo, i disoccupati diminuiscono e il lavoro aumenta”

Ma tutto ciò è solo una pia illusione, un miraggio che “scoperte le carte” ci amareggia ancora di più. Per la Valdichiana, vorremmo aggiungere, non è una soddisfazione che , a metà o quasi mandato, i sindaci, che hanno caparbiamente voluto, scelto di farlo, decidano di abbandonare il campo di azione, non certo “fruttuoso” (ci viene da pensare) come quello regionale.

Ma “l’alunno non può rimanere dietro al maestro”? Il buon Renzi docet e non si può essere da meno! Ovviamente, questo è il pensiero di un’opposizione che ha visto e vede l’attuale amministrazione all’opera e che non ha condiviso, se non pochissimi, passaggi di un’impostazione politico-amministrativa veramente inadeguata alle reali necessità del territorio. E ciò non cade dall’irreale: interrogazioni, interpellanze, articoli giornalistici hanno per oltre due anni messo in evidenza tale stato di cose con coraggio e ben sapendo che è, purtroppo, voce nel deserto. La maggioranza ha sempre ragione! La legge elettorale, infatti, come in altre occasioni puntualizzato, non consente alle minoranze di fare molto se non essere custodi, guardiani, controllori di un “sacrario spesso inespugnabile”. E ritengo che questo sia stato fatto!

Gli elettori, a conti fatti, ci viene da chiedere: osanneranno a questa nuova forma di abbandono da parte del sindaco o faranno qualche riflessione in più? E, al momento del voto, faranno un’opportuna , mirata scelta, non quella però, speriamo, dell’astensionismo con l’aggravante emotivo: “tanto sono tutti uguali”?

Ciò non è sempre vero e qualcuno può rivendicare un modo di agire trasparente, lineare e coerente, pur nella certezza di una non vittoria elettorale. La vera vittoria è quella di poter parlare francamente, senza timore di essere smentiti nei fatti. Ognuno porta dietro di se il proprio percorso, il proprio passato pur con inevitabili ombre ma sempre “di apparenza non certo di sostanza”.