Memoriale di un’esperienza che ha segnato la vita

 

di Marco Fè

<Che cosa è rimasto nello zaino di quel campo vita a Peschici del 1975?>. Si sono posti questa domanda i trenta <ragazzi di Don Mosè>, ora tutti più che cinquantenni, che si sono ritrovati al Lago di Chiusi sabato 24 e domenica 25 per rivivere insieme una giornata di campo.

Le risposte sono state le più varie: valori morali, l’amicizia vera, la sobrietà della vita, il coraggio per superare le difficoltà, la capacità di abbandonarsi alla Provvidenza, il rispetto degli altri e delle diversità, la responsabilità di trasmettere certi valori ai figli, la capacità di dire la verità nella carità, avere la consapevolezza che la perfezione consiste nell’essere se stessi, la bellezza di una vita vissuta intensamente dove acquista senso anche l’azione più piccola e insignificante, inizio di un cammino di spiritualità. Risposte unite tutte dal denominatore comune di aver vissuto un’esperienza straordinaria che ha segnato la vita.

In tutte le risonanze sono apparsi gli effetti di quella Parola, seminata quaranta anni fa che <non ritorna a Dio senza effetto, senza aver operato ciò per cui è stata mandata (cfr. Isaia 55,11)>. Alcuni lo hanno riconosciuto, altri no, ma per tutti è stato un incontro con il Signore. E l’intensità e la commozione con cui è stata celebrata la S. Messa, presieduta da Don Carlo Sensani, ne è stata una sicura conferma. Commozione intensa, anche se attribuita, per comprensibile rispetto umano, all’allergia per l’impollinazione dei pioppi.

E Don Carlo, nell’ omelia ha opportunamente sottolineato la differenza tra i dieci comandamenti dell’ Antico Testamento e le Beatitudini del Nuovo, ovvero tra la Legge e la Grazia, di cui tutti possono usufruire per la presenza permanente <dell’altro Paraclito> che è lo Spirito Santo. Erano giunti la sera prima da ogni dove, anche da Chianciano, Latina, Pistoia, Pontedera, Firenze e Parigi. Hanno montato le tende, preparato il bivacco, acceso il falò per l’ <Ora delle stelle>.

Tutti per mano, in cerchio, intorno al fuoco, come quaranta anni fa. Tra i due canti di rito come <Al cader della giornata> e <Signor ai tuoi piedi prostrati> la riflessione calda e solenne di Don Mosè, giunto per l’occasione tra i suoi ragazzi. Sotto le stelle, con il crepitio del fuoco la benedizione impartita dal <Patriarca> seguita da quel <Buonanotte sciorni!> che tutti aspettavano di sentirsi dire. L’arrivederci al prossimo appuntamento è stato arricchito da progetti per il futuro, tutti volti a proseguire in quel cammino che è troppo bello e vero per poter essere abbandonato.

 

 

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Una risposta a Memoriale di un’esperienza che ha segnato la vita

  1. paolo scrive:

    non c è nessun commento perche non c è nè bisogno. non sono le elezioni dove tutti hanno vinto anche se hanno perso e tutti vanno per un mese in televisione a pagamento perche il voto va interpretato. qui si va a pagamento, ma a appagamento deele nostre emozioni, dei nostri desideri, delle nostre speranze. perche tutti sappiano che i desideri non invecchiano quasi mai con l età (battiato docet). il nostro desiderio era incontrarci insieme di nuovo ed è per questo che è successo. un bacio a tutti nella speranza che la prossima volta potremo essere molti di piu

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