Celestino

 di Gianfranco Barbanera

Dire Celestino e’ dire “logo di Chiusi”.

Tu gli dici “perché” e lui ti risponde

“Ci sono nato”.

  Celestino e’ vecchio, lento e sereno come questo specchio d’acqua nostrano, che forse per questo viene chiamato “chiaro”.

  Alto, scarno arriva in silenzio con i suoi anni appoggiato al bastone.

   Le anitre e i cigni lo considerano la loro “mamma” e non e’ un vezzo letterario, ma quanto risulta agli esperti di comportamento animale, i cosiddetti elogi.

   Arriva ogni giorno, alla stessa ora, con il suo secchio di pane bagnato, mais e avanzi delle cucine.

   Loro, gli acquatici, lo vedono ma non gli corrono incontro: continuano a giocare tra loro, fingendo d’ignorarlo.

   Sanno che lui e’ li’ e non se ne andrà. Amano la sua “presenza” e cercano di farla durare piu’ a lungo possibile, anche se la la fame li tenta.

   Il cigno nero, orgoglioso, naviga addirittura verso il lago, quasi per godersi il privilegio di essere “solo”…in presenza della mamma.

   Non lo senti arrivare, Celestino. appare

Tutte le creature del Chiaro lo avvertono col primo alito di vento

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