Sembra che il Carnevale dei Ragazzi, dopo 60 anni di gloriosa tradizione, si sia concesso un anno sabbatico. E’ scomparso improvvisamente, senza dir nulla e senza lasciare eredi. Piuttosto che una morte naturale però sembra che sia stata un’eutanasia. Forse non se n’è accorto neppure lui. Se ne sono resi conto invece i suoi fedelissimi, che non sono pochi ed hanno tutti i capelli grigi, quando hanno visto le sparute locandine che annunciano il programma di domenica 10 e martedì 12.
Tutto appare normale, come da tradizione, sfilata del carnevale per le strade e veglioncino al Mascagni, domenica a Chiusi Scalo e martedì a Chiusi Città. C’è poi anche la bella novità della collaborazione dell’ Istituto Comprensivo, della vivace e intraprendente associazione Volto Amico, della Società Sportiva Montallese e delle immancabili Ada ed Auser.
Pur ricalcando gli stessi schemi del Carnevale dei Ragazzi, la manifestazione, organizzata dalla Pro Loco, si titola con il più generico ed anonimo <Carnevale di Chiusi>. E quasi a ribadire il taglio netto con il passato e rimarcare l’assoluta novità, lo storico logo dell’arlecchino in posa di personaggio etrusco disteso sul sarcofago ha lasciato il posto ad un paffuto e sorridente bambino a braccia aperte con sullo sfondo la torre del Duomo.
Niente da eccepire, i tempi cambiano e tutto si trasforma. Ma c’è qualcosa che non torna e la contraddizione è resa palese dalla didascalia <61^ edizione>. Molti si domandano perché questa prima iniziativa del <Carnevale di Chiusi> debba fregiarsi di una storia così lunga che è propria del Carnevale dei Ragazzi, che proprio nel 2012 aveva festeggiato la 60^ edizione.
Si potrebbe obbiettare che, come diceva il Manzoni, i nomi non sono che accidenti e quello che conta è la continuità dell’iniziativa. Ma per continuare bene bisogna necessariamente porsi in linea di continuità con il passato, nel rispetto della tradizione e di tutte quelle parsone che l’hanno portata avanti per oltre mezzo secolo. Il Comitato Cittadino Carnevale dei Ragazzi, sorto nel 1954 per una felice idea di Don Mosè e formalizzato nel 1967, è stato un evento di costume che, negli anni ’50, ’60 e ’70, ha caratterizzato positivamente la Città di Chiusi e l’ha fatta centro di un bacino di utenza che abbracciava il sud della Val di Chiana e la parte occidentale dell’ Umbria.
A questa manifestazione sono legati i ricordi di moltissime persone che, proprio nel Carnevale dei Ragazzi, hanno scoperto il senso dell’appartenenza e della gioia condivisa. L’entusiasmo, la visione serena dell’uomo, del mondo e delle cose, lo spirito e lo stile del Carnevale dei Ragazzi hanno costituito il paradigma organizzativo di molte altre associazioni, quella dei <Ragazzi in Gamba> in prima fila. Come tutte le cose, con il passare degli anni, ha subito l’usura del tempo e la concorrenza delle iniziative sorte, per imitazione, nei paesi vicini ed il Carnevale dei Ragazzi ha perso lo smalto iniziale e, solo per opera di un pugno di volenterosi, è rimasto in vita nella tradizione del paese, sempre in attesa di tempi migliori.
Negli ultimi anni la manifestazione è stata gestita dalla Pro Loco che ha avuto il merito di portarla avanti ma che non ha il diritto ne’ di stravolgerla ne’ di farla finire in quelle che sono le sue caratteristiche peculiari. Perché non è cosa sua, l’ha solo avuta in gestione. Il Carnevale dei Ragazzi appartiene alla tradizione del paese.
Il prurito di novità non paga e la superficialità e la scorrettezza non sono le condizioni ideali per progredire. <Siamo nani sulle spalle dei giganti> ammoniva Bernardo di Chartres nel XII secolo e voleva dire che riusciamo a vedere più lontano perché facciamo tesoro del passato. Una delle crisi della società contemporanea è di essere smemorata. Nel mondo come a Chiusi.
13 risposte a Eutanasia di un carnevale