Per chi non si è lasciato incantare dalla retorica martellante (le primarie sono state una festa della democrazia!) è forse utile approfondire alcune questioni che sono emerse in questo prolungato show politico.
La vittoria, ampiamente scontata, di Bersani ha dimostrato che l‘apparato del Pd pur avendo in mano tutto non riesce più a farsi seguire docilmente nemmeno dai suoi elettori. I clamorosi risultati nelle zone più rosse del paese sono il segnale inequivocabile che anche il popolo del centro sinistra ha ormai interiorizzato certi temi: quelli della casta, per capirci. In Toscana, a Siena e in provincia dove comandano da sempre i soliti noti è ovvio che le popolazioni vedessero in certi personaggi (Bindi, Rossi, Ceccuzzi, Ceccobao…tutti schierati con Bersani) l’incarnazione dei “vizi della casta”. E’ su questo dato di fondo che ha potuto agevolmente impostare la sua campagna il sindaco di Firenze.
A Chiusi, l’attivismo del sindaco Scaramelli (e di Bettollini) ha fatto il resto, ma è indubbio che Renzi qui avrebbe vinto comunque (anche se con percentuali minori).
In molti si sono lamentati sostenendo che i consensi di Renzi sono il frutto di una infatuazione giovanilistica “a cambiare” e non il segno di una convinta riflessione politica. Anche su questo aspetto, che senza dubbio ha fondamenti di verità, occorrerebbe riflettere con maggior pacatezza e distacco. La prima considerazione che viene da fare è che dietro tutti i successi politici si nasconde l’insidia insita nel suffragio universale (che è solo un aspetto della democrazia).
Il fatto che tutti votino lo riteniamo ovviamente un fatto giusto ma è ridicolo misurare poi il consenso in base ai programmi e alla statura politica dei vari personaggi. La gran parte della popolazione vota su questioni di cui non ha la più pallida idea e vota in base a sensazioni, simpatie, quando non semplicemente dietro compenso o costrizione. E allora se così è, e nessuno fino ad oggi ha smentito questo fatto, non ci si può attaccare al fatto che la gente non sa cosa vota. Quando il nostro mister 80% mieteva successi, i suoi fan non facevano certo questi discorsi.
Un altro fatto evidente è che con queste primarie si è definitivamente chiusa l’epoca Ceccobao. L’assessore regionale, il più potente politico delle nostre zone (dopo la Bindi) esce clamorosamente sconfitto da questa prova di forza. E’ stata proprio la sua presenza nel comitato Bersani di Chiusi a spingere tanti elettori verso Renzi. Insomma un valore aggiunto… ma per il sindaco fiorentino. Il dopo Ceccobao sarà migliore? Vedremo. Certo, far di peggio è assai difficile.
L’ultimo aspetto che vorrei richiamare riguarda gli strascichi che le primarie lasceranno. All’interno e fuori dal Pd. Se il sindaco Scaramelli scrive di “aver subito minacce, insulti, soprusi, offese, ruberie, attacchi personali…” che opinione può farsi un cittadino di quel partito? Tra gli sconfitti non tira un bella aria, molti sono risentiti e si sentono beffati dalla vecchia nomenclatura di partito. Riporto un commento, il primo che ho trovato:“Oggi mi sento triste nonostante i risultati in provincia di Siena e Toscana e sopratutto in tutta Italia…. abbiamo paura del cambiamento e ora avanti con i dinosauri, con le feste della Bindi e di baffo D’alema… che schifo… siamo proprio un paese del quinto mondo”.
Non sarà facile per il centro sinistra a guida Bersani rimotivare i tanti giovani che si erano avvicinati per la prima volta alla politica e si sono visti respingere come degli intrusi.
Ne ho ascoltato più di uno, e indovinate per chi pensa di votare alle prossime elezioni? E tutti quei cittadini, distanti dal Pd, che avevano seguito con interesse le primarie o addirittura partecipato (varcando per la prima volta in vita loro la soglia di una sezione) pensate davvero che andranno a ingrossare i consensi per il “comunista” Bersani?
I più svegli, a cominciare da baffino, queste cose naturalmente le sanno per questo non fanno salti di gioia per una vittoria che sarà pagata a caro prezzo.
5 risposte a Primarie: vittoria o boomerang?