Dopo una settima di attesa, previa comunicazione all’Ufficio Anagrafe del Comune di Chiusi per apporre la firma per il referendum anti-casta scadente il 30 luglio, e dal momento che dall’Ufficio anagrafe mi sono sentito rispondere che momentaneamente la raccolta era sospesa perché non avevano più moduli dato che il solo ricevuto era ormai pieno, ho telefonato al Comune di Città della Pieve per sapere come avessero risolto loro la questione della mancanza di moduli.
L’interlocutore sorpreso del contenuto della telefonata mi ha candidamente risposto che loro li avevano scaricati da Internet ed essendo bicolori dovevano apporre un timbro di autentificazione dal quale si rilevasse che fossero originali. Ricevuto tale informazione ho richiamato l’Ufficio Anagrafe del nostro Comune dando tale notizia e il sito internet dal quale li avrebbero potuti scaricare. Mi hanno passato un addetto che mi ha ringraziato dell’informazione dicendomi che avrebbero provveduto.
Ad una settimana di distanza, stamane Sabato 21 dopo diverse telefonate per accertarmi se la cosa fosse appianata e senza ricevere risposta alcuna, sono andato con mia moglie allo sportello per firmare. C’è stato risposto cortesemente di attendere un quarto d’ora-venti minuti poiché per questioni di lavoro l’impiegata si era dovuta occupare di altro. Abbiamo atteso con pazienza senza alcuna protesta e quando è scesa mi ha ridetto pari pari ciò che mi aveva detto al telefono la settimana prima. E cioè che aveva provato a contattare l’organo promotore del referendum sia telefonicamente che per e-mail senza ricevere alcuna risposta. Ho fatto allora presente quello che avevo comunicato già io al Comune ma lei ha risposto che non ne sapeva nulla.
Con tono di educazione e dentro le righe allora ho detto che il Comune (e non la Signora a cui mi rivolgevo) non poteva comportarsi in tal modo poiché stava conculcando un diritto dei cittadini pur comprendendo le difficoltà (che poi quali difficoltà erano lo si può capire: avrebbe dovuto chi di dovere scaricare da internet i moduli e non era una operazione da CERN di Ginevra e autenticati come si deve, la raccolta di firme avrebbe dovuto proseguire).
Ho detto senza alcuna polemica ma con tono risentito che sarei ritornato Lunedì mattina e se non avessi trovato la possibilità della firma avrei deciso in modo diverso e che chiaramente come cittadino non potevo essere a disposizione della loro inefficienza.
La Signora stessa mi ha riferito che anche altre persone sono tornate indietro risentite per lo stesso motivo della non disponibilità di moduli. Io mi domando. Cosa deve pensare un cittadino di tutto questo? Non credo che possa essere solo l’azione boicottatrice della Casta e ci sarebbe anche da poterlo pensare visti i tempi che corrono; tutto questo è unito a un detonatore più corposo che dà il segno del livello d’inefficienza a cui siamo giunti in Italia e in Comuni disastrati dall’inefficenza. Quella stessa platealmente celata dal bollettino “Chiusi Informa” panegirico di una Ammnistrazione per la quale tutto va bene, tutto è splendido, tutto è in via di risoluzione.
Dentro di me ho pensato anche che tutto è così perché gli abitanti sono così, perché le connivenze, i timori, la presenza delle famiglie che hanno i loro rappresentanti in politica e che si conoscono, per cui mettersi contro vorrebbe significare essere additati a vita al pubblico ludibrio, proteste che procedono da anni con mugugni, smorzati da una politica asfittica e clientelare o quantomeno sottosviluppata politicamente.
Chiusa insomma. E tutto concorre acciocchè sia così. E allora quando si parla di sviluppo al posto del sottosviluppo reale si parla di favole, di nebbia, di insussistenza di ogni provvedimento, e di gente che applaude tali situazioni, che se ne frega altamente perché pensa che il tutto non li riguardi. In una parola: Chiusi.
6 risposte a Referendum anti-casta: A Chiusi ancora non si può firmare