Quei senesi che si fossero illusi che la Banca MPS avrebbe mantenuto un legame indissolubile con il territorio e la Fondazione MPS non avrebbe ulteriormente diluito la sua partecipazione perdendo anche la “capacità di ultima parola nelle scelte in sede straordinaria”, oggi hanno la certificazione in bollo che gli venivano fatte credere le favole.
Non spetta a noi entrare nello specifico del piano industriale presentato, ma il dato politico di fondo è che, a nostro modesto avviso, percorrere la strada dei “tagli” al personale equivale a mortificare la maggiore risorsa che nel tempo ha contribuito a rendere grande l’Istituto bancario senese.
Questo, con “l’OK” da parte della Fondazione che vogliamo sperare non abbia letto dai giornali il piano industriale. Una Fondazione che parla di adesione del piano industriale agli indirizzi, dimenticando, ad esempio, che il consorzio nelle mozioni di indirizzo, se ricordiamo bene, era un punto fermo.
Ma la cosa ancora più preoccupante è che la Fondazione accolga con favore anche l’ipotesi di nuovo aumento di capitale (addirittura senza diritti di opzione cedibili), previsto in attesa di un miglioramento dei mercati, negli anni successivi al 2013, anno in cui ricordiamo si celebreranno le nuove elezione comunali.
Sembra impossibile che la banca, un tempo fra le più solide del mondo, con un patrimonio accumulato in oltre 5 secoli, sia arrivata a dover parlare di 4.600 esuberi, o a dover fare ricorso a circa 4 miliardi di aiuti dallo stato – Tremonti Bond – a fronte di una capitalizzazione di Borsa di circa 2,5 miliardi, dopo aumenti di capitale per 7 miliardi e vendita di qualche miliardo di asset.
A pagare saranno i dipendenti, il territorio e le istituzioni senesi.
Una città e una provincia in crisi per aver sperperato, chi ha governato, risorse enormi, senza creare ricchezza alternativa, occupazione stabile, infrastrutture.
I partiti che hanno governato il “sistema Siena” dovrebbero avere il coraggio di assumersi le responsabilità di questa situazione drammatica, iniziando a raccontare come stanno realmente le cose, loro che le conoscono bene, senza continuare a far credere ciò che non è come le affermazioni che si leggono nell’ultimo documento dell’assemblea comunale del PD in cui, fra le tante, è scritto testualmente: “la Fondazione ha ora la necessità inderogabile di diversificare il proprio patrimonio per diluire i rischi su più settori”.
Ma cosa può diversificare oggi? I debiti (così da poter confondere meglio le idee alla gente)?
*Segretario provinciale del Pdl
12 risposte a Pdl: La crisi del Monte si abbatte sui dipendenti e sul territorio senese