Stephen Hawking ha perso il suo pezzettino di carta verde con l’effige di Beniamino Franklin e la scritta ‘’In God We Trust’’, in pratica i suoi cento dollari scommessi sulla non esistenza del “Bosone” e si è dovuto (anche se scetticamente) ricredere sulla sua declamata non esistenza.
Ma per capire, da uomo della strada, l’importanza di detta scoperta è meglio addentrarci in ciò che è stato prodotto dall’intelligenza e dalla costanza di una schiera di uomini fra i quali diversi italiani d’eccellenza, ai quali l’ex ministro Gelmini dovrebbe chiedere sommessamente scusa per la gaffe partorita mesi or sono,quando era capo del dicastero.
La notizia della scoperta ha avuto grande diffusione sui media di tutto il mondo, ma come di costume già non se ne parla quasi più, segno è che il consumo di notizie ha raggiunto limiti parossistici. Nemmeno se vi fosse la notizia della fine del mondo calendarizzata si fermerebbe tutto, la gente continuerebbe a vivere la propria quotidianità pensando o che tale condizione possa essere un fatto ineluttabile oppure se ne fregherebbe. Segno è che la mente nostra è quasi totalmente comandata dai media che -da non dimenticare mai- fanno sempre capo a qualcuno, qualcosa, qualche principio e funzionano per qualche fine spesso diverso da quello dell’informazione.
La notizia della scoperta del “Bosone” non dovrebbe interessare solo un pubblico addetto ai lavori, ma almeno in Italia purtroppo la situazione è tale. Non è facile definire il “Bosone” ma c’è chi l’ha definito ormai da anni ”La Particella di Dio”, intendendo che da quella forma di energia possa derivare tutto, compresa la creazione dell’universo e il suo dispiegarsi nelle forme assunte che scorgiamo con i radiotelescopi, sino ad arrivare a quelle della materia che ci circonda nella nostra quotidianità. Quindi una scoperta che ha dell’eccezionale, ben maggiore di quella della penicillina, di certe dimostrazioni fisiche, della morfologia del globo terrestre e di tante altre cose dell’umana conoscenza.
Hanno detto, per far immaginare la sua funzione a noi uomini della strada privi di cognizioni di alta matematica e fisica, che posa essere immaginata come “una colla” che tiene l’intelaiatura dell’Universo, una particella che al contatto di altre sub-atomiche come le particelle elettroni, protoni, neutroni, neutrini ecc… scompare caratterizzando però la materia o l’energia (che è la stessa entità) con la quale venga a contatto. Ci sono voluti anni e anni di studi e applicazioni all’acceleratore di particelle del CERN di Ginevra per arrivare a stabilire se fosse stato possibile raggiungere tale traguardo e la relativa verifica e pochi giorni fa ne è stata data notizia.
Chiaramente la questione ha gettato scompiglio e anche incredulità negli ambienti scientifici di ogni parte del mondo ma è stata anche una grande iniezione di fiducia nelle equipes degli scienziati che hanno condotto l’esperimento. Le basi della Meccanica Ondulatoria e Quantistica gettate da Louis de Broglie, Plank, Bohr, Heisemberg, Pauli e da tanti altri nel passato vengono rinverdite da questa eccezionale scoperta che forse è di portata tale da non essere neppure immaginata da noi che la notizia l’abbiamo solo udita. Il cosiddetto “Principio di Indeterminazione di Heisemberg” per il quale era messa in forse l’identità di particella (movimento, velocità, massa) viene forse adesso valutato ed osservato con una lente d’ingradimento più potente e confermato ancora una volta portando tale principio a stabilire che l’energia contenuta in un oggetto possa variare a seconda di come intereagiamo su di esso.
Sono problemi che influenzano profondamente e che interreagiscono anche con la visione del mondo e quindi con la filosofia che è una base essenziale che segna le modalità della nostra esistenza e anche della nostra conoscenza. Le frontiere del sapere stavolta probabilmente hanno salito non un gradino ma una intera scala, ma ciò che più induce a riflettere è quanto detto all’inizio: la quotidianità continua come se nulla fosse avvenuto, e a pensarci bene tale modalità e condizione non è che siano un bel segno.Tale scoperta non ha per nulla concettualmente influenzato la nostra vita o almeno i segni nei media non ci sono stati.
Quei padri della Meccanica Ondulatoria e Quantistica a tale visione probabilmente si rivoltano nella tomba e forse in cuor loro avrebbero sperato di più che il brindisi di un pugno di accademici e di scenziati seppur di alto rango. Ma chiaramente i risultati della scienza a questi livelli sono destinati a produrre reazioni nel tempo. Adesso viviamoci il momento magico ed esaltante di tale traguardo!
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