Due sono i motivi che caratterizzano quest’anno i festeggiamenti patronali in onore di S. Mustiola: la commemorazione dei 60 anni dell’ordinazione sacerdotale di Don Mosè e la dedicazione al Sacro Cuore del centro parrocchiale rimesso a nuovo.
Il programma è iniziato venerdì 22 alle ore 18 in Duomo con la S. Messa presieduta dal nostro Vescovo per festeggiare Don Mosè che, in quello stesso giorno di 60 anni fa ed in quello stesso presbiterio, fu ordinato sacerdote da Mons. Carlo Baldini. Alla celebrazione eucaristica è seguita l’inaugurazione del Centro Parrocchiale ristrutturato e alle 21.30 in Duomo un concerto d’organo.
Anche la serata di lunedì 25, quando, alle ore 21 presso l’orto vescovile, è stato proiettato il documentario “60 anni di un povero prete” è stato dedicata a Don Mosè. Commemorare questo sacerdote, indubbiamente carismatico e contraddittorio, è come fare memoria di questi 60 anni non solo delle parrocchie ma anche di tutta la Città di Chiusi, in quanto Don Mosè, caso più unico che raro, suo malgrado, è stato sempre, e con alterne vicende, in questa Chiesa ed in questa Città, caratterizzandone la storia, educandone alla vita e alla fede per lo meno tre generazioni.
Infatti molte iniziative di carattere sociale, culturale, educativo, sportivo come il Carnevale dei Ragazzi, la Vitt, i Corsi Serali, il Circolo Giovanile “Graziano da Chiusi”, Ragazzi in Gamba sono scaturite dalla sua pastorale e molte hanno la caratteristica di permanere nel tempo.
Inoltre, quando Chiusi era centro diocesi e Don Mosè assistente diocesano dell’ Azione Cattolica giovanile, seppe inventare molte iniziative originali come la comunità giovanile “Ut unum sint”, l’ iniziazione alla preghiera con le settimane a Spello e i campi – vita estivi che hanno formato molti giovani della diocesi e oltre, ora adulti e sempre riconoscenti dell’opera di Don Mosè.
Strettamente legata a questa figura di sacerdote è la dedicazione al Sacro Cuore del Centro Parrocchiale ristrutturato e rimesso a nuovo da Padre Daniele, perché la prima opera che Don Mosè inaugurò fu quell’oratorio di via Nardi Dei che chiamò appunto “Associazione Sacro Cuore” e che è stato, non solo luogo d’incontro di tutta la gioventù chiusina, ma la culla in cui sono nate tutte le altre iniziative.
E’ stata quindi un’intuizione illuminata quella di Padre Daniele quando ha pensato di dedicare il Centro Parrocchiale, da lui ristrutturato, al Sacro Cuore. Ed è un segno tangibile e riconoscibile nel tempo della bontà della struttura pastorale che Don Mosè ha saputo creare e che Padre Daniele, con intelligenza, ha riconosciuto e con la quale ha avuto l’umiltà di porsi in linea di continuità.
E poi c’è un altro aspetto non conclamato ma che lega le due caratteristiche dei festeggiamenti patronali 2012 ed è una riflessione sull’attuazione del Concilio Ecumenico Vaticano II. Infatti se si guarda nel suo insieme la pastorale, non certo sistematica e immune da errori, di Don Mosè, si nota, soprattutto nella valorizzazione dei laici, una tensione, anche inconsapevole, di attuazione dei dettami conciliari. Non a caso, al tempo del Concilio, Chiusi fu un punto d’incontro di personaggi come La Pira, Carretto, Balducci ed altri, il cui pensiero e la cui azione anticiparono prima e annunciarono poi il Vaticano II.
E sempre non a caso nel 1974, quasi come frutto delle precedenti esperienze pastorali di Don Mosè, è sorto a Chiusi Città il Cammino Neocatecumenale che, si voglia o no, si pone come la più sistematica realizzazione del Concilio. Alla cui mancata attuazione illustri teologici attribuiscono i mali che ammorbano la Chiesa. “Seguendo il monito di Sant’Agostino – ci ha risposto Don Mosè quando gli abbiamo chiesto una frase che possa sintetizzare la sua pastorale – ho cercato di essere un cristiano con voi ed un sacerdote per voi”.
Un grandissimo augurio al “prete” dei Chiusini, uno di noi, dei praticanti e non, sempre disponibile al conforto, ma anche alla battuta. Un grande sacerdote!