Il fantino Pietro Locchi: Un po’ di Chiusi nella storia del Palio

di Fulvio Barni

Potremmo sicuramente dire che Chiusi sia legata a Siena per più cose, non solo per essere stata fedele alla Repubblica Senese fino all’ultimo, quando si ritirò in Montalcino, ma anche attraverso il Palio, per aver dato i natali ad un glorioso fantino. Ed è proprio a pochi giorni di distanza da quando nella Piazza del Campo di Siena si correrà Il Palio, che voglio ricordare un “anonimo” chiusino che ha avuto, ed ha tuttora, nella lunga storia di quell’antichissima corsa, un posto d’onore.

Si tratta di Pietro Locchi, detto Paolaccino (ed anche Pierino). Egli, infatti, nasce a Chiusi tra gli anni venti/trenta dell’800, ma spero di essere più preciso quando avrò rintracciato la sua data di nascita nei registri parrocchiali chiusini di quel periodo. Il Locchi, anche se poi emigrò a Lucignano, in provincia di Arezzo, è tuttora uno dei fantini più vittoriosi della storia plurisecolare del Palio di Siena, avendo vinto tredici volte nelle trentuno che vi ha partecipato.

Ha corso in tutte le contrade, escluse l’Aquila e la Civetta. Fu assoluto protagonista degli anni cinquanta dell’800, essendo riuscito a vincere sei volte in dieci anni. La lunga scia di successi di Paolaccino iniziò dalla sua seconda presenza in piazza, nel luglio del 1851, quando sfruttò, caso non raro in quegli anni, l’astio politico nei confronti della Tartuca. La Contrada di Castelvecchio contava infatti sul miglior cavallo della piazza montato da Partino. Durante il secondo giro il fantino della Torre, rimasto doppiato, si fermò e dopo aver fatto passare il Leocorno, cominciò a nerbare con forza la Tartuca, favorendo così il successo di Paolaccino.

Più sofferta fu la seconda vittoria, con i colori della Chiocciola, nell’agosto 1853. Paolaccino arrivò in questa contrada dopo la terza prova, per sostituire il Gobbo Saragiolo, fresco della sua quindicesima vittoria, rimasto vittima di un infortunio. Quel Palio fu molto movimentato, Campanino, nell’Onda, frenò a nerbate la corsa del figlio Leopoldo nella Tartuca, la Chiocciola ne approfittò e dopo aver superato il Drago, superò di un soffio anche l’Istrice. Fu con questa vittoria che Paolaccino raggiunse quattro successi consecutivi. Nel 1854 (a luglio nella Lupa, ad agosto nel Nicchio) e nel luglio 1855 ancora nella Chiocciola, dopo un intenso scambio di nerbate con la Torre, nel Palio passato alla storia per il tradimento del Gobbo Saragiolo, ai danni della Selva.

Con cinque vittorie su sette presenze, Pietro Locchi diventò il fantino più ambito dalle Contrade di Siena, cosa che gli provocò non poche inimicizie da parte dei colleghi. Nel luglio 1857 vinse ancora nella Chiocciola, dominando la corsa fin dall’inizio. Il fantino di Chiusi fu agevolato dalla confusione nata tra i canapi per ostacolare quello della Tartuca, Gano di Catera. Con i colori Chiocciola arrivò anche la quarta vittoria su quattro Palii corsi per la stessa Contrada nell’agosto 1858. Dopo tre anni, Paolaccino vinse ancora nell’Oca, nel Palio anticipato di un mese per celebrare lo Statuto Albertino. In pieno fervore nazionalistico, la vittoria della Contrada di Fontebranda era auspicata dalla maggior parte della popolazione, essendo i suoi colori uguali a quelli della bandiera italiana.

Vinse ancora nel luglio 1863 per la Contrada della Pantera. Dopo questo successo il fantino decise di diminuire il suo attivismo e disputò soltanto altri due Palii in quattro anni. Tuttavia tornò alla vittoria il 2 luglio 1868 nell’Onda, in occasione di un Palio particolare. Accadde infatti che dalla mossa scattarono solamente cinque Contrade (Aquila, Torre, Lupa, Selva e Onda), mentre le altre cinque rimasero ferme al canape. Nonostante il malumore della piazza, la mossa fu ritenuta valida. Nello stesso anno il Locchi centrò un altro cappotto vincendo anche ad agosto nell’Oca. Vinse nuovamente nell’Onda nell’agosto 1870.

L’ultima vittoria la colse il 15 agosto 1872, nella Tartuca, dopo 21 anni dal suo primo successo. Quello non fu un Palio semplice: passato per primo alla curva di San Martino, fu poi abile a schivare una mazza lanciatagli contro dalla piazza e a difendere la prima posizione dopo la grande rimonta di Pilesse che correva per la Giraffa. Dopo quella vittoria corse altre due volte, chiudendo la carriera con 31 presenze e 13 vittorie, in otto contrade diverse. Vedete bene che la nostra cittadina riesce sempre a stupirci, in tutti i campi.

 

Questa voce è stata pubblicata in CULTURA. Contrassegna il permalink.