Penso di non essere sospetto – visto che l’idea della partecipazione popolare alla spesa l’avevo avanzata (passata sotto generale silenzio e indifferenza) su chiusinews un paio di anni fa, riferendo l’esperienza di Porto Alegre (Brazil) e quando Capannori era di là da venire -, se affermo che ci ho ripensato.
Mi pare, cioè, che l’idea di coinvolgere la “popolazione” è proprio la spiaggia ultima di una mancanza totale di politica, che si fa populismo. La (famosa) casalinga di Voghera penserà di investire per migliorare la produzione di tortellini mentre l’informatico avrà di mira la diffusione urbi et orbi del wifi, magari in high fidelity
Unire più miopie non ha mai aumentato la quantità circolante di diottrie, semplicemente tutti condividono il (proprio) mondo annebbiato. C’è un problema generale di competenza (frammentaria e dispersa) e di saperi da mediare. Troppo spesso si parte da Twitter o Facebook o dai blog per raccontarsi e scatenare un (a buon mercato) tifo da salotto. Basta così, grazie.
E’ la politica che deve fare la sua parte. Se non la fa, si cambiano gli attori politici. E non serve strillare all’antipolitica come tante “signorine Felicita” cui hanno alzato le gonne: partiti con centri studi e gruppi di pressione (fondazioni?) che incassano e gestiscono pacchi di soldi hanno paura di quattro grillini (in Germania, i grillini di turno hanno incassato il loro bravo 7% politico, che non si nega a nessuno).
Scherziamo? Questi devono lavorare e fare politica, mediazione, analisi e soprattutto sintesi (che si traduce in azione per tutti), senza farsi tentare dalle scorciatoie della facile medaglietta da appuntarsi sul petto.
8 risposte a Partecipazione? Ho cambiato idea, non è LA soluzione