Gli incarichi del comune vanno sempre ai soliti professionisti?

di Anna Duchini

Gli incarichi delle amministrazioni pubbliche sono sempre dei ghiotti bocconi per i professionisti anche quando si viene pagati col proverbiale ritardo.

Queste occasioni per il professionista hanno comunque delle ricadute positive nella sua professione perchè creano opportunità di relazioni che possono sempre venire utili.

Per evitare che si creino dei circoli chiusi in cui gli incaricati sono sempre gli stessi sarebbe necessario che, nel rispetto delle competenze professionali, si proceda il più possibile ad una rotazione negli incarichi.

A tal proposito il guppo consiliare de La Primavera ha formulato questa interpellanza al sindaco di Chiusi:

I sottoscritti Giorgio Cioncoloni, Fulvio Barni e Alessandro Bologni, consiglieri comunali del gruppo “La Primavera di Chiusi”,

PREMESSO

– che con deliberazione della Giunta Comunale n. 84 del 12.3.2012 è stato conferito l’incarico, in via fiduciaria, al geometra Fastelli per l’informatizzazione dell’archivio delle pratiche edilizie;

INTERPELLANO

con preghiera di risposta ad ogni singolo punto, il Sindaco per conoscere:

  1. quali sono le considerazioni che hanno portato alla scelta diretta del geometra Fastelli rispetto ad altri professionisti operanti nel comune di Chiusi dal momento che lo stesso aveva avuto altri incarichi mentre altri non ne hanno mai avuti;
  2. se non ritiene opportuno, in futuro, allargare la cerchia di coloro ai quali vengono affidati gli incarichi in modo da dare la possibilità a tutti di lavorare con l’amministrazione comunale, visto che molti professionisti operanti nel comune di Chiusi non ne hanno mai avuti mentre sono spesso gli stessi che ne ottengono più di uno e considerando poi che ciò potrebbe costituire anche un’opportunità per giovani neo-diplomati, chiaramente in base alla loro capacità ed esperienza, per i quali non è sempre facile essere introdotti nel mondo del lavoro specialmente in questo momento di crisi.
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10 risposte a Gli incarichi del comune vanno sempre ai soliti professionisti?

  1. pscattoni scrive:

    Grazie Giampaolo (Tomassoni) il tuo commento poteva benissimo divenire un articolo sul quale aprire un’interessante discussione. Mettere gli atti in rete così come gli elenchi degli incorichi e delle consulenze non costa e allo stesso tempo migliora la trasparenza.
    Il non farlo induce a un giudizio non solo tecnico, ma anche politico.

  2. Non ho affatto intenzione di entrare nel merito della vicenda perché, come spesso succede col comune di Chiusi, a molti di noi mancano i dati per una serena valutazione…

    Nel sito del comune, infatti, non mi pare che ci sia un archivio degli incarichi e consulenze esterne. Altri comuni ce l’hanno. Ad esempio Sinalunga (http://comune.sinalunga.it/incarichi.php).

    Inoltre a Chiusi l’albo pretorio è stato adottato letteralmente: via web non è accessibile un archivio pubblico degli atti pregressi. Piuttosto, così come nel vecchio albo, anche in quello web le pubblicazioni dopo un po’ vengono rimosse. Ma mentre la cosa poteva essere ragionevole col sistema cartaceo per evitare di far venir giù il palazzo a forza di attaccar fogli, col web non ha secondo me altro senso che quello di impedire la tracciabilità delle decisioni.

    E infatti in altri comuni gli atti li tengono in linea almeno da quando hanno cominciato a pubblicarli via web. Vedi, nuovamente, Sinalunga (http://comune.sinalunga.it/menunode.php?id=24), ma anche il nuovo riferimento comunale per eccellenza: Montepulciano (http://www.comune.montepulciano.siena.it/on-line/Home/Attieprocedure/Atti.html).

    Chiusi invece ha sì la pagina “Atti”, ma di accedibile senza password c’è solo l’albo pretorio (e le pubblicazioni di matrimonio) “a scadenza”. Poi non so se ottenendo una password la cosa migliori, ma perché dovrei avere una password per accedere ad atti pubblici?!?

    Mi pare evidente che trasparenza e tracciabilità delle decisioni sono requisiti essenziali per garantire una buona valutazione dell’operato dell’amministrazione da parte del cittadino. Alcuni comuni della Valdichiana mi pare che abbiano ben recepito questa esigenza e l’hanno fatta propria. Il nostro, come al solito, no.

    Capisco che essere la prima ruota del carro richiede anche la presenza di un’ultima. Ma perché deve essere sempre Chiusi, l’ultima?!?

  3. Sono perfettamente d’accordo che gli enti pubblici devono selezionare i più capaci ma per fare ciò si deve dare la possibilità di essere selezionati a tutti coloro che sono interessati e che sono in possesso dei requisiti necessari.
    Se si chiamano sempre gli stessi, anche se la legge lo permette, non si saprà mai se ne esistono altri altrettanto capaci o forse anche migliori. Fare una selezione pubblica e trasparente non significa fare beneficienza ma applicare i principi minimi della democrazia e delle pari opportunità per tutti i cittadini. La cosa grave è che non ci si indigna più per certe prassi oscure, ormai consolidate, ma si cerca di giustificarle ricorrendo alla legge, senza rendersi conto degli effetti devastanti che tali metodi hanno prodotto nella nostra società dove oramai, in ogni campo, il merito è un elemento secondario sopraffatto dal clientelismo e dall’assistenzialismo.
    Alla faccia dei buoni propositi che ogni giorno tutti i politici, locali e nazionali, si affannano a dispensare sui mezzi di comunicazione.

  4. Nicola Nenci scrive:

    Vorrei spezzare una lancia (anzi due) a favore del fantomatico Signor C., non solo perché si dimostra un po’ sprovveduto – e quindi in buna fede – nel ritenere che un geometra abbia le qualifiche necessarie per sapere cosa implica la parola archivio (SOPRATTUTTO SE INFORMATICO!!!), ma soprattutto perché penso che abbia ragione nel credere che gli incarichi debbano essere conferiti ai più utili e ai più capaci. Il problema è stabilire quali sono i criteri per valutare chi sono i più utili e i più capaci.
    Proprio perché nei casi di minore importo economico gli incarichi possono essere conferiti senza regolare gara, è necessario essere ancora più attenti e scrupolosi nei criteri di reclutamento. Non credo che questi criteri possano essere riassunti in appartenenze partitiche o in favori alle lobbies. Che i parametri di scelta, in questo caso, siano stati del tutto arbitrari e non basati sulle capacità, lo dimostra proprio il fatto che si ritenga un geometra abbastanza qualificato per l’ideazione, la gestione o l’amministrazione di un archivio (SOPRATTUTTO SE DIGITALE!!!).
    Sicuramente il Geom. Fastelli è un tecnico qualificato, ma di sicuro non abbastanza da intuire le sconfinate problematiche che pone l’organizzazione (e SOPRATTUTTO L’INFORMATIZZAZIONE) di un archivio, non per carenze personali, ma perché è la sua qualifica che non glielo permette. Il problema non è del geometra, quindi, ma di chi lo ha scelto. Se poi si tratta di un’operazione per dare una sistemata alle carte sparse di un ufficio tecnico un po’ disordinato, getto la spugna e mi deprimo.

  5. Elisa Leandri scrive:

    Mi scusi Signor C, ma secondo lei di cosa si dovrebbe occupare un archivista se non degli archivi???? L’archivio delle pratiche edilizie è una “parte” dell’archivio Comunale e come tale andrebbe trattato. In ogni ente pubblico, per legge, dovrebbe esserci un archivista che si occupi dell’archivio, nei suoi tre diversi stati: corrente, di deposito e storico. Per il resto credo che lei viva nelle nuvole, non mi sembra che oggi lavorino i più utili e capaci.

  6. lucianofiorani scrive:

    “…i comuni non sono enti di beneficienza che devono far lavorare tutti, bensì selezionare i più utili e capaci.”
    Ma lei, signor C, vive sulla luna o fa parte della ditta?

  7. pscattoni scrive:

    Questa volta mi prendo la responsabilità di pubblicare ugualmente il commento anche se anonimo. Eccezionalmente si può.
    Vede caro signore anonimo è vero che la legge prevede incarichi diretti sotto una certa soglia. Il problema, che cercavo di evidenziare, era la cattiva abitudine di molti comuni che le consulenze (così mi pare rientrino nella specifica voce di bilancio) vadano alle stesse persone non sempre per merito.
    L’articolo di Anna (Duchini) postato a metà giornata sta avendo un gran numero di visite. Quindi il poblema è molto sentito.
    Se poi lei interviene in forma anononima e i molti che hanno letto il messaggio non intervengono è assai significativo.

  8. Signor C scrive:

    Mi pare tutto un grande equivoco: primo la cura degli archivi delle pratiche edilizie non sono certo competenza degli archivisti, secondo non si tratta di consulenze ma di incarichi professionali, terzo che gli incarichi piccoli si danno direttamente e quelli grandi con bando non è la “solita storia” ma la legge a dirlo. E infine i comuni non sono enti di beneficienza che devono far lavorare tutti, bensì selezionare i più utili e capaci

  9. Elisa Leandri scrive:

    L’informatizzazione di un archivio la dovrebbe fare un archivista e non un geometra. Ogni figura professionale ha i suoi compiti.

  10. pscattoni scrive:

    E’ sempre un po’ la solita storia, non solo a Chiusi. I piccoli incarichi vengono dati direttamente, quelli più sostanziosi tramite bando. Poi i bandi possono anche essere “cuciti” su persone specifiche.
    Personalmente credo che le consulenze dovrebbero essere ridotte al minimo indispensabile per riportare il tutto (o quasi) all’interno dell’amministrazione.

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