Che fare? La trasparenza una delle priorità

luca-scaramelli1di Paolo Scattoni

Luca Scaramelli in un commento al precedente post sull’urbanistica fra l’altro afferma: “Dibattito estremamente interessante. (…) Mi chiedo in tutto questo la politica, quella vera e non quella dei post su Facebook, come può intervenire? In consiglio comunale per chi si oppone alle scelte della maggioranza, la possibilità di incidere è pari a zero. Fuori la politica come può interessare l’opinione pubblica su questi temi? (…) Se qualcuno ha una ricetta su questo si faccia avanti. (…)”

Se un consigliere si pone il problema della incisività della sua azione è doveroso dare delle risposte. Ognuno ovviamente dal proprio punto di vista. Dico la mia, l’ho già scitta, ma la ripeto perché ritengo, forse sbagliando, di non aver avuto risposta. Credo che la trasparenza dei processi decisionali che caratterizzano l’azione dell’amministrazione comunale possa incidere molto sulla qualità delle decisioni. Altrimenti non si spiegherebbe questa ritrosia a garantire un diritto riconosciuto da abbondante e consolidata legislazione. Di fronte a questa cattiva abitudine sono convinto che la trasparenza debba essere “conquistata”, mettendo in comune conoscenze e informazione poi adeguatamente organizzate perché possano essere facilmente accessibile a chiunque. Tanto per capirsi, un processo continuo e cumulativo simile  nei modi, e non certamente per le dimensioni, a wikipedia. Personalmente a questo scopo ho proposto la piattaforma chiusiaperta.it. Altri possono avere altre proposte e ne possiamo discutere qui come altrove.

Cosa può fare un consigliere comunale in tutto questo? Prendiamo come esempio, da tutti facilmente comprensibile, le decisioni nella vicenda stadio-palazzetto. Un consigliere comunale che è molto facilitato in questo rispettoa un comune cittadino, potrebbe cercare di rispondere alla domanda più volte posta “ma perché proprio lì?“. Infatti si potrebbe fare una visita agli uffici e capire quali suiano state le analisi per la localizzazione che da un punto di vista urbanistico è alquanto discutibile. In caso di risposta insoddisfacente si può chiedee tramite interrogazione, semplice semplice, che non sia una trattazione chilometrica, insomma: sulla base di quali valutazioni quella è stata la scelta della localizzazione. Il sindaco si farà aiutare e ci darà una lezione di nuova urbanistica.

Un altro contributo che mi viene in mente è quello dell’accesso allo storico dell’albo pretorio, ch un aiutp alla trasparenza lo può dare si da subito. Confesso, dta l’età assai diversa da quella dei nativi digitli me lo posso permettere, per me l’accesso a quel servizio è assai difficile. Mi sono dovuto far aiutare per capire come ci si arriva. Basterebbe una guidina di due pagine e magari un’esercitazione da un’ora e si potrebbe mettere in grado un buon numero di persone di accedere facilmente a quanto contenuto nello storico. Sappiamo che il dibattito sui cinque milioni per il palazzetto è stato vivace. C’è chi dice che è un colossale spreco di denaro pubblico e chi, com il sindaco, una grande occasione di sviluppo. Ambedue le tesi sono legittime. Per evitare però che si arrivi alle solite trombonate sarebbe utile mettere in grado la cittadinanza, nella manier più estesa possibile, di valutare da sola. È un’operazione possibile. Da cittadino qualsiasi l’avevo proposta, ma dopo un assenso di massima le opposizioni che si erano dette disponibili, senza una motivazione plausibile, è stata abbandonata. Anche per loro un po’ di trasparenza sarebbe forse necessaria.

Il perseguimento della trasparenza ha sicuramente una forte valenza politica, ma la potremmo definire pre-partitica. Mettere insieme le conoscenza può molto spesso incidere sulla qualità delle decisioni, ma quella conoscenza ogni “parte” la può utilizzare come meglio crede per il persegimento dei propri fini.

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4 risposte a Che fare? La trasparenza una delle priorità

  1. PMicciche scrive:

    La risposta di Paolo Scattoni è condivisibile ma, a mio parere, non sufficiente. E’ come una TV che funziona male: si cercherà di migliorare la ricezione; se però la spina è staccata o nessuno vede quella TV, il problema è risolto ma non ha effetti pratici. Per voler guardare l’Albo Pretorio bisogna avere il bisogno di farlo e/o la percezione che poi serva a qualcosa grazie ad uno strumento che traduca in azione l’eventuale dissenso.
    Democrazia è tante cose ma forse 3 la descrivono meglio di altre: Documentazione, Partecipazione, Controllo. Altrimenti non c’è Democrazia attiva ma solo Diritto di voto, che è un’altra cosa.
    Una parte di cittadini è analfabeta rispetto all’esercizio della Democrazia. Mi chiedo se Paolo abbia mai parlato con alcuni concittadini, presi a caso – come può avvenire al bar, dal barbiere, dal giornalaio – e si sia reso conto del livello medio di “scolarizzazione democratica”, davvero insufficiente. Altri, più evoluti o più disperati, appena avuta la percezione che la loro voce potesse essere ascoltata, hanno prodotto la nascita prima della Lega e poi del Movimento 5 Stelle, due soggetti politici che non hanno solo raccolto una protesta estemporanea ma costruito – con vari gradi di successo – una possibile alternativa. Ha ragione Luca Scaramelli ad essere scoraggiato; anche un semplice chiodo, senza un banale strumento, non si può utilizzare. A Chiusi vedo molti discutere su cosa scrivere sul cartello ma poi manca il martello…

  2. roberto donatelli scrive:

    X Scaramelli…..perfetto commento.

  3. pscattoni scrive:

    La trasparenze si costruisce progressivamente. Cosa può fare un consigliere? Una proposta l’ho fatta, quella di rendere l’archivio dell’albo pretorio facilmente accessibile. Poi magari si scopre che quell’accesso è utile per inquadrare in maniera decente tutta la vicenda in maniera documentata. Se è vero che utto è tracciabile dal 2013 quasi la metà degli atti darebbe scaricabile. Ma funziona sempre? Provare per credere (5.11.2015 Determina L.P. N.R.Gen. 979). Io ho trovato la citazione, ma non il documento. Per la trasparenza c’è da lavorare molto.

  4. Luca Scaramelli scrive:

    Assolutamente d’accordo su come la trasparenza sia fondamentale. Riprendendo però il passaggio dove affermi: “per evitare però che si arrivi alle solite trombonate sarebbe utile mettere in grado la cittadinanza, nella maniera più estesa possibile, di valutare da sola”, io direi che prima ancora bisognerebbe poter fare in modo che la cittadinanza abbia voglia di valutare da sola. Mi sembra che manchi questo presupposto su certi temi. Su ciò in cui si è parte in causa, personalmente o perché è coinvolto per esempio l’interesse della propria associazione c’è un minimo di attenzione, su ciò che è bene comune e che dovrebbe essere percepito come interesse di tutti, l’attenzione è marginale e ristretta ad un piccolo numero di addetti ai lavori, per questo oggi la politica si fa con i post o peggio ancora con i proclami sui social, dove si coltiva il consenso e dove la platea “tifa”, piuttosto che con i contenuti.

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