Il problema di Chiusi è il suo tasso di mafiosità

di Luciano Fiorani

Che Chiusi non fosse più da decenni il centro più vivace della zona lo hanno capito in diversi. L’apatia, l’abbandono e la rassegnazione sembrano ormai farla da padroni e il paese sembra ormai diventato un buco nero nell’immaginario delle popolazioni della Valdichiana e del Trasimeno.

Molti fattori hanno ovviamente concorso a determinare l’attuale deprimente situazione. Ma se tutti concordano sul fatto che la politica non è più quella di una volta, l’economia ha smesso di girare con babbo Monte più di là che di qua, l’emigrazione di tanti giovani cervelli che da queste parti non trovano adeguate occasioni lavorative, le risorse culturali ridotte a informi cumuli di macerie, in pochi concordano, invece, su quello che secondo me, è il vero e proprio male oscuro di questo paese: il suo tasso di mafiosità.

Il fenomeno, sempre a mio parere, è andato connotandosi sempre più marcatamente da poco più di un decennio.

L’aspetto più vistoso è che, sulle questioni pubbliche anche di maggior rilievo e impatto sui destini del la città, è praticamente impossibile sentire l’opinione dell’uomo della strada se non al riparo dell’anonimato o dello scambio di chiacchiere al bar o dal barbiere col sottinteso: qui lo dico e qui lo nego. Dei partiti e delle innumerevoli associazioni cittadine, sotto questo aspetto, non è neppure il caso di parlarne. Così come della “grande stampa”.

Naturalmente i mugugni su singole questioni ci sono sempre ma non arrivano mai ad assumere una chiara ed esplicita presa di posizione.

Se questa è la situazione, e io penso che sia così, sarebbe opportuno cominciare a interrogarci su una società civile che mi pare si sia ridotta, opportunisticamente, ad una indistinta claque.

Di questioni di un certo rilievo ne sono emerse molte ultimamente, ma non c’è stato verso di sentire un’opinione (al di fuori dei soliti quattro rompicoglioni). Che i nostri concittadini abbiano un timor panico a dire come la pensano è del tutto evidente. Talvolta il non esporsi è naturalmente giustificato (nessuno è in cerca di martiri) perchè le ritorsioni sono sempre moneta corrente con questo sistema ma il fatto che neppure su problemi di ordine generale si riesca a carpire un pronunciamento è, secondo me, un aspetto che ormai non è più eludibile.

Naturalmente qui non c’è il mammasantissima che tutto sovrintende ma, come insegnava Falcone, i metodi della mafia non sono più un’esclusiva delle cosche e il sistema in cui viviamo ha ormai assunto tratti ben identificabili, di cui l’omertà è parte integrante.

Il potere, con il suo collaudato sistema della carota e del bastone, è riusciuto a ridurre all’impotenza una popolazione che ha sacrificato (ben volentieri, si direbbe) sull’altare del quieto vivere e del proprio “particulare” la dignità civile.

E se c’è ancora qualcuno che si indigna e dice come la pensa è perchè pensa che sia giusto, non perchè sia ancora viva la speranza che le cose cambino in tempi ragionevoli.

La delega irresponsabile di cui godono amministratori di ogni ordine e grado è la naturale conseguenza di comportamenti omertosi divenuti prassi corrente.

E allora cosa volete che importi a chi ritiene (o fa finta di ritenere) di vivere in un’isola felice che fine farà il Palazzo delle logge o se Terrecabalte ha sperperato vagonate di soldi pubblici?

Ho sempre più la sensazione che discutere di certi argomenti abbia lo stesso impatto, nel corso delle cose, di quanto ne ha la discussione su un rigore non dato a risultato ormai acquisito. Ossia niente.

I tifosi almeno sanno che sono chiacchere inutili e che servono solo per qualche sfottò.

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19 risposte a Il problema di Chiusi è il suo tasso di mafiosità

  1. marco lorenzoni scrive:

    Vero, Paolo (miccichè), ma quando parlo di Pd, io intendo i suoi gruppi dirigenti, quelli ufficiali e quelli “ufficiosi” che forse dirigono anche di più…
    E’ veri che il Pd è un partito mai nato, che non ha identità, che non controlla non dico il proprio elettorato, ma nemmeno più nemmeno il proprio corpo attivo…
    Però qui da noi è “questo Pd” che alla fine si spartisce i posti nelle amministrazioni, nelle municipalizzate, nelle banche, nelle associazioni di categoria, nelle fondazioni… perfino nei dopolavori e nelle bocciofile… quindi il tasso di mafiosità inteso come modo di fare e di comandare è anche lì che va cercato… Che poi la gente sia generalmente assuefatta a questo stato di cose e spesso ci sguazzi dentro sperando di ricavarne qualche beneficio è l’altra faccia delle stessa medaglia…

  2. pmicciche scrive:

    Alla fine non è così semplice Marco. Il PD non esiste, non è mai nato, è stato ed è un Contenitore – specializzato in Primarie – che avrebbe dovuto massimizzare il peso elettorale delle sue componenti. Guarda Siena e guarda Chiusi, per esempio. Al suo interno, come nella vecchia DC, si può essere nemici tra fazioni diverse in misura maggiore che verso gli avversari politici esterni. Parlare del PD è impossibile perché gli manca l’identità principale, i cui contorni sfumati vengono spacciati per ricchezza e articolazione di posizione diverse. A Chiusi per ora l’unica cosa certa che esiste è una Maggioranza, che ha al suo interno un tasso di PD forse pari a quello della Primavera. C’è sì una Minoranza consiliare ma non esiste un’Opposizione e, soprattutto – dopo aver conosciuto meglio personaggi ed interpreti di questa tragicommedia – non vedo le condizioni per cui possa formarsi in tempi brevi. Nel frattempo, buona mafia a tutti.

  3. marco lorenzoni scrive:

    Ma a Montepulciano, a Castiglione del Lago, a Città della Pieve, a Sarteano, a Chianciano… il tasso di mafiosità è più o meno di quello registrabile a Chiusi? E a Perugia, a Siena, ad Arezzo? Io sono da sempre piuttosto critico sule vicende chiusine e rispetto alla sua classe dirigente. Ma non mi pare che Chiusi faccia eccezione rispetto ad altre realtà.. E allora il problema forse è un altro: la deriva della politica e dei partiti. Soprattutto di quel partito che in questi territori ha sempre fatto il bello e il cattivo tempo.
    In poche parole, il problema qui e ora, è il Pd e chi rappresenta, come si muove… Intorno al Pd, oltre il Pd, del resto c’è poco o nulla. E allora discutiamo di cosa è oggi, qui e ora questo Pd. Chiaramente la “mafiosità” intesa come atteggiamento diffuso, sta anche altrove. Ma da queste parti l’altrove conta meno.

  4. pmicciche scrive:

    Ed eccoci al punto Paolo. Un appello ai Consiglieri di Maggioranza – i veri rappresentanti degli elettori maggioritari a Chiusi – su come giustificano certe modalità dell’agire istituzionale, sulla trasparenza, sulla partecipazione e su quanto impegnatisi a fare in campagna elettorale, deve possedere una concretezza identitaria che non può essere nè la mia nè la tua, quali semplici cittadini. Per avere una concreta possibilità di incidere deve essere promosso sotto una bandiera, pur minima che sia. Altrimenti sarebbe, inevitabilmente, solo un pre-appello in cerca di chi gli possa dare concretezza politica. Non si può prescindere dagli strumenti operativi: un giornale, un gruppo di iscritti al PD come te che vergano una Lettera aperta a cui chiedere magari un’ulteriore firma di appoggio dall’esterno; può essere la Minoranza, un’Associazione però anch’io, se fossi Sindaco, non ti risponderei sul Blog solo perchè tu mi chiami in causa. Insomma la Maggioranza è tale perchè non c’è nessuno che vi si oppone con un’altra identità e con la volontà di sostituirvici. Alcuni oppositori – singoli cittadini – finiscono poi per votare per gli stessi partiti della Maggioranza mentre gli Oppositori istituzionali non ambiscono nemmeno a governare il paese. Quello che scrive Fiorani è solo la naturale conseguenza e non vedrei come potrebbe essere diversamente.

  5. pscattoni scrive:

    Per PMiccichè. Con molto piacere. Un appello ai membri del consiglio è ciò che faccio da tempo. Se saremo in molti con nome e cognome può essere che riusciamo nell’intento. SE necessario metto a disposizione una pagina di chiusiblog dove si potrà intreragire per la formazione del testo dell’appello. Altrimenti possiamo creare una mail list su googlegroups o yahoogroups.

  6. pmicciche scrive:

    Allora rispondo io. Il Partito Democratico – partito che raccoglie la maggioranza del consenso sul territorio – possiamo dire senza problemi che “assecondi”, quantomeno, lo stato di cose esposto da Fiorani nel suo intervento. In quanto classe dirigente (anche la classe politica vi appartiene) ha quindi il dovere di fare il primo passo. In Consiglio Comunale vi sono 12 consiglieri. Giusto criticare e spronare quelli di Minoranza ma la responsabilità maggiore è ovviamente nelle mani degli 8 consiglieri di Maggioranza. Ecco Paolo, si cominci, per esempio, da una raccolta di firme in cui si chiede conto a questi Consiglieri delle loro posizioni e della loro azione. Altrimenti se c’è il peccato ma non si può mai disturbare il peccatore, dubito che il peccato si dissolva per virtù di qualche denuncia, di qualche isolato idealista su un Blog. Cerchiamo, in sostanza, di riattivare la connessione fra causa ed effetto ed operiamo su quella.

  7. pscattoni scrive:

    Che cosa dovrei dire? Che la politica è in crisi? Non è una gran scoperta. Se ci mettessimo d’accordo sulla trasparenza come precondizione di una politica veramente partecipata già sarebbe qualcosa. Il PD a Chiusi è blindato. Purtroppo non è il solo. Basterebbe poco per poter cominciare il processo. Ognuno cerchi di fare quel che può

  8. pmicciche scrive:

    Paolo, tu analizzi con proprietà una delle possibili cause, quella legata al territorio e alla sua storia. Su quella legata alla riflessione elettorale – “il PD, che è il partito di gran lunga più votato, asseconda questo stato, lo favorisce o lo combatte?” – invece non ti esprimi. Non è solo per provocazione che la ripropongo ma bisognerebbe non cullarsi nel vittimismo del proprio passato e reagire ad un futuro che, comunque, si prospetterà molto diverso. Chi, se non la classe politica e quella dirigente, dovranno prendere in mano il cambiamento? Anche perchè, se lo fa il popolo, come sai, si sa quando comincia e mai quando – e soprattutto, come – finisce.

  9. carlo sacco scrive:

    Te lo sottoscrivo Paolo(Scattoni),ma si dovrebbe anche osservare con le dovute responsabilità di ognuno,che la teoria economica che tende a rifiutare un sistema economico ed a cambiarlo ma che ne osserva sostanzialmente le regole del sistema economico che critica,se accetta la maggior parte di quelle regole fa funzionare il mondo come fa chi non lo vuole cambiare e non si va molto lontano.Ed è questa la forza di resistenza del sistema che è iniquo,che sopraffà nella quotidianità anche le idee di coloro che vorrebbero cambiare e loro stessi non si accorgono(mentre i più ormai l’hanno capito da un pezzo)perchè vi sono i vertici del partito di coloro che vorrebbero a parole una società un po’ diversa,remano per non essere detronizzati dicendo che è un partito di tutti,che raccoglie ogni esigenza politica e morale,da quella del diseredato,al cassa integrato,all’operaio,al ceto medio,al ricco e per far accettare tale programma si è preparato il posto alla deideologizzazione manovrandola quando serve.E’ un lavoro sporco perchè consapevole che il tutto serve a far toccare il fondo al sistema e poi ripartire, eliminando così un po’di ostacoli e di rischi a chi già oggi fruisce della metà della torta.E’ quel centro a cui guarda la sinistra,che non è più sinistra e che anela per far parte del centro.
    Ma codesta la sinistra era centro anche prima!

  10. pscattoni scrive:

    Non mi voglio addentrare in complesse analisi internazionali per spiegare le peculiarità di Chiusi. Da noi c’è stata una chiara preponderanza di una forza politica che ha fatto coincidere l’amministrazione con il “partito”. Il confronto e le mediazioni sono sempre avvenute a livello di rappresentanze.
    La stragrande maggioranza più o meno consciamente si è rifugiata nel meccanismo della “protezione”. Il meccanismo è rimasto anche con la definitiva scomparsa dell’azione dei partiti e del dibattito politico. E allora cosa rimane? Soltanto la ricerca di “protezione”. Così la nostra assomiglia sempre di più alla situazione di altre latitudini.

  11. carlo sacco scrive:

    X Miccichè: Paolo,ma i sistemi funzionano così sennò dal dopoguerra ad oggi della realtà italiana(in senso civile)qualche virgola si sarebbe spostata ed invece nemmeno l’ombra!Allora se vogliamo fare delle analisi e le analisi si fanno mettendoci tutto dentro,vedremo che i sistemi dei paesi cosiddetti ”PIGS” hanno funzionato tutti nello stesso modo,con una grande e più che altro TRASVERSALE CULTURA che ha interessato ogni partito,ogni componente,ogni strato sociale.Lo Stato che è stato occupato proprio dalle forze che l’hanno governato e che sulla carta l’hanno chiamata Democrazia perchè c’era e c’è il suffragio universale ma in pratica il tutto è stato e continua ad essere l’espressione loro.Chi si oppone è ai margini,in tutto,anche come speranza di vita decente.C’è da notare una cosa importante e mi ripeto sempre: Inghilterra,Francia,Germania,Stati Uniti, Russia,hanno fatto tutte le loro Rivoluzioni.L’Italia e gli altri PIGS no!Qual’è la componente che ha inciso culturalmente e che è presente ancor oggi in maniera determinante all’interno dell’Italia e degli altri PIGS ?La risposta la trovi in fondo a Via della Conciliazione tanto per risponderti quando dici che ogni ”situazione ha le sue cause”.Non è totalizzante,ma è una parte cospiqua della ragione di tale perchè.

  12. pmicciche scrive:

    L’analisi di Luciano è ampiamente condivisibile. Ogni situazione ha però le sue cause e non è un portato della genetica. Tra le tante cause “generiche, per esempio non si “parla” se non vi sono valori forti a trainarti o, viceversa, che vengono offesi. Non “parli” se pensi che parlare ti potrà danneggiare senza spostare una virgola della realtà, insomma se ci rimetti e basta. Sarebbe bene interrogarsi su come si sia generata nel tempo questa situazione a Chiusi. Infine una riflessione pre-elettorale: il PD, che è il partito di gran lunga più votato, asseconda questo stato, lo favorisce o lo combatte? Diciamo che si tratta di una domanda retorica ma ho l’impressione che anche gran parte degli oppositori locali, alla fine, finiscano per votarlo, alimentando il fuoco che dicono di voler spegnere.

  13. pscattoni scrive:

    La lotta alla mafia si fa imponendo la legalità. Allora l’esempio dato dalle istituzioni è fondamentale. La buona conoscenza delle procedure è una precondizione.
    Il dibattito sul Palazzo delle Logge è avvenuto perché qualcuno ha scovato nell’Albo Pretorio un bando abbastanza inusuale. Il dibattito che ne è seguito forse non è estraneo a quello che è successo in seguito. E’ una “battaglia” faticosa, lo so, ma da qui dobbiamo passare.
    Io domani vado a chiedere visione dei risultati di quel bando. Pewrdita di tempo? forse. Io ho la speranza che sia un contributo, se pur piccolo.

  14. Aggiungerei allo splendidio articolo del Fiorani il fatto che i nostri cosiddetti mezzi di comunicazione ( RAI – giornali – etc. ) non fanno altro che perpetuare questo stato di alto ” tasso di mafiosità “. Che poi Chiusi sia un’eccellenza nella materia è un altro discorso.

  15. carlo sacco scrive:

    Sono d’accordo col tuo discorso Paolo, meno sul fatto della divergenza delle procedure.Non c’è spazio qui per sciorinare tutti i perchè ma il processo che intendi tu e che a prima vista dovrebbe essere lineare e pulito non avviene mai in tal modo,(ormai è storia) non è avvenuto in passato figuriamoci oggi.Allora occorre prendere atto che dentro ai partiti(tutti e nessuno escluso)esistono forze divergenti che non seguono una spinta unidirezionale su tale tema;guarda per esempio SEL.Hai visto qualcosa di sostanziale tu da tale partito per opporsi al P.S.?) e così parecchi dentro il PD hanno fatto lo stesso. Cosa vuol dire questo?Sono d’accordo che l’avanzamento e combattere le mafiosità si ottiene con la crescita civica ma qui ormai a questi punti occorrerebbe uno sconvolgimento talmente grande che è possibile che avvenga solo comprimendo i bisogni al massimo grado e forse purtroppo stiamo andando in tale direzione.Il Centro propone Casini e questi propone Monti con le sue ricette.Quali sono queste ricette?Ti sembra che siano asettiche?A me sembra che siano politiche e si scopre l’acqua calda su questo eppure le hanno presentate come l’unica via per risollevare l’Italia.Loro dicono di essere contro i populismi ma più populismo di questo che c’è? E quindi ?La crescita civica in un popolo italiano ormai marcio e che accetta tutto?Solo parole…

  16. pscattoni scrive:

    Di questi temi ho molto spesso parlato con Luciano. Concordo con la sua analisi. Le nostre posizioni divergono sulla strategia. Io crdo che progressivamente con tempo possiamo cambiare questa reltà. Prima di tutto le regole. La trasparenza dei processi di decisione a mio avviso potrebbe minare la “mafiosità”. Da dove cominciare? Partire dal governo della città e per governo intendo l’insieme degli eletti. Si tratta di rivendicare sempre econ grande puntiglio il rispetto delle regole. Siccome poi chi è al “governo” ha una maggiore tendenza a conservare per sé la conoscenza del processo della decisione, il ruolo della minoranza ha un ruolo preponderante. Come cittadini dovremmo chiedere con insistenza e senza sconti. Come cittadini, in tuttele sedi dovremmo richiedere sempre chiarezza. Ieri in consiglio comunale sono successo diverse cose politicamente interessanti. Ci ritorneremo. Se qualcuno avesse contestato il metodo (inserimento di un punto all’ordine del giorno con un preavviso ai consiglieri di24 ore. Perché nessuno ha contestato la procedura. Se lo si fosse fatto qualcosa in più sarebbe emerso. Insomma cominciamo ad educarci contro la “magiosità”.

  17. carlo sacco scrive:

    Vorrei brevemente ritornare sull’argomento e vorrei precisare(perchè diversamente sembrerebbe di parlare in maniera GENERICA e qualunquistica e di vedere cose ”Generali” che non sono in diretta relazione con pensieri ed azioni)che quando dico nel precedente articolo che ”Alle persone è stata fatta cambiare genìa” intendo riferirmi agli automatismi del sistema economico che hanno ben precise caratteristi- che e che sono fatti funzionare dalle persone, da quelle persone che SANNO cosa si produce facendo girare il meccanismo”.Fin’ora il mondo ha girato attorno a questo ed è per questo che ci troviamo in questa condizione.Allora nelle persone dovrebbe prendere il sopravvento un altro tipo di ragionamento ma questo non avviene perchè il loro beneficio va messo innanzi a tutto ed a tutti ed il sistema collasserebbe.Un recupero grandissimo del sistema è la crisi e la guerra che serve a piegare le coscenze con i bisogni.La storia sostanzialmente è questa.Almeno io credo.

  18. Luca Scaramelli scrive:

    Individualismo, egoismo, razzismo, leghismo, questi sono i valori che si sono ormai affermati da tempo.
    Ricondotti alla vita del paesello portano le persone a pensare secondo il proprio particolarissimo interesse, quindi perchè sputtanarsi con una critica a chi “comanda”, su grandi questioni delle quali non penso mi imteressi niente, meglio mantenere intatte le possibilità di poter bussare alla porta di chi può aiutarti per trovare lavoro a tuo figlio oppure darti un contributo per l’associazione di cui fai parte.
    Così ormai è concepito il rapporto tra cittadini e chi amministra, “potrei avere sempre bisogno”, e in questo terreno il metodo mafioso attecchisce e cresce.

  19. carlo sacco scrive:

    Si ritorna sempre lì e non mi stancherò mai di ripeterlo: quello che dici e la spiegazione che cerchi è un fatto CULTURALE.Alle persone è stata fatta cambiare genìa e modo di pensare e gli strumenti per tale cambiamento glieli hanno forniti: la politica per come è ed è stata condotta ed il potere che è quello dei soldi che ti induce a non metterti mai contro con chi quel potere ce l’ha perchè il mondo è orgazizzato nel modo che potresti sempre avere bisogno.Da qui nascono le mafiosità,i circuiti,il riconoscersi nel gruppo,il pensarla in maniera omogenea per cui chi la pensa diversamente si autocondanna ed è la morte civile se non prima quella economica.O sei dei loro o sei contro e la percezione che sia così è in qualunque settore della vita produttiva ma anche civile.La sostanza è questa.Siamo stati abituati a pensare che le decisioni comunque ed in tutti i casi vengono prese da pochi ed è a quei pochi che bisogna stare vicino per sentire caldo diversamente si sente freddo.Purtroppo la direzione imboccata è questa e ci solleveremo come comunità solo se inizieremo a ragionare diversamente,ma profondamente in maniera diversa,quasi all’opposto di come viene fatto oggi.Tutto intorno a noi stimola i bisogni ma le risorse per soddisfarli non ci sono,ed allora dovremmo pensare a cambiare sistema economico e modo di pensare.Questo è ciò che teme chi attualmente ne trae vantaggio o chi si illude di trarlo.

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