ITALIA-GERMANIA: 2-1 (dedicato ad Angela Merkel)

di Luciano Fiorani

Dopo la vittoria italiana per 2 a 1, alle semifinali europee, contro la Germania, anche a Chiusi si sono rivisti i tardizionali caroselli di macchine a clacson spiegati e con le bandiere tricolori al vento.

E ci può stare.

Ma quello che ha colpito, guardando la partita al bar in compagnia di tanta gente, è che, anche tra i giovanissimi, prima durante e dopo la partita il bersaglio preferito è stato solo uno: il cancelliere tedesco Angela Merkel.

Nessuna pseudo analisi sociologica o d’altro tipo. Per carità!

Però è evidente che qualcosa nel profondo si è smosso se anche dei giovanissimi tifosi, che di economia e politica è presumibile che capiscano il giusto, vivono una partita di calcio come un confronto politico.

Più che contro l’arbitro o qualche giocatore avversario si sono sentiti sberleffi e apprezzamenti pesanti solo contro quello che (a torto o a ragione) viene ormai identificato, almeno a livello popolare, come il principale problema per la tenuta dell’euro.

Non mi accadeva di vedere una cosa del genere dai tempi della guerra fredda, e anche allora, quelli il cui cuore batetva per l’Urss, non erano propriamente dei giovanissimi.

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12 risposte a ITALIA-GERMANIA: 2-1 (dedicato ad Angela Merkel)

  1. pmicciche scrive:

    Scusate ma giusto per precisare. PIGS sta per Portogallo, Italia, Grecia e Spagna (amabilmente visti come i “maiali”) e BRICs sono originariamente Brasile, Russia, India, Cina con il successivo inserimento del Sud Africa ovvero i paesi in crescita (probabilmente per assonanza dall’inglese Brick, cioè mattone)

  2. carlo sacco scrive:

    Enzo, concordo con tutto il tuo discorso, specialmente con quello che dovrebbe far aprire gli occhi anche ai tifosi del calcio che parla dei paesi PIG ma nello stesso tempo che dice non intacca lo status dei paesi forti. E qui, volendo essere polemici ci si potrebbe raccordare al senso che io stesso dicevo e che avrà fatto incazzare qualcuno quando ho parlato di controllo sociale e massa di manovra: a voi paesi PIG d’Europa il pallone, a noi la qualità della vita. Ma la spiegazione di questo c’è sempre, non è solo una, sono tanti fattori messi uno dietro l’altro: Uno di questi parecchio corposi è che abbiamo” l’oltre Tevere”, che anche altri hanno, ma da loro sta al suo posto, scalpita, ma sta al suo posto, perchè il laicismo della politica pervade ogni schieramento. Qui si sono mangiati lo stato, e ci sono rimaste solo le parole a difenderlo, i fatti nella morale, nell’educazione, nelle strutture e nella conduzione della vita ci parlano della sua ”occupazione” durata per 60 anni. Qualcosa avrà inciso tutto questo nella educazione e nel modo di pensare, o no?

  3. enzo sorbera scrive:

    Ma, alla fine, è il derby d’europa: due scuole calcistiche che si scontrano e, finora, hanno vinto (o pareggiato) gli straccioni. E la finale la giocheranno i PIG. E’ una bella soddisfazione, ma anche un po’ una metafora della vita: i ricchi possono anche perdere al gioco delle tre carte, ma questo non intacca le loro possibilità. Ammonirei a non scordare che Buffon ha giocato per sfizio una quantità di soldi che credo non riusciremmo a mettere insieme nemmeno unendo una cinquantina dei nostri conti in banca. Proprio tifoso, non riesco ad esserlo.

  4. carlo sacco scrive:

    Concordo con Paolo Scattoni per gli esempi storici riportati al riguardo di come ed a cosa sia servito lo sport talvolta.Ma quelli sono casi da inscrivere sugli annali. La normalità non è quella,la normalità è quella del controllo delle coscienze,della manipolazione di massa,del distogliere le menti da altro ben più importante.E’ la storia del genere umano che parla tale lingua,non io che dico queste cose che possono sembrare stravolgenti, o da ”bastian contrario a tutto”ma credo che possa avere anche l’assenso di altri su tali significati.Se viviamo in una società massificata non è colpa dello Sport o di altre discipline sportive.La colpa-se colpa si può chiamare- è del sistema produttivo che oltre a produrre lavoro,merci, ricchezza e ad impiegarle in maniera irrazionale,produce anche falsi valori che fa assurgere a livello di valori necessari ed intesi quasi vitali per le persone.E’ stata da sempre una prerogativa grande del potere, sotto ogni cielo.Basterà riconoscerlo senza meravigliarsi di alcunchè.

  5. Carlo Giulietti scrive:

    Spero di sbagliarmi, purtroppo devo condividere quasi completamente le affermazioni del primo commento di Carlo Sacco, soprattutto in questi concetti, ovviamente fatte le dovute eccezioni: “ ..Rimango perplesso che vivano l’incontro di calcio come un confronto politico,.. ..Tali giovani concepiscono tutto questo non tanto forse per il confronto calcistico in se stesso, ma perchè piace loro far casino e vivere un momento di socialità su certi temi….”. Non ci so riconoscere tutte le rivalità storiche di cui parla Marco Lorenzoni ad inizio del suo commento e nulla di più di un fine al già citato “far casino”, cercare quel divertimento sopra la norma, tirare a far tardi ad ogni costo, che caratterizza le serate di festa di un buon numero di giovani.

  6. pscattoni scrive:

    Anche lo sport può avere un a valenza che in casi eccezionali può andare al di là dello specifico evento. E’ un classico la vittoria di Owens alle olimpiadi di Berlino, un grande sberleffo al razzismo di hitler. Nel 1968 a Città del Messico il gesto di Tommie Smith e John Carlos fu anch’esso uno di quei grandi momenti. Avrei qualche dubbio che lo sia stata la partita di ieri. Ma è comunque stata una visciaia divertente.

  7. luca scaramelli scrive:

    secondo me state volando molto più in alto o più in là della realtà, il calcio funziona da sempre e questa volta non fa eccezione, da anestetico nei confronti delle questioni della vita reale. la merkel è semplicemente un’icona, la più facile da colpire in queste circostanze, anche perchè i tedeschi, sempre organizzati, precisi, inappuntabili su tutto, nello sport molte volte da noi le prendono anche sonoramente, a volte rendendosi quasi ridicoli, così ci godiamo il nostro quarto d’ora di soddisfazione che però a mio avviso non esce di un millimetro dai binari sportivi.

  8. marco lorenzoni scrive:

    La rivalità con i tedeschi è storica, antica, radicata…
    Viene da lontano. Dalla seconda guerra mondiale e anche da prima… Io ricordo ancora i caroselli dopo Italia -Germania 4-3 del ’70 (e la partita fu trasmessa a mezzanotte e finì quasi alle 2)… Certo ora lo spread ha acuito la tensione e la rivalità… Il calcio è da sempre anche scotro politico o metafora di scontro politico: succede anche tra Argentina e Inghilterra dopo la guerra delle Falkland… Ricordo la finale mondiale Germania-Olanda del ’74 con gli orange (tipi strani, tutti capelloni, alcuni dichiaratamente di estrema sinistra come Neeskens che segnò su rigore) vissero la sfida e la sconfitta come il seguito dell’occupazione tedesca negli anni ’40… E ricordo il gesto di Kempes che non strinse la mano ai generali golpisti dopo la vittoria del’Argentina nel ’78… O il rifiuto di giocarli quei mondiali da parte di Carrascosa che dell’Argentina era il capitano… Il calcio non è solo un gioco, se non altro per il fatto di coinvolgere milioni di persone… La frase “tutto ciò che so della vita l’ho imparato dal calcio” non è di Totti o Balotelli, ma di un premio nobel per la letteratura. E pure comunista.
    Non è detto che nei “caroselli” post partita ci sia tutto questo. Forse non c’è. Ma certe volte l’unica rivincita che il popolo può prendersi passa per un pallone…

  9. carlo sacco scrive:

    XGiglioni.Concordo solo in parte con le tue parole,soprattutto quando parli dei diritti conculcati dei lavoratori.Per qualche anno abbiamo sentito che la pace sociale è stata garantita in Germania dalla collaborazione aziene-lavoratori grazie alla quale gli stipendi sono saliti ai livelli più alti d”Europa in cambio della rinuncia alle ferie,a diversi diritti acquisiti,per una più alta produttività nel connubio uomo-macchina.Qui il PD si deve mettere d’accordo:una grossissima parte del centro sinistra segue le politiche di CISL-UIL (e in buona parte della CGIL) che puntano a dette finalità, eliminando i diritti (vedi Pomigliano, Termini Imerese…)perchè la speranza-sottolineo speranza-è quella di far rimanere il lavoro in Italia.Intanto dammi i diritti acquisiti,poi se il mio piano funziona assumerò quando voglio, pagherò quanto voglio,farò rientrare chi dico io al lavoro.Ricordo che ora il centro sinistra segue con assoluta dedizione l’asse Fini,Casini,Alfano.Allora non si può tuonare contro tale politica in Germania e poi in Italia si tenta di applicare sostanzialmente la stessa.Mi sembra una contraddizione.Mi posso sbagliare,ma credo che purtroppo anche Hollande nel suo percorso non possa pestare i piedi alla Germania più di tanto.Certo se avesse vinto la destra economica sarebbe stato peggio. Perchè il PD non chiede che cambi profondamente qualcosa su tale versante? Non credo ci voglia tanto a capire perchè non lo faccia.

  10. Paolo Giglioni scrive:

    Caro Luciano, non riesco a capire di cosa ti stupisci! Questo spirito di astio nei confronti della Merkel e della Germania che anche in me rasenta il pregiudizio, nasce da mesi e da anni in cui la Germania o meglio chi li sta governando si è rivolta a tutta la Comunità Europea, con un atteggiamento di razzismo monetario, di superiorità economica e dalla continua derisione che i suoi governanti hanno avuto nei confronti degli altri. Dal voler imporre un modello economico che prevede una riforma del lavoro molto pesante nei confronti dei diritti sociali dei lavoratori !!!!!
    Ecco perchè io tifavo per la nazionale, al di là dello spirito nazionalistico, con un pensiero di profondo astio nei confronti della Frau Angela Merkel! Meno male che adesso c’è Holland in Francia, altrimenti avrei avuto lo stesso atteggiamento nei confronti della Francia! Razionalmente so bene che non è giusto, però non accetto ragionamenti alla Travaglio che si augurava che l’Italia perdesse con la Germania, perchè altrimenti gli scandali del Calcioscommesse sarebbero stati insabbiati! A parte il fatto che non è vero, vedi il 2006 quando la nazionale vinse il mondiale e lo scandalo di calciopoli fu aspramente combattutto! Poi ho sempre davanti agli occhi la finale di Madrid quando a festeggiare la nazionale c’era il Presidente Sandro Pertini, fu un bell’esempio di spirito di appartenenza, senza nessuna retorica nazionalista!

  11. carlo sacco scrive:

    Rimango perplesso che vivano l’incontro di calcio come un confronto politico,anche perchè se così fosse,antecedentemente,e se pur comprendendo il loro senso di respingimento della politica,penso che i loro comportamenti sarebbero stati un po’ diversi se l’avessero vissuto come confronto politico.Non si tratta di non saper leggere nel profondo di un animo giovane sia pulsioni e le pressioni mediatiche a cui sono sottoposti,ma è un comportamento più generalizzato e io non starei tanto a spezzettare i loro propositi con analisi socio-politiche. Parecchi di coloro che a Chiusi hanno fatto i caroselli delle macchine strombazzanti erano non solo Italiani ma anche Rumeni, Albanesi che sventolavano le bandiere tricolori.Tali giovani concepiscono tutto questo non tanto forse per il ”confronto calcistico”in se stesso,ma perchè piace loro far casino e vivere un momento di socialità su certi temi.Più avanti di li non si va,purtroppo. Credo che al 90% di loro se gli si domanda perchè la Merkel assume certe posizioni all’interno dell’Europa non sappia nemmeno perchè. I figli della borghesia o dell’alta borghesia(vivendo in in città se ne ha benissimo la misura di questo)per esempio non hanno mai tale tipo di manifestazioni.Vorrà dire pur qualcosa,o no? E non è vero che il calcio unisce tutti,unisce sempre e sostanzialmente la stessa” massa di manovra”.Io la penso in tal modo,pur non sottovalutando l’aspetto spettacolare e l’emozione.

  12. V………, merchelle!

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