Fondazione Orizzonti d’arte: Qualcuno comincia a parlare

di Luciano Fiorani

A queste altitudini si tratta di un piccolo scoop. Sul sito di primapagina si può leggere un lungo intervento di Lorenzo Rossi, giovane universitario e chitarrista del gruppo musicale “Soul O’ Clock” che, senza reticenze, racconta la sua breve esperienza “da volontario” con la Fondazione Orizzonti d’arte.

Finalmente quello che si era intuito comincia a venir fuori grazie ad un ragazzo che con estrema chiarezza racconta ciò di cui è stato testimone.

Una lettura significativa sotto molti punti di vista sia perchè ci aiuta a capire l’avvicendamento al vertice della Fondazione sia qual’è la politica culturale che viene portata avanti e come.

http://www.primapaginachiusi.it/argomenti_View.aspx?Articleid=1466&ArgumentID=&ContentType=

Buona lettura

Questa voce è stata pubblicata in CULTURA, POLITICA. Contrassegna il permalink.

15 risposte a Fondazione Orizzonti d’arte: Qualcuno comincia a parlare

  1. marco lorenzoni scrive:

    Mi pare che ci stiamo un po’ incartando sui dettagli e non slla sostanza… Come spesso succede, del resto. Le cose da chiarire sono: 1: perché si è deciso di fare una Fondazione al posto della vecchia Isttzione; 2) che autonomia e spazi di manovra ha la fondazione; 3) le inziative in programma (anche quelle consolidate cone i festival o la stagione invernale) vanno bene così oppure sono da ripensare? 4) se le iniziative vanno bene dal punto di vista artistico, vanno anche bene dal punto di vista del richiamo mediatico, turistico, di crescita culturale? Fatte tutte queste considerazioni bisognerebbe poi valutare se le scelte operate nella costituzione e ricostituzione dela Fondazione sono quelle giuste e le più adatte agli scopi… Che ci sia stata molta approssimazione e anche un pizzico di arroganza nella gestione della cosa mi pare fuori di dubbio…

  2. pmicciche scrive:

    X Paolo Scattoni. La Convenzione tra Istituto Superiore di Studi Musicali Franci di Siena (un tempo Conservatorio ora formalmente Istituzione con valore Universitario) e il Comune di Chiusi sarebbe pronta da un pezzo, visto che ne sono stato io il promotore e successivamente il delegato dal Consiglio Accademico per la sua attuazione. Sicuramente noi come “Franci” abbiamo inizialmente proceduto con una certa lentezza ma poi le cose si sono normalizzate; a Chiusi c’è stata invece una frenata nel periodo elettorale da cui non ci si è più ripresi. Pronto a ricredermi ma ho la sensazione che una presenza così “invadente” non sia funzionale a logiche che implicano invece uno stretto controllo su persone e avvenimenti. In ogni caso anche una volontà accertata ma tiepida non sarebbe comunque un bell’indizio.

  3. pmicciche scrive:

    X Lorenzo Rossi. Si appunto, credo che un Direttore Artistico, a maggior ragione nel momento in cui viene riconfermato ufficialmente, possa mal tollerare il persistere di una programmazione fatta da più soggetti, a maggior ragione se da lui non attivati ma forse “subiti”. Questa non è una difesa di Manfredi Rutelli – con il quale potrei anche essere in pieno disaccordo – ma di un ruolo: io, per essere chiaro, farei altrettanto nella medesima situazione. Altrimenti la scelta deve essere un’altra, per esempio senza un Direttore artistico vecchia maniera e con una gestione collegiale e regolata con modalità diverse perchè diversi possono essere gli obbiettivi da raggiungere.
    Quanto al budget, mi pare che si sia sempre allo stesso punto. Dire che non si sapeva la cifra o dire che si sapeva ma non quanto di quella cifra si potesse realmente disporre, dal punto di vista di una programmazione operativa – e dei relativi impegni con gli artisti ospiti – è esattamente la stessa cosa.

  4. lucianofiorani scrive:

    @Andrea Fei. L’anno scorso c’era l’Istituzione Mascagni che a fine anno è stata chiusa e al suo posto è stata varata la Fondazione Orizzonti d’arte che si deve occupare anche del festival Orizzoni, ma non solo di quello.
    Dopo un mese i vertici della Fondazione si sono dimessi perchè il sindaco (così ha detto in Consiglio comunale) voleva imporre alcune sue scelte.
    Da quanto scrive Lorenzo Rossi anche sulla questioni fondi a disposizione non è che ci fosse molta chiarezza, ma si era capito.
    Sul farsi avanti per collaborare al festival penso che ci sia spazio ma per proporsi nella direzione della Fondazione niente da fare; il sindaco fa e disfa (è nelle sue prerogative) e ha già sostituito i dimissionari.
    Certo che i dimissionari possono parlare ma io come cittadino voglio sapere prima di tutto come stanno le cose dal sindaco perchè è lui che decide e dispone sui nostri soldi.

  5. pscattoni scrive:

    @ Andrea Fei. E’ vero che i dimissionari non si sono espressi e non hanno voluto fare dichiarazioni pubbliche. Non condivido, ma posso capire. Quello che non capisco è perché quelle motivazioni non siano state rese pubbliche dal sindaco, che ha recitato il suo mea culpa in consiglio, ma si è poi guardato bene dall’entrare nel merito di quelle dimissioni. Aggiungiamoci pure la responsabilità dei consiglieri e di quelli di minoranza in particolare, che non hanno voluto insistere per conoscerle.
    Non si riesce neppure a capire perché il direttore artistico sia stato chiamato a far parte dell’organo preposto a gestire le indicazioni del consiglio di indirizzo; un strana posizione di controllore e controllato. Ma poi, perché prima no e poi si?
    Infine non è vero che non sono state avanzate proposte. Per quale motivo la vecchia gestione, quella dell’istituzione teatro, non ha dato seguito a un’offerta di convenzione con il conservatorio di Siena? Magari non è stata fatta, chissà. Insomma poco si sa e invece ci sarebbe tutto l’interesse a che il tutto fosse gestito in trasparenza.

  6. Lorenzo Rossi scrive:

    Per Miccichè e Scattoni: magari nell’articolo si capisce male, quindi voglio chiarire da subito due punti.
    1) la collaborazione con Manfredi Rutelli è rimasta aperta e serena finchè non è stata ufficializzata su contratto, è proprio da questo momento che perde la costanza degli incontri e la volontà da parte sua di continuare e poi di riconoscere il nostro apporto.
    2) Nelle riunioni si è sempre parlato di una cifra che era attorno a questi 70mila euro, la cosa “opaca” era come questi soldi dovevano essere investiti e quanti di questi potevano essere usati per il festival in se’, e quanti per gli altri compiti che la Fondazione doveva sostenere, compiti anch’essi non chiari.

  7. Andrea Fei scrive:

    Ho letto tutti gli articoli di questo “romanzo”…Certo, ma mi chiedevo come mai l’anno scorso c’è stata indifferenza (nessuno si è chiesto come e da chi venivano gestiti i fondi ad esempio) e quest’anno no!
    Io non so nulla, ma mi sembra di capire che nessuno sappia veramente niente, ho fatto solo una domanda.
    Non capisco come mai i diretti interessati, i dimissionari, non diano delle spiegazioni, in quanto loro si sono dimessi e nessuno gli ha ordinato di farlo e credo fermamente che nessuno li abbia costretti a tacere, cosa che se si fosse verificata sarei il primo a “indignarmi”.
    Siccome Orizzonti d’Arte è un’importante attrazione culturale per il nostro paese consiglio a chiunque abbia le capacità, le conoscenze e la voglia di proporsi in sostituzione del direttivo appena dimesso, visto che il nome che è stato proposto è già stato criticato da quello che ho letto un pò di tempo fa…

  8. ” (alcuni di fama internazionale) ” sono le parole del Rossi.
    Mi ripeto, Chiusi DEVE rimanere chiusa. Sarebbe interessante cercare di scoprire il perchè.

  9. anna duchini scrive:

    XAndrea Fei. Forse ti sei perso qualche puntata. Non è in discussione l’impegno volontario o meno. Ma le vicende della nuova Fondazione, con dimissioni di tre membri tra cui la presidente, non mi pare che siano un fatto trascurabile.
    Poi ognuno può dare il giudizio che crede ma l’intervento di Lorenzo Rossi mi pare che contribuisca a fare un po’ di chiarezza, visto che dal comune continuano a far finta di niente.
    In ballo ci sono soldi pubblici e se anche ci sono i “volontari” di soldi ne vengono spesi diversi e un cittadino è bene che sappia quello che succede. O no?

  10. Andrea Fei scrive:

    Voglio fare una domanda…perchè l’anno scorso, visto che la situazione era la stessa identica (ero stato contattato come Lorenzo Rossi a dare “una mano”) nessuno si è lamentato? nessuno ha dato colpe a sindaci, fondi, bilanci ecc???? L’anno scorso è stato affrontato tutto sottoforma di volontariato, chi voleva partecipava, chi non voleva no. Anche l’anno scorso non c’erano soldi, il budget era ZERO e ci siamo riusciti lo stesso a portare tante serate al chiostro di San Ferancesco, anche l’anno scorso il direttivo di orizzonti era dimissionario, anche l’anno scorso c’è chi si è tirato su le maniche per fare qualcosa. Invece che criticare o investigare, se vi sta tanto a cuore l’arte, proponete! Non ho mai letto una proposta o un’idea invece che una critica velata o non…

  11. giorgio bologni scrive:

    mi sembra che lo scritto d lorenzo sia abbastanza chiaro e chiarificatore

  12. Paolo Scattoni scrive:

    La creazione della fondazione è stata deliberata dal consiglio comnunale il 5 febbraio. Non ero fra il pubblico, visto che il consiglio coincideva con l’inziativa sulle osservazioni al Piano Strutturale. Leggo, però, su un articolo di Sienafree uno dei soliti comunicatoi celebrativi un piccolo elemento di conoscenza:
    Ecco il virgolettato della dichiarazione del Sindaco:
    “La ‘dote’ di partenza che il Comune affida alla fondazione è di 70mila euro, tra cassa e immobili, ottenuti dalla dismissione di una società “inutile” creata anni fa. Arriveranno poi i contributi per la gestione economica e gli interventi di privati, mentre una squadra di tecnici potrà pianificare, selezionare, proporre, valorizzando esperienza locali, ma anche guardando al resto del mondo”
    Dunque poche migliaia di euro (ma qual’era la società ‘inutile’?)”
    L’opacità, se non la oscurità di quello che bolle in pentola è a distanze siderali dalla filosofia degli open data che dovrebbe imporsi. Quello che però i poco lungimiranti giovani amministratori non capiscano è che muoversi in opposizione alla filosofia degli open data si ritorcerà loro contro.

  13. pmicciche scrive:

    E Grillo e i grillini….a piccoli saltelli….si avviano nei sondaggi verso il 20%…se questo poi è l’unico modo per riattivare un vero sistema politico, funzionale ad uno Stato moderno, allora ben venga…..anche a Chiusi, spero…..

  14. lucianofiorani scrive:

    Quella che dovrebbe essere la semplice informazione sull’attività amministrativa qui si trasforma in segreto di stato.
    Tra le altre questioni raccontate da Lorenzo Rossi emerge appunto la non definizione della cifra che il comune assegna alla Fondazione.
    Ora per la Giovanna Rossi è stata fissata questa cifra o si continua a navigare a vista?
    Ma possibile che nessuno della maggioranza senta il dovere di chiarire una volta per tutte come sono andate e come stanno le cose?
    Poi però se uno si incazza quando legge nei comunicati del comune espressioni come “democrazia partecipata”, bisogna capirlo.

  15. pmicciche scrive:

    Francamente, dalla lettura della testimonianza sul sito di Prima Pagina non ho ben inteso i termini della vicenda. Se la Direzione artistica di Manfredi Rutelli era solo tecnicamente da convalidare, non sarebbe così incomprensibile il suo atteggiamento poco collaborativo. Infatti, se c’è un Direttore artistico spetta a lui la gestione della programmazione artistica, altrimenti si rischia una gran confusione di ruoli e di atti. Poi mi sfugge come si possa anche solo iniziare una linea di programmazione senza sapere l’entità della cifra su cui contare e le modalità e i tempi di erogazione. Alla fine, quello che sembra da tutti gli elementi frammentari in possesso, è che tutta la vicenda sia stata condotta con una certa improvvisazione, forse un po’ da tutti gli attori in campo. Il dato politico rimane però sempre lo stesso: perché mai non si possa sapere come sono andate le cose e si preferisce la fioritura di ipotesi e contro ipotesi più o meno fantasiose; non ci sarebbe niente di imperdonabile nell’ammettere una serie di scelte sbagliate o di incomprensioni. Quello che invece rimane imperdonabile è vedere il persistere di una tendenza alla gestione privata della cosa pubblica.

I commenti sono chiusi.