di Paolo Scattoni

In questi giorni si è ripreso a parlare di energia e del suo costo. Se ne lamentano i cittadini e soprattutto le imprese danneggiate nella competizione con quelle di altri paesi che pagano fino alla metà delle nostre tariffe. Molti danno la responsabilità al Green Deal europeo che prevede una progressiva sostituzione delle attuali fonti con quelle sostenibili come ad esempio solare ed eolico.
Basta però un breve giro sul web per smentire la posizione degli anti Green Deal. Se si digita fonti rinnovabili Portogallo si scopre che quel Paese di dieci milioni di abitanti ha già raggiunto nel 2024 il 70% e potrebbe arrivare all’80% già da quest’anno. In Portogallo l’elettricità costa molto meno che in Italia. Basta spostarsi di poco e si scopre che anche la Spagna con quasi 5o milioni di abitanti, ha sostituito le vecchie centrali con altre basate su fonti rinnovabili. La Spagna è attualmente al 62 % dopo pochi anni di cambiamento di strategia. Le sue cinque centrali nucleari sono in dismissione. La prima nel 2026 le altre prima del 2035. Il costo attuale per i consumatori è notevolmente più bassa che da noi.
In Germania le centrali nucleari sono già chiuse. Le rinnovabili attualmente al 63 % del mix. Ci sono poi zone in Europa che ormai il 100% di rinnovabili lo sfiorano. È il caso della Scozia (5 milioni di abitanti) arrivata al 97%.
Quindi a responsabilità del caro energia sta tutta nel non aver percorso la strada giusta indicata dal Green Deal. L’Italia nei decenni passati ha visto uno sviluppo massiccio dell’idroelettrico e in parte del geotermico (Larderello). Poi molto poco. Sono patetici e antistorici i fautori odierni del mininucleare attuabile fra dieci anni con costi sicuramente superiori a quelli delle rinnovabili, per non parlare della sicurezza.
E a Chiusi?
Di promesse ne sono state fatte tante e per ora non si è visto niente. Il Comune ha perso circa 700mila euro per il mancato rispetto del contratto per più di dieci anni da parte della ditta SDM per il diritto di superficie per istallazione di impianti solari. Ci hanno spiegato in Consiglio comunale che non solo non paga, ma addirittura riceverebbe una sostanziosa “buonuscita”. In altra occasione il Sindaco ha anticipato l’intenzione di promuovere una comunità energetica, ma cosa sia stato fatto non è dato sapere.
La Spagna è lontana.
Ti ripeto che anch’io sono per la linea politico-economica delle rinnovabili e sono d’accordo con quanto tu esprimi sulle scelte di certe nazioni come per esempio la Spagna ma ti faccio altresì notare che anche a sinistra tranne verdi e sinistra italiana, che non c’è all’interno dell’opposizione uno schieramento omogeneo su ciò che sostieni. E questa è una debolezza che è sintomo di una visione tutta politca ben precisa e che è in definitiva quella dell’accostamento forzato di due linee e due visioni diverse che provano a convivere sotto lo stesso tetto ma che non si saldano e che alla fine mostrano di essere divergenti di fronte alle decisioni governative che sono quelle che comunque rispecchiano diciamo pure una visione ”aziendalista” che guarda all’immediato ed al profitto del conto economico facendo passare in secondo e terzo piano il peso di quello che si produrrà nel futuro.E’ tutto chiaro mi sembra ed è il sintomo di ciò che produca uno sviluppo capitalistico arretrato che magari paventa il ritorno al ”nucleare detto sicuro” perchè crede che sia quella la strada da battere.E tale ritorno è uno degli elementi di rottura degli equilibri interni alla sinistra che non fa altro che produrre cibo per la destra.E allora che sinistra sia questa io mi domando se fà gli interessi della destra.Credo sia ora di dire basta perchè le cose sono chiare che alla fin fine la gente è stanca di tutto questo e lo dimostra il voto dato a destra.
X Carlo Sacco. A me pare che la scelta politica si profili chiaramente. (1) Le fonti rinnovabili sono più convenienti; (2) Alcuni paesi europei hanno già imboccato questa strada e offrono prezzi inferiori rispetto ai nostri; (3) C’è ancora molto spazio per il progresso tecnologico delle rinnovabili; (4) Occorre mettere in moto la ricerca sulle rinnovabili prima che la Cina occupi tutto lo spazio. Su questi punti i partiti di governo stanno facendo una battaglia di retroguardia, se per interesse personale o per insipienza non mi interessa, so che sbagliano e me lo ricorderò quando andrò a votare.
Certamente domanda plausibilissima e che anch’io condivido,ma come ben saprai i tuoi interlocutori ai quali rivolgeresti tale domanda sono pronti a rispondere come sentiamo alzarsi una quantità di voci oggi nelle TV di stato e non solo,e sarebbe il fatto che la fame di energia a basso prezzo è così alta che se si continuasse a percorrere la strada che fin’ora abbiamo percorso si rischierebbe di aggiungere un peso fortissimo sul piatto della bilancia della recessione.Come ti difendi da tutto questo che fra l’altro conosciute le procedure economico-politiche dell’italia ritengo che si tradurrebbe solo nell’aumento del conto economico delle società che gestiscono l’energia con pochi ritorni verso i costi dei consumi dei cittadini che rimarrebbero inalterati e dico questo perchè lo sappiamo dall’esperienza che una diminuzione di costi non si traduca automaticamente nell’abbattimento dei costi riservati ai cittadini ma quest’ultima condizione avverrebbe in misura molto minore della diminuzione dei costi alle aziende.Domanda:ci vuole un altra conduzione diversa della cosa pubblica che privilegi veramente e pesantemente il settore pubblico?Ti faccio notare mio malgrado che anche se quanto detto sarebbe dell’interesse dei cittadini,oggi siamo al punto che gli stessi amino darsi le martellate sugli attributi dicendo che ne ricevano piacere.Lo dimostra la tendenza al consenso espressa dalle classi subalterne che è variata da sinistra verso destra.
Rispondo a Carlo Sacco. Per più di cinquanta anni ho argomentato e mi sono impegnato contro il nucleare. Oggi a quelli che riportano i vecchi argomenti si può dire: “prima di procedere nella nostra discussione puoi rispondere alla domanda sul perché non possiamo fare come in Spagna?”. Molto semplice.
Mi trovi totalmente d’accordo con quanto dici ma tutto questo esige una domanda rivolta a te che evochi giustamente il fatto:perchè succede così in italia e di chi sia la responsabilità,prima politica poi anche anche a seguire economica.Questa è la domanda che ti pongo vista la situazione delle altre nazioni che evochi e vista anche la scelta direzionale europea,che ritengo essere una scelta di civiltà.Siamo al punto che i criteri che tu spesso sostieni riguardanti l’implementazione intesa come ”strategia decisionale”ritengo che siano farlocchi in quanto con il procedere per gradualità tenuto conto di ciò che si ha intorno a me sembra che possa essere anche in questo caso una scelta deleteria perchè non si tiene conto del contesto nel quale agiscono certe forze che sono di certo più conservatrici chè progressiste poichè guardano al ”customer satisfaction”e cioè al beneficiare gli azionisti delle grandi aziende multinazionali che detengono il patrimonio dell’energia.Un passo avanti e due indietro in pratica,ma fatto e messo in opera in maniera consapevole creando spazio all’affermarsi di quelle condizioni nelle quali la rapacità del capitale privato l’ha fatta da padrone,vedi la svendita e lo smembramento delle aziende dell’IRI per esempio.Hanno svenduto tutto e fatto penetrare le condizioni per la privatizzazione di un patrimonio immenso che possedevamo.E allora ci sarebbe o no materia per cui riflettere sui metodi politici adottati?