di Carlo Giulietti

L’idea strampalata di un’inutile, dannosa colata di cemento in mezzo alla Val di Chiana, contro ogni logica e indicazione attuale, trova altre importanti adesioni.
Ci sono politici che, forse, vogliono ripararsi da eventuali danni elettorali, ma anche cittadini, raccolti in varie associazioni di ogni genere, che si schierano sulle posizioni di Opzione Zero (ex Comitato per la Valorizzazione delle Stazioni di Chiusi e Arezzo), che ha avuto il merito di dare il via al movimento di protesta, raccogliendo firme a sostegno e organizzando varie manifestazioni pubbliche piuttosto partecipate.
Legambiente, dei circoli Valdichiana Senese e Aretina, è la prima associazione alla quale il gruppo chiusino lo scorso agosto si rivolse per individuare una posizione comune sul tema, condividendo quasi da subito le stesse contrarietà e gli stessi obiettivi. Sulla posizione degli interlocutori iniziali, si sono successivamente schierati anche il circolo di Arezzo (aiutato dalla decadenza dell’opzione Rigutino), Legambiente Toscana, umbra e nazionale.
Recentemente, il 19 gennaio, a Montepulciano Scalo, Opzione Zero e Legambiente, hanno organizzato un’assemblea con la partecipazione dei rappresentanti di varie altre associazioni, civiche, culturali, di volontariato, ambientaliste, di utilità sociale, toscane e umbre, delle zone interessate. In seguito a quell’occasione, è stato stilato un documento contenente “una comune posizione di contrarietà al progetto della nuova stazione” e l’elenco di alcune delle molteplici argomentazioni a sostegno.
Il 31 gennaio si è quindi tenuta a Camucia-Cortona una conferenza stampa, organizzata da Legambiente, con la partecipazione di Opzione zero, Comitato Aria e di rappresentanze di altre associazioni, per presentate alla stampa e quindi ai cittadini, le posizioni di opposizione (forte contrarietà) all’ipotesi progettuale di Creti-Farneta.
È stato definito “un progetto che implicherebbe costi ingenti e forte impatto ambientale dovuto al consumo di suolo, a beneficio di un’utenza ridotta dei capoluoghi di provincia di Arezzo, Siena e Perugia, di meno di un milione di persone” (NdA Arezzo e Chiusi insieme potrebbero avere la maggiore utenza potenziale di tutte le localizzazioni individuate). “La zona interessata dal progetto, raggiungibile solo in auto o autobus, finirebbe con l’incentivare altra mobilità su gomma e la costruzione di nuovi parcheggi vicino alla stazione, aumentando il già notevole consumo di suolo rurale.”
Sono stati inoltre criticati gli investimenti necessari, la lunghezza dei tempi prevedibili, la quantità di suolo agricolo da impegnare, anche per le infrastrutture; è stato sottolineato che “l’alta velocità c’è già nel nostro territorio: a Chiusi, ad Arezzo, a Terontola i treni ad alta velocità possono già fermare; queste stazioni hanno avuto investimenti per renderle compatibili con le esigenze tecniche richieste, andrebbero semmai, potenziate”
Insieme, Chiusi CT e Arezzo, sarebbero sufficienti a salvaguardare “il valore strategico della connessione delle province di Arezzo, Siena e Perugia al corridoio scandinavo-mediterraneo della rete ferroviaria europea Ten-T consentendo, inoltre, il necessario interscambio ferro-ferro grazie alle linee già esistenti.”
Insomma una presa di posizione chiara e inequivocabile in linea con quanto da tempo sostiene la nostra associazione “Opzione Zero”.
2 risposte a Si rafforza il movimento contrario a Medioetruria a Creti