Migrazioni e propaganda. Cos’è l’uomo per te? Perché non te ne curi?

 di Gisella Zazzaretta

E’ sempre propaganda sulla pelle dei più deboli, dei più fragili, di chi non ha VOCE. Specchietto per le allodole, per l’elettorato di Meloni e Salvini che considero razzisti. Il Governo annuncia politiche restrittive sull’immigrazione, per arginare i flussi.

Il popolo più semplice dice, e lo sento spesso, :”…danno i soldi ai profughi e non a noi italiani, ci vengono a togliere il lavoro”. Ma quale lavoro? Quello della raccolta dei pomodori a circa 5 euro l’ora, sotto il sole cocente? Lavoro da ergastolani che si accetta solo se si è alla disperazione.Se, io che governo un Paese, una Regione, un Comune, non provo empatia per capire questa disperazione, non parlerò di corridoi umanitari, non migliorerò il sistema di accoglienza, di integrazione sociale e non darò la possibilità di rendere i richiedenti asilo dei regolari lavoratori, che pagheranno le tasse, l’affitto, le bollette, le medicine..

L’obbiettivo è quello di creare allarmismo e paura. L’importante è mandarli via o, meglio, non farli arrivare lasciando che affoghino in mare.

Che vergogna: a nord si inviano armi all’Ucraina e nessuno prende come vessillo propagandistico “basta inviare armi!”. A sud nel Mediterraneo, diventato un enorme cimitero, si limitano i soccorsi delle ONG. Non c’è raziocinio, non ci sono idee valide, non c’è volontà di aiutare, di salvare la vita di bambini, giovani, donne, uomini che scappano (come gli ucraini) da situazioni di guerra, violenza, fame e atrocità di vario tipo. E i nostri governi, destra e sinistra, li lasciano morire, affogare.

E’ diabolica questa politica e non mi riferisco solo ai “neri” ma anche ai ” bianchi ucraini ” che vogliono armi, armi e ancora armi. E noi continuiamo a fornirle.

I centri di accoglienza e singoli cittadini o famiglie che fanno salti mortali per aiutare i migranti in Italia dovrebbero essere lodati pubblicamente e più aiutati finanziariamente. Servono politiche “umane” sull’accoglienza, che deve essere dignitosa e garantita nel tempo. Queste persone non chiedono armi ma una mano tesa. Molte strutture di accoglienza, seppur qualificate, hanno dovuto chiudere per l’impossibilità di raggiungere un equilibrio tra risorse e servizi necessari.

Perciò, a ben guardare, il danno è anche per tutti quegli operatori italiani che tanto si prodigano, pur nelle difficoltà, affinché siano garantiti quei diritti umani e umanitari che spettano ad ogni persona, di qualsiasi età e colore della pelle.Su tutto questo, a parere mio, nessun governo, precedente o attuale, si è mai impegnato a sufficienza. Definire l’arrivo dei profughi dal mare come uno “stato di emergenza”, flusso che ormai esiste da anni, certifica il fallimento nel governare questo tipo di flussi. 

E’ il fallimento di politici che rinnegano il diritto alla vita.Sono desolata, afflitta, perché questo modo di governare incide non solo sui migranti, o profughi, ma anche sulla nostra mentalità di italiani diventati indifferenti all’altro, a chi ha bisogno, a chi chiede aiuto, perché ci inculcano la paura del diverso.

Forse piangiamo davanti ai servizi del telegiornale, davanti ai cadaveri di neonati, bambini, uomini, donne, accostati l’uno all’altro sulle spiagge del Mediterraneo. Ma poi ce ne dimentichiamo, perché il nostro egoismo è più forte della compassione. A Chiusi, nel 2015, a Tavola di René, gestita da me e Claudio Provvedi, arrivarono i primi tre ragazzi nigeriani. In seguito se ne aggiunsero altri otto. Iniziarono a studiare l’italiano, erano un po’ spaesati, ma contenti. Cominciarono a conoscere la loro nuova realtà e a ricostruire con noi la loro storia. Provenivano da zone di guerra. Ci dovemmo guadagnare fiducia reciproca. Per noi, quei ragazzi, furono una grande risorsa umana, un grande insegnamento. Noi, che avevamo tutto, eravamo di fronte a chi aveva lasciato tutto e intrapreso un viaggio verso l’ignoto con la speranza di una vita migliore.

A Chiusi molti si sono impegnati per dare un futuro a questi giovani: Caritas, Misericordia, Tavola di René, singoli cittadini. Oggi i frutti si vedono! Cancellare la “protezione speciale” vuol dire tarpare le ali e non scoraggerà gli sbarchi perché, nella disperazione, ci si aggrappa tutto.

Da notare come, invece, la protezione speciale sia stata concessa ai profughi ucraini. Profughi di serie A e di serie B ?

In Ucraina inviamo armi per ammazzarsi e nel Mediterraneo li facciamo affogare.In questi giorni ho riletto tutti gli articoli riguardanti l’attività di Tavola di René, dal 2008 al 2018: accoglienza a profughi, poveri, malati, senza tetto, raccolta e distribuzione giornaliera di cibi, mensa per tutti a colazione , pranzo, cena, pasti portati ai barboni alla stazione. Le richieste di aiuto erano diventate così tante da non riuscire più a soddisfarle. Dal punto di vista amministrativo le ” uscite ” erano maggiori delle “entrate”. Qualcosa avremo sbagliato, ma, sempre a fin di bene. Infatti mi ha fatto proprio ridere l’ultimo articolo del 2 agosto 2018 de “La Nazione” dal titolo “Il Sindaco assicura: “Questioni amministrative. Nessuna ipotesi di reato”. Grazie alla politica cieca dell’accoglienza, molti altri centri saranno costretti a chiudere, tanti profughi finiranno a dormire per la strada e avremo un peso sulla coscienza, quello di avere infranto i loro sogni, le loro speranze, di avergli negato il futuro. Lo faremmo,  questo, per i nostri figli o nipoti? O ci batteremmo per loro?Ai nostri politici chiedo: “Che cosa è l’uomo per te? Perché non te ne curi ? “. 

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2 risposte a Migrazioni e propaganda. Cos’è l’uomo per te? Perché non te ne curi?

  1. pscattoni scrive:

    All’ultimo momento il governo ha ritirato l’emendamento per poterlo riformulare. Domani 20 aprile lo ripresenterà modificato. Vedremo intanto l’opposizione della minoranza in Senato e i cittadini che si sono mobilitati un risultato l’hanno ottenuto. Vedremo

  2. pscattoni scrive:

    Un lavoro da fare potrebbe essere quello di seguire il percorso dei richiedenti passati per i CAS della zona. Per quello che so si scoprirebbero tante storie di successo nel campo del lavoro e familiari.

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