di Paolo Scattoni

Due post pubblicati recentemente su chiusiblog mi hanno indotto ad una riflessione, che è una conferma, ma che sembrano invece alla base di silenzi sospetti.
Il primo dei post è stato quello di Alessandro Fedi sui nodi ancora irrisolti del nodo ferroviario di Chiusi. Poco meno di 400 letture, ma soprattutto occasione di un dibattito troppo spesso dimenticato dietro le cortine fumogene della propaganda sul freccia rossa.
Il secondo contributo, circa mille visite in quattro giorni, riguarda una ricerca svolta sugli archivi delle Camere di commercio svolta da Rossella Rosati. Anche in questo caso un buon riscontro di commenti. Questo contributo ci racconta come probabilmente il Comune abbia perso circa 200.000 euro in quattro anni.
Per me è un’ulteriore conferma di tante competenze diffuse viste in altre occasioni.
Sull’area dell’ex centro carni ha visto il contributo di ingegneri ed esperti di diritto ambientale, ma anche altre competenze sino alle conoscenze di semplici cittadini che soffrono delle conseguenze del depuratore Bioecologia in funzione da venti anni. In sede di Inchiesta pubblica abbiamo visto quanto queste competenze offerte gratuitamente abbiano prevalso su quelle di ACEA, queste ultime invece pagate dalla società proponente il carbonizzatore, o valorizzatore per dirla con il sindaco.
Si potrebbero citare le informazioni su temi cruciali come il Palapania, Fondazione Orizzonti e degrado del nostro lago. Che dire delle competenze maturate da giovani studenti di Laboratorio Ambiente che spesso di mostrano di saperne più dei loro docenti su alcune nuove tecnologie?
La mia riflessione riguarda una domanda: in assenza di un’adeguata presenza di chi “governa” questa città o anche soltanto delle forze politiche, è possibile mettere insieme queste informazione e capire come queste riguardino la scelta fra le diverse opzioni individuate per un insieme d decisioni interconnesse.
3 risposte a Come valorizzare le tante competenze nascoste?