Riprendere l’iniziativa locale sul monitoraggio della qualità dell’aria?

di Paolo Scattoni

Cresce la necessità di controllo ella qualità dell’aria. Per il COVID 19 alcuni addirittura sostengono che l’inquinamento  da polveri sottili sia addirittura un agente portatore. Questa è una delle tante ipotesi e va ancora provata. È però significativo che i grandi focolai nel mondo coincidano con forti presenza di polveri (vedi in Italia le regioni maggiormente industrializzate del nord).

Questo è soltanto uno dei motivi per cui si dovrebbe provvedere al monitoraggio della qualità dell’aria. Le stazioni ufficiali (in Toscana quelle dell’ARPAT) non misurano se non per rare rilevazioni di stazioni mobili, le peculiarità dei luoghi. Qui a Chiusi, come abbiamo visto, sarebbe cruciale ci fossero per i progetti ventilati su carbonizzatore e depuratore.
Nel recente passato grazie a un piccolo finanziamento dell’Autorità Regionale per la Partecipazione, l’associazione Innovazione Locale attivato un progetto di “scienza di cittadinanza” proprio su questo tema. È stata sviluppata una centralina a basso costo (meno di cento euro) capace di misurare la presenza di polveri sottili. Ne sono state anche installate alcune che hanno dato buoni risultati. Il sito regionale che documenta il progetto è stato fra i più visitati ed al momento conta poco meno di 42.000 visitatori.
Il progetto ha anche permesso di contattare Massimiliano Neri di Fabro che lavora ad un progetto simile. È stato proprio Massimiliano a segnalare lo sviluppo e la produzione di centraline più avanzate in Polonia che permettono di eliminare la distorsione delle rilevazioni dovuta all’umidità.
Per quanto riguarda Chiusi la difficoltà di importazioni dovuta all’emergenza COVID-19 non ha aiutato. Comunque anche se con ritardo un esemplare è stato montato ed al momento è felicemente funzionante. Oggi anche a livello locale esistono competenze per montaggio, installazione e guida al funzionamento. Il costo rimane ridotto.
Viene allora da chiedersi se questo progetto di “scienza di cittadinaza” a sempre più scienza. Ipotizziamo una rete di una decina di centraline che condividono i dati delle rilevazioni è possibile ipotizzare anche il lavoro volontario di esperti (in biologia, metereologia, chimica, etc.) che possano impostare un serio lavoro di ricerca sul tema?
Gli attuali progetti sul carbonizzatore e depuratore sono i primi candidati per studi approfonditi. Se le maglie di controllo ufficiali sono troppo larghe, un lavoro del genere potrebbe sicuramente aiutare. Il dibattito è aperto.

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