Carbonizzatore: studiare, studiare, studiare

di Paolo Scattoni

L’andeddoto si perde nella notte dei tempi e ormai viene raccontato in diverse versioni. Riguarda la visita ad Orvieto di Gian Carlo Pajetta, storico esponente del PCI ricordato anche per le sue fulminanti ironiche battute. A margine dei lavori è accompagnato da un  militante in visita al centro storico.

Al quartiere medievale della Cava, il meglio conservato, il comunista locale  lo rassicura “Compagno Pajetta queste vecchie case, quando avremo i soldi saranno sostituite da moderne palazzine”, al che Pajetta: “Compagno, le direttive del partito sono chiare: Studiare, studiare, studiare“.

Non posso giurare che le cose siano andate effettivamente così nel dettaglio, ma la raccomandazione è ancora di grandissima attualità. Quello a cui abbiamo assistito e stiamo assistendo con la vicenda ACEA è proprio la mancanza di studio. Meraviglia che una multiutility con un fatturato annuale di un miliardo e seicento milioni si presenti con un progetto per cui Ingelia viene pagata 800.000 euro di consulenza (almeno così ci è parso di aver capito) oggi affermi:

” la scrivente Società intende prendere in debita considerazione tutte le sollecitazioni emerse, anche al fine di valutare l’opportunità di apportare eventuali modifiche al progetto oggetto di istanza, nonché di porre in essere ogni opportuna iniziativa volta ad assicurare, nel contesto territoriale in cui risulta localizzato l’intervento (…)”

Possiamo rassicurare ACEA che i rilievi sono stati sollevati da esperti dei comitati che hanno collaborato senza essere retribuiti. È stato un lavoro di volontari ad alta qualifica, che hanno studiato.

Dopo aver richiesto a gran voce un confronto sul carbonizzatore abbiamo scoperto che in relazione a questo ci sarebbero stati ben 12 milioni di euro per un progetto di ricerca. Allora per riprendere l’aneddoto sarebbe stato opportuno che ACEA si fosse informata se quella era davvero una tecnologia innovativa.

Oggi propongono la ristrutturazione del depuratore esistente che tante proteste ha sollevato fra la popolazione delle Biffe e non solo. Siamo anche qui sicuri che sia questa la migliore tecnologia? Anche su questo blog qualcuno ha fatto presente l’esistenza di un brevetto italiano, di un istituto del CNR che promette una depurazione dei reflui urbani a costi molto più ridotti e con una eliminazione dei fanghi pari a poco meno dell’80%. Nessuna risposta.

Studi bene ACEA perché il conto poi lo paghiamo noi in tariffa.

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