di Paolo Scattoni
Il parere è del tutto personale e non impegna nessuno se non chi scrive. Secondo me ACEA ci vuole riprovare con l’impianto di carbonizzazione idrotermale, di seguito carbonizzatore per brevità. Tanto ci si intende.
Da cosa si ricava? Semplicemente da un’attenta lettura della comunicazione che la stessa ACEA ha inoltrato alla Regione. Molti l’hanno interpretata come una rinuncia definitiva. Li invito a leggere il testo della comunicazione. Intanto occorre sottolineare che è stata inoltrata non solo alla Regione, ma anche a 14 diversi soggetti, compreso il Comune. A tanti, ma non alla popolazione.
Quello che si dice è che durante l’inchiesta pubblica sono emersi elementi per il cui chiarimento occorre un po’ di tempo.
Questo il passaggio più importante:
“in ragione di quanto sopra, il Proponente ACEA Ambiente s.r.l. ritiene opportuno avere a disposizion e un congruo lasso di tempo per l’avvio delle valutazioni tecniche eventualmente necessarie, nonché per l’eventuale adozione delle opportune iniziative volte a favorire l’inserimento territoriale dell’intervento”.
Che ci vogliano riprovare quindi lo dice proprio ACEA.
Con tutto quello che è successo dal novembre 2017, con il pervicace rifiuto di un confronto con la cittadinanza se non nella fase terminale della procedura forse è giusto permettersi di pensar male e fare un’ipotesi sull’interruzione della procedura VIA sul carbonizzatore.
In una dichiarazione è lo stesso Vivarelli a dire che più di sindrome NIMBY (Not In My BackYard- Non del mio cortile) si dovrebbe parlare della versione modificata “Not In My Term” (non durante il mio mandato). Come è noto il mandato dell’attuale governo regionale è a fine primavera. Allora tutto si spiegherebbe,
Io credo che sarà necessario fare il giro delle sette chiese e chiedere a tutte le forze politiche che si presenteranno alle elezioni regionali come si posizionano su questa vicenda.
Poi ci sarà da studiare ancora molto. È ormai chiaro che il carbonizzatore sarà pagato con le tariffe sullo smaltimento. Quindi a spese nostre. Nel momento in cui si propone una ristrutturazione del depuratore non si debbano prendere decisioni sulle nuove tecnologie che si stanno affacciando. Da pochi giorni c’è un brevetto italiano conseguito dall’Irsa CNR che promette una riduzione dei fanghi dell80%. Perché non studiarlo?
Non mi sorprende. Ripeto quindi l’invito ad alzare il livello di guardia: la nuova proposta sarà vestita di panni sicuramente più seducenti, con lustrini e fiocchetti. L’aver constatato il grado di preparazione del comitato obbliga il proponente a dover blindare il progetto rispetto a qualsiasi osservazione. Inoltre, appunto per il principio del “non a fine mandato”, la nuova confezione verrà proposta proprio a inizio legislatura, in maniera da far smaltire le ire per quando arriverà il tempo del rinnovo del mandato politico, secondo l’adagio famoso “chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, scordammoce ‘o passato”. Insomma, affilano il coltello per farci a pezzi il territorio.
Credo che non ci siano dubbi sul fatto che vogliano riprovarci. A meno che la lingua italiana sia un’opinione.