di Paolo Scattoni

Negli ultimi giorni mi capita spesso di essere “ringraziato” per il lavoro svolto sul carbonozzatore (valorizzatore. decarbonizzatore, o comunque lo si voglia chiamare). Il merito è di tutti quelli che hanno partecipato.
Quello che più mi ha colpito nel dibattito degli ultimi due anni é stato l’importanza della conoscenza diffusa. Se c’è stato un merito è quello di aver attivato queste conoscenze e metterle insieme per una valutazione. La cosa grave in questa vicenda è la sufficienza con cui questa conoscenza è stata trattata.
Forse avrò capito male, ma la recente intervista dell’ingegner Vivarelli di ACEA pubblicata nella cronaca di Siena della Nazione del 3 dicembre si attarda ancora su questa posizione. Così infatti dichiara: “Io sono fiducioso che alla fine dell’inchiesta pubblica, nella sede della valutazione del progett, ci saranno tutti gli elementi per poter consentire agli enti, compreso il Comune, che oggi è sul banco degli esaminatori, di esprimere i loro pareri, . Li aspetto nella conferenza dei servizi, non da un’arena pubblica”.
Come leggere una dichiarazione del genere? Sembra dire che se per ora ci si è sfogati, è arrivato il momento delle cose serie. Personalmente sono dell’idea che invece le competenze che si sono espresse nella “arena” si siano dimostrate molte più convincenti di quanto scritto nel progetto.
L’ingegner Vivarelli dice che comunque loro andranno avanti anche di fronte alla bocciatura della variante. Gli possiamo assicurare che anche noi andremo avanti nei nostri studi e nella nostra azione anche in caso di approvazione.
3 risposte a Progetto ACEA. Il ruolo della conoscenza diffusa.