Un invito alla “politica” da respingere al mittente

Toto_VOTA_ANTONI_4ee1aa68e27bcdi Paolo Scattoni

Qualche volta pensi che certe uscite sulla stampa on line siano provocazioni. La finalità? Riportare il dibattito su un terreno finalizzato propaganda. L’obiettivo è quello di rafforzare chi governa evidenziando le cose che probabilmente il governo locale riuscirà a fare da qui alle elezioni del 2021. Se così fosse sarebbe un tentativo patetico.

Il vero dibattito politico dovrebbe nascere da un punto fermo: le ultime amministrazioni a Chiusi hanno fatto una serie di scelte sbagliate che hanno portato il bilancio alle soglie del dissesto. La risposta è stata miserevole con la vicenda ACEA. La cessione dell’area ex centro carni (2 milioni e mezzo) per cambiare la strategia di “sviluppo”, quella del trattamento dei rifiuti. Questo sarebbe la linea politica da discutere. Come dicevsa Totò?

Andiamo a vedere gli argomenti che secondo la stampa (soprattutto Primapagina) offre al dibattito cosiddetto politico.

Palazzetto dello sport a Pania. La storia è nota. All’inizio c’è stata la scelta scellerata della costruzione di uno stadio per 5000 spettatori a Pania. La crisi della Fondazione MPS ha dato la prima botta. Poi c’è stata la crisi dell’edilizia che non si è voluta vedere. L’ipotesi era quella che una parte di quelle risorse sarebbe stata recuperata rendendo fabbricabile l’area del campo sportivo. Quando si dice la capacità di previsione!

Lo stadio quindi no. Che fare dunque di ciò che era stato realizzato? Invece di abbandonare, si insiste. Così lo stadio diventa un Palazzetto dello sport. Ma non ce ne già uno? Qui la stampa di complemento inizia una campagna volta a dimostrare che il Palazzetto e le tre palestre scolastiche utilizzabile anche dai gruppi sportivi non erano sufficienti. Ci voleva un altro palazzetto. La discussione “politica” volta a dimostrare che quelle condizioni non c’erano viene respinta con argomentazioni molto speciose. Dei costi pochi si preoccupano. Oggi, quando le elezioni si avvicinano, si dice che il notevole ritardo non è poi così importante perché la domanda comunque non c’è. Come ha scritto il consigliere di opposizione Luca Scaramelli è consigliabile che “qualcuno deve mettersi d’accordo con se stesso”. La stampa di complemento risponde che questa domanda prima c’era e poi è scomparsa. Parlare di politica quando non si sa prevedere neppure a sgrosso per un periodo di pochi anni. Andiamo.

Una seconda causa della crisi di bilancio è stata la vicenda della “Fondazione Orizzonti”. Anche in questo caso bisogna fare uno sforzo di memoria. Siamo nel 2012. Si decide di trasformare la Istituzione Teatro dove all’epoca operava Manfredi Rutelli in Fondazione Orizzonti. Dopo pochissimo tempo si dimette la presidentessa Rossella Rosati. Voci narrano per non essersi piegata alle assunzioni di collaboratori imposti dal sindaco. Ci sarà un’altra presidentessa già impegnata nel Cantiere di Montepulciano. Ben presto si creerà un buco di bilancio che ancor oggi pesa sulle casse pubbliche. Recentemente per poter richiedere un mutuo si è ceduto in usufrutto trentennale il teatro Mascagni alla fondazione. Questa cessione è basata su una perizia che non descrive il teatro di Chiusi, ma invece il teatro Grandinetti di Lamezia Terme! Il sindaco l’ha definito un “refuso”. Incredibile. Caso da esposto alla Corte dei Conti che le opposizioni sembrano esitanti a fare.

Di che politica vogliamo parlare?

Parliamo delle responsabilità di quei 250.000 euro di buco. Ancora una volta operazioni sconsiderate oggi ci fanno il regalo degli impianti ACEA.

C’è l’incredibile richiesta del giornalista che si parli “politicamente” della piattaforma logistica costata due milioni e mezzo la maggior parte “realizzata” con fondi europei. È una strada abbandonata. Di che politica vogliamo parlare? Così si potrebbe continuare a lungo. Io sono fra quelli che di politica vorrebbero parlare a comunicare però dagli impianti ACEA. Lo hanno chiesto 2500 cittadini firmando un documento inviato anche al sindaco di Chiusi che non si è degnato di rispondere.

La politica del sindaco e delle sue truppe dell’informazione compiacente si sentano “politicamente” fra di loro. Quella politica a me non interessa.

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2 risposte a Un invito alla “politica” da respingere al mittente

  1. Luca Scaramelli scrive:

    Da tempo denuncio la grave situazione che vive “l’informazione”, ormai da tempo “semplice” cassa di risonanza di chi comanda. Sulle questioni specifiche di cui si parla nell’articolo è lampante come in questi anni le amministrazioni comunali che si sono succedute abbiano avuto scarsa, se non nulla, visione del futuro, che poi è l’essenza dell’amministrare. Da anni io e il mio gruppo consiliare denunciamo la mancanza di un progetto organico per il futuro di questo paese e di un’idea di ciò che debba essere Chiusi negli anni a venire, negli anni d’oro del renzismo (oggi i renziani non esistono più e sembra che nessuno lo sia mai stato) siamo stati accusati di essere gufi che non vedevano le magnifiche sorti a cui eravamo avviati, poi siamo stati accusati di fare un’opposizione timida, e questo in parte può essere anche vero, ma se si guarda allo scarso “potere” che hanno le opposizioni in consiglio comunale e alla propaganda di certa stampa di cui si diceva, è chiaro come sia difficile lavorare.

  2. Bonella Martinozzi scrive:

    L’utilizzo della stampa a fini propagandistici si scontra con quanto avviene all’interno del Consiglio Comunale ove vi è profonda difficoltà a ricevere riposte , chiarimenti e delucidazioni in merito non solo a quanto indicato da Paolo Scattoni , ma anche su moltissime altre importanti questioni.
    Forse sarebbe il caso che qualcuno prima di scrivere si prendesse l ‘impegno di leggere i verbali del Consiglio per rendersi conto che ” l’essenziale è invisibile agli occhi

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