Banca Valdichiana: una comunità che si dovrebbe indignare …….

capeglionidi Rossella Manfridi

Osservo da tempo i fatti di questa  comunità e più li  esamino e più avverto un allontanamento  profondo dovuto da chi  crede nel rispetto per le  norme, la correttezza, la democrazia e  confida  in uno Stato e negli  organismi di vigilanza che controllano e non si rendono complici .

Sono  il silenzio e la connivenza che creano inquietudine ed impauriscono e proprio per questo il Presidente “ sfiduciato”, Carlo Capeglioni  e la Vice Presidente, Valentina Frullini ,  di Banca Valdichiana  NON  dovrebbero dare le loro dimissioni dal Consiglio : per  non essere conniventi ma vigilanti e  per dare forza e voce  a quei 1073 voti ricevuti in assemblea contro i 9 (?) espressi all’interno di una stanza, indicando  una volontà di rinnovamento ‘ confidata forse”   dall’ICCREA . 

RINNOVAMENTO rispetto a cosa e da chi ? 

Da un lato c’è un  “ nuovo Presidente“ che da decenni  ricopre la carica di consigliere ed anche di Vice Presidente. Quindi se responsabilità di gestioni  precedenti  vi è  stata di  conseguenza potrebbe essere   anche la sua e dall’altro un nuovo Vice Presidente che accomuna numerosissimi ruoli con coinvolgimento  diretto anche nella “ politica “ comunale e nella gestione dei fondi dei cittadini attraverso funzioni di controllo e/o dirigenza.

Se poi ICCREA,  o la Federazione Toscana , o gli stessi Poliziani, credono che i valori fondanti del cooperativismo e le capacità di gestione siano identificabili nel fatto che l’uno ha  vinto per tre volte la giostra del Saracino  e  che l’altro potrebbe aver avvallato, nella sua funzione di revisore unico della Fondazione Orizzonti, la concessione in usufrutto del Teatro Mascagni basandola su  una perizia che ha il medesimo contenuto e caratteristiche “edilizie” di quella redatta per il Teatro Grandinetti di Lamezia Teme  o nel fatto che nulla sembrerebbe avere da ridire sul ritardo della pubblicazione del bilancio della stessa Fondazione Orizzonti, buon per loro.

Oggi la scelta è semplice ed appartiene a questa comunità’,  incluse tutte le organizzazioni di categoria : 

o  si restituisce la tessera di socio (tanto l’espressione di  voto ha dimostrato di non aver alcun  valore)

o si aderisce a ‘questo sistema’, non lamentandosi di ciò che “capita” e di quello che viene fatto.

Ma se la convinzione di quei 1073 voti espressi e di quanti ancora   credono nella ricaduta sociale sul territorio  di  questa  Banca di Credito Cooperativo come risorsa, sostegno , miglioramento e  sviluppo  allora il Presidente e la Vice Presidente eletti si facciano portatori di queste voci RESTANDO SALDAMENTE ALL’INTERNO DEL CONSIGLIO ,  dichiarando apertamente cosa e’ che non funziona e facendo sì che si rispettino i principi fondamentali richiesti a tutto il mondo bancario.

Ogni volta che ci si candida  in una funzione,  o si svolge   un ruolo “ pubblico”, si deve assumere  la consapevolezza di non esser più semplici portatori dei propri interessi ed il rispetto per “  la norma”, ciò  è dovuto e  doveroso anche nei confronti di chi si è sacrificato per la legalità e la protezione delle comunità;   poiché delle   mere commemorazioni e delle frasi fatte non  sappiamo più proprio che farcene.

Non  sarà  certo una piacevole passeggiata ma  ogni cammino è fatto di un primo “piccolo/grande”  passo e sicuramente a testa alta con il sostegno di quanti vogliono credere nell’esistenza dei valori espressi dal cooperativismo e dal significato di maggioranza nell’espressione di voto . 

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12 risposte a Banca Valdichiana: una comunità che si dovrebbe indignare …….

  1. luciano fiorani scrive:

    Troppe parti in commedia non sono mai una buona scelta.

  2. pscattoni scrive:

    Pubblico questo commento a 24 ore esatte dalla pubblicazione di questo post. Siamo a poco meno di 750 letture. Un numero eccezionale per chiusiblog. Il tempo medio sulla pagina è di oltre 5 minuti che sta ad indicare una lettura attenta. Questa attenzione non è stata per la notizia in sé, già pubblicata due giorni prima dai giornali online. È stato invece un segno di domanda d approfondimento che questo post sollecita. Già nel settembre 2018 un articolo di Alessandro Bologni che richiamava attenzione per un’iniziativa per il rilanncio dei valori originari del credito cooperativo era stato letto da più di 400 persone. Mi chiedo allora se non sia il caso di pensare ad un sito dove conoscenze e sensibilità possano essere documentate. Creare ad esempio un blog simile a mquesto dedicato al tema. In attesa l’ospitalità in questo blog è ovviamente garantita.

  3. pscattoni scrive:

    x Morgantini. Non capisco la connessione con la mafia. Qui si tratta semplicemente di una sostituzione di presidente e vicepresidente attraverso metodi regolari. Criticabili quanto si vuole (e qui sono stati criticati severamente), ma nell’ambito delle regole.

  4. pscattoni scrive:

    Quello che suggerisce Massimiliano Canuti è di lavorare per una soluzione fra tre anni che riscopra il senso del credito cooperativo perché è l’unico nella finanza che prevede forme di partecipazione attraverso il principio assente nel resto del mondo bancario di “una testa un voto”. È una posizione che può essere condivisa se però chi ha a cuore questo aspetto si organizzi per dare fra tre anni una proposta in positivo. In fondo anche l’articolo non esclude tale prospettiva quando invita gli eletti rimossi dalle cariche di esercitare un’efficace forma di controllo.

  5. dino morgantini scrive:

    Con mafia si indica una qualsiasi organizzazione criminale retta dall’omertà e regolata da riti, legami familiari e percorsi iniziatici peculiari che ciascun appartenente, detto affiliato, è tenuto a rispettare. Secondo il significato estensivo del termine, indica una qualsiasi organizzazione criminale di persone che impone la propria volontà con mezzi spesso illegali, per conseguire interessi a fini privati e di arricchimento anche a danno degli interessi pubblici.

  6. Massimiliano Canuti scrive:

    Il mondo della finanza è caratterizzato dalla riservatezza e dal basso profilo. Un esempio è stato Cuccia con Mediobanca. Tuttavia il Credito Cooperativo con il voto capitario, cioè una testa un voto al di là del capitale posseduto, è uno dei rari esempi in cui è possibile attuare una finanza democratica e si spera anche equa. Francamente non avrei voluto trovarmi in questa situazione, tuttavia ritengo che sia un’occasione per poter intervenire direttamente nella vita della Banca locale. Infatti i mandati degli amministratori non durano più di tre anni, sono possibili autocandidature e i soci hanno diritto di intervento in assemblea. Credo che a Chiusi, come altrove, ci siano molte potenzialità non adeguatamente valorizzate che possono dare un grande apporto alla Comunità. Sono fiducioso che le critiche possano essere un valido stimolo al miglioramento del nostro tessuto civile. Ben venga quindi un dibattito su un patrimonio che benché di natura privata (la Banca) ha una natura condivisa e quindi comune anche ai non clienti non fosse altro per gli obblighi di legge che impongono di investire gli utili in mutualità.

  7. pscattoni scrive:

    Il signor Carlino (poi Carlini) insiste: “Le voci fuori dal coro non sono ammesse va bene lo stesso mi fate ridere. Avanti così sempre al pezzo”. Se qualcuno lo conosce gli spieghi per favore che in questo blog non si interviene in forma anonima. Poi le voci, di coro o soliste, sono tutte benvenute seguendo pochissime regole, una di queste è quella di evitare l’anonimato.
    Credo che il dibattito iniziato debba continuare perché utile.

  8. pscattoni scrive:

    Ho ricevuto un commento firmato “Carlino”. Prego l’autore di identificarsi altrimenti non è pubblicabile.

  9. Sabrina Manieri scrive:

    Io sto riflettendo se riconsegnare la tessera di socia e ritirare anche i 4 spiccioli che ho in quella banca. Niente di personale contro le persone in questione, che non conosco o conosco superficialmente. Sono i metodi anti democratici e non trasparenti che mi danno sempre più allergia

  10. Elvio Baglioni scrive:

    Quando si parla della Banca Valdichiana non posso che essere grato ed orgoglioso di averne fatto parte. Alla Banca devo non tanto ma tantissimo. Per quanto mi riguarda ho cercato di ripagare la fiducia data dalla Banca dando a mia volta tutto il mio impegno, tutto il mio tempo , quel poco di professionalità che potevo dare, soprattutto ho sempre dato e darò il senso “dell’appartenenza” quello che oggi manca. Di questi tempi conta solo il “potere” , la “poltrona” ecc. ecc.. Saranno i valori dei tempi odierni! Ma che tristezza!!
    Per quanto riguarda le vicende di questi giorni, oltre ad essere solidale, con coloro che sono stati “sfiduciati”, non posso che ribadire quanto ho scritto in un intervento su primapagina

  11. Alessandro Bologni scrive:

    IO INDIGNATO SONO E PARECCHIO.Sto riflettendo se “riconsegnare” la tessera di socio

  12. pscattoni scrive:

    Non conosco personalmente il nuovo presidente e vicepresidente della banca. Mi sento però di condividere le conclusioni dell’autrice. È davvero singolare che chi ha ricevuto più voti venga sfiduciato dopo appena due mesi. Che cosa è dunque successo in quella famosa stanza dove l’operazione si è consumata? La trasparenza è un valore che dovrebbe valere anche nelle banche di credito cooperativo. L’invito a Capeglioni e Frullini di rimanere nel consiglio per esercitare una funzione di controllo è sicuramente da condividere e sostenere.

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