Confronto locale: come costruirlo

dialogo_aadi Paolo Scattoni

È difficile pensare ad una strategia politica locale, quando a livello nazionale c’è il massimo dell’incertezza politica. Quello che riesco a leggere oggi è la enfatzzazione delle iniziative di partito, quando ci sono. Da uan parte il PD si appiattisce sulle attività dell’amministrazione comunale. Quelli che nel PD non sono d’accordo vengono ignorati o considerati eretici. Questo non accadeva neppure nella prima repubblica quando i partito, a cominicare dal PCI, hanno sempre cercato di evidenziare che questa meccanica sovrapposizione non c’era. Le forze poliiche di opposizione d’altra parte hanno sino ad ora gestito il dibattito impostato dall’interno al quale si era invitati.

Personalmente ritengo che prima della politica di parte ci sia bisogno di una fase preliminare, direi prepartitica, di confronto culturale. Il confronto lo intendo aperto, in un’arena in cui tutti, forze politiche, associazioni, realtà di impegno civile che pure esistono nel nostro contesto locale. Dovrebbe essere un confronto in cui tutti si sentano a casa propria, compresi i tanti che in passato hanno lavorato per il PD con un impegno didinteressato e che poi si sono allontanati dall’impegno politico. Il confronto dovrebbe rigurdare temi che troppo spesso vengono rimossi e che interessano tutti in maniera trasversale e rispondere a domande come: siamo soddisfatt della nostra scuola? esiste criminalità organizzata anche qui da noi? qual’è la situazione ambientale qui da noi? e così via.

Se riusciamo a ricostruire questo substrato di valori anche se non del tutto condiviso, partiti e movimenti riusciranno a costruire proprie strategie con le quali confrontarsi nelle sedi preposte e anche nel voto.

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