Confronto locale: come costruirlo

dialogo_aadi Paolo Scattoni

È difficile pensare ad una strategia politica locale, quando a livello nazionale c’è il massimo dell’incertezza politica. Quello che riesco a leggere oggi è la enfatzzazione delle iniziative di partito, quando ci sono. Da uan parte il PD si appiattisce sulle attività dell’amministrazione comunale. Quelli che nel PD non sono d’accordo vengono ignorati o considerati eretici. Questo non accadeva neppure nella prima repubblica quando i partito, a cominicare dal PCI, hanno sempre cercato di evidenziare che questa meccanica sovrapposizione non c’era. Le forze poliiche di opposizione d’altra parte hanno sino ad ora gestito il dibattito impostato dall’interno al quale si era invitati.

Personalmente ritengo che prima della politica di parte ci sia bisogno di una fase preliminare, direi prepartitica, di confronto culturale. Il confronto lo intendo aperto, in un’arena in cui tutti, forze politiche, associazioni, realtà di impegno civile che pure esistono nel nostro contesto locale. Dovrebbe essere un confronto in cui tutti si sentano a casa propria, compresi i tanti che in passato hanno lavorato per il PD con un impegno didinteressato e che poi si sono allontanati dall’impegno politico. Il confronto dovrebbe rigurdare temi che troppo spesso vengono rimossi e che interessano tutti in maniera trasversale e rispondere a domande come: siamo soddisfatt della nostra scuola? esiste criminalità organizzata anche qui da noi? qual’è la situazione ambientale qui da noi? e così via.

Se riusciamo a ricostruire questo substrato di valori anche se non del tutto condiviso, partiti e movimenti riusciranno a costruire proprie strategie con le quali confrontarsi nelle sedi preposte e anche nel voto.

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7 risposte a Confronto locale: come costruirlo

  1. pscattoni scrive:

    Ti invito soltanto a leggere meglio. Poi fai come credi.

  2. carlo sacco scrive:

    Scusa se intervengo ancora una volta, poi di certo la finisco.Di apodittico al punto in cui siamo ci sono solo le affermazioni ripetute tipo quelle che hai fatto, talmente generiche e che riguardano le buone intenzioni che da quando siamo nati ed avevamo i calzoni corti ce le sentiamo ripetere attorno in ogni momento.Il mondo purtroppo è andato in altre direzioni, non grazie a chi non si è stancato mai di ripetere le stesse cose e che si è sforzato nella storia di trovare le ragioni quasi a farne un mantra ma grazie a coloro che sotto il mantello delle buone intenzioni hanno prodotto la rovina di coloro che dicevano di proteggere,che oggi chiamerei poveri, perchè sono stati i guidatori che hanno prodotto il funzionamento del sistema e la loro politica.E sarà pure apodittico ma con i tempi che corrono credo che ci sia talmente forte il bisogno di essere apodittico in quel senso dentro una marea di automi che più sono sottoposti e meno reagiscono e semprepiù credono alle novelle plaudendo chi li guida.I discorsi stanno da poche parti, i fatti sono lì,sotto gli occhi di tutti.Ebbene si, ti saluta l’apodittico Carlo Sacco.

  3. pscattoni scrive:

    Quelle di Carlo Sacco sono affermazioni apodittiche. Il ripeterle di continuo non le fa diventare più vere. In una discussione seria occorre portae dati. E magari impegnarsi per costruire qualcosa.

  4. carlo sacco scrive:

    X Scattoni e Turi. Dopo aver letto il Vs.scritto confermo proprio alla luce di quanto da me stesso detto prima, la mia idea ed il mio convincimento.Quanto da me detto non è negatore che esistano le buone intenzioni,i giovani volonterosi ed intelligenti che sappiano distinguere il diritto dal rovescio come si suol dire delle questioni.Ce ne sono,ma la maggioranza che si afferma oggi non è questa,perchè è semprepiù maggioranza plagiata che serve solo ad uno scopo e lo scopo è quello di far perdurare il sistema irrazionale poichè è soprattutto il sistema mediatico che riesce a formare le menti e tale sistema agisce con la naturale peculiarità dei rapporti di produzione insiti nel sistema di cui facciamo parte.E’ inevitabile che così sia.Ritengo la Vs. risposta una risposta che non risolva affatto il problema,nominalmente carica di buoni intenti ma tutti intenti che comunque non spostano di una virgola la natura di quella macchina che produce le differenze.Le differenze si riducono e si risolvono con il cambiamento reale di indirizzo politico della stragrande maggioranza della gente,liberata consapevolmente da quelle buone intenzioni che forniscono l’alibi a far riassorbire i traguardi raggiunti di cui nessuno di voi parla,sà che esistono e che producono fatti reali e che anzi spesso si rifiuta di considerare dicendo che tale confronto sia fra massimi sistemi,come se non fosse vero che nelle cose piccole ci siano contenute quelle più grandi.

  5. pscattoni scrive:

    Conosco Roberto (Turi) da qualche anno e conosco il suo impeno nel sociale. Concordo con lui sulla difficoltà dell’impresa. Si tratta però di provarci. Qui a Chiusi le risorse ci sono. Ci sono gruppi e iniziative che seminano in maniera disinteressata. Ci sono poi, almeno a mio personale giudizio, forze politiche proiettate a massimizzare il ritorno politico nell’immediato. Con quelle non è facile parlare perché ancorate ai modelli vecchi di fare politica.
    Se c’è una cosa che secondo me si deve evitare è proprio l’assertività come quella di Carlo Sacco. Si deve capire che la politica non la si fa necessariamente attraverso i partiti. Io l’ho fatta per decenni senza militare in un partito. Personalmente l’ho fatta per decenni al di fuori dei partiti. La mia desione ad una forza politica è stata assai tarda, quando ormai anche il sospetto di interesse personale non ci poteva oggettivamente essere. Nel mio imegno civile incontro giovani che sono molto meglio di quanto Carlo Sacco descrive. Io ho proposto di partire da un confronto aperto PREPARTITICO sui problemi di Chiusi e dintorni.

  6. carlo sacco scrive:

    Belle parole ma in teoria.In pratica dimentichi una cosa importante e che non esiste più nell’etica della politica e della quale non se ne parla più da che la sinistra ha smesso di fare la sinistra. Quella parola è l’interesse.Non inteso come interesse culturale ma l’interesse inteso come ”quello che me ne viene se stò da una parte”…in pratica il cervello all’ammasso. E se oggi funziona purtroppo tutto così, io credo che la destra possa più facilmente fare il proprio lavoro.E’ la sedicente sinistra che col suo comportamento glil’ha permesso.ed allora i risultati questi sono.Ed allora la logica è quella che i risultati sono quelli che vediamo intornoa noi.Purtroppo altro non c’è e questa è la cosa prevalente.Quando forse ci sarà un ricambio generazionale-ma personalmente ci credo poco- poichè i giovani sono sempre più distanti e/o proni al sistema ed intorno a loro una selva di aspiranti politici che sgambettano,dove quello che tu richiami non esiste all’interno delle loro teste.Chi l’ha creato il mondo fatto così e chi l’ha permesso? Di questo si dovrebbe parlare prima di decidere sui programmi culturali o riparare le buche sulle strade… e questo-come tante volte affermato da te- non sarebbe parlare dei massimi sistemi considerati tanto inutili…..

  7. Roberto Turi scrive:

    I valori sono elemento centrale di una società che si professa democratica ma in questo momento essi sono minati da interessi di parte e isolati in una deriva culturale impressionante.
    Cosa fare allora? Ripartire da uno slancio culturale guidato delle persone che ancora credono che un cambiamento sia possibile e dove si possa ribaltare l’isolamento della spinta culturale. Tutto ciò richiede passione e tanto lavoro dei soggetti indicati, cioè: associazioni, realtà di impegno civile, singoli cittadini “liberi”, partiti politici….
    Bisogna ripartire dai territori che hanno bisogno di strategie condivise nei temi fondanti l’interesse pubblico, quali l’ambiente, il lavoro, la scuola, questo ci porta al confronto e al dibattito e avvicina tutti nell’impegno civile.
    Quando la società è priva di difese culturali il degrado unito alla presenza criminosa ingloba tutto, ed è proprio quello che sta accadendo oggi.

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