di Paolo Scattoni
C’è una strana interpretazione del concetto di partecipazione: quella del sindaco di Chiusi. È riemersa in un articolo di Marco Lorenzoni su primapaginachiusi.it in relazione alla mozione Fattori-Sarti in Consiglio regionale sul carbonizzatore Acea che dovrebbe sorgere a Chiusi.
In un passaggio del comunicat di Fattori roportato da Lorenzoni:
“Non solo la popolazione deve essere subito coinvolta – prosegue Fattori – ma prima di procedere con il progetto ed autorizzare l’opera, ogni rischio ambientale e sanitario deve essere escluso”.
Così commenta Lorenzoni:
“Quest’ultima però – va ricordato – è anche la posizione espressa nel Consiglio Comunale di Chiusi dalle forze di maggioranza, favorevoli all’operazione: una volta presentato il progetto esecutivo, questo sarà vagliato nelle sedi e dagli organi competenti, appunto Asl e Arpat, e solo se non ci saranno rischi o criticità ambientali e sanitarie verrà approvato. Così ha sempre detto il sindaco Bettollini.”
Onestamento non capisco come può avvenire una partecipazione “a posteriori”. Quale può essere l’efficacia di questa partecipazione dopo che il Comune ha incassato prontamente due milioni e mezzo di euro con una parte di quella cifra inserita nello scampolo di bilancio di dicembre 2017?
Che farà il Comune se ci fossero dubbi sulla non nocività dell’impianto? Restituirà l’ingente somma incassata?
Basta fare una ricerca sul web sugli impianti, anche se diversi da quello prospettato a Chiusi, gestiti dalla stessa Acea. Si veda se la popolazione ternana è felice di quegli impianti per i quali immagino siano stati fatti a suo tempo i dovuti controlli.
La partecipazione deve prevedere la possibilità di presentare le valutazioni di esperti e tecnici che non siano quelli portati da Acea.
Comunque l’iniziativa dei consiglieri regionali di Sinistra Italiana è importate per richiuederà alla giunta regionale di rispondere nero su bianco.
Questo il link al testo della mozione presentata dai consiglieri regionali Fattori e Sarti:
http://www.consiglio.regione.toscana.it/upload/crt/fascicolo/MOZ_1202.pdf
Ho sbagliato io. Ha ragione Luciano (Fiorani): non ha alcun senso allungare il brodo. Ora c’è bisogno più che di teoria, di molta pratica. C’è bisogno di trovare gli esperti. Qualcosa di serio in questo senso già lo abbiamo. Bisogna continuare. Se ci sono proposte di nomi che escano fuori. Dei massimi sistemi parleremo, se avremo tempo, in altre sedi.
Non ho mai dubitato del sunto che ne esce dallo schema che adesso si applica all’iniziativa di cui parla Paolo Scattoni e che fà arrivare col pensiero alla dizione del francese aulico e cioè della ” vasellina” di cui si parla,ovviamente spalmata sul retro dei partecipanti e conseguentemente dei cittadini.Ma tutto questo non è solo riferito a quanto stia sotto i riflettori adesso.E’ tutto il sistema che funziona così,pressochè dappertutto, per cui penso che sia un problema di quella che viene indicata come ”democrazia elettiva” di cui ho ripetuto tante volte che è la logica conseguenza del fatto che il cittadino quando è entrato in cabina ed abbia espresso il suo voto pensa che abbia realizzato il proprio dovere e se ne riparlerà 5 anni dopo.La politica, o meglio, quella politica, ci va a nozze con tale condizione, per il semplice fatto che a posteriori ti dice,che se non sei soddisfatto la volta dopo ti si dà il diritto di cambiare votando.Intanto creando così le condizioni ”dell’avvelenamento dei pozzi” in modo che tu sia costretto ad approvigionarti di acqua minerale in bottiglia se vuoi campare, poi quando la bevi vedrai che ti dimentichi presto di quello che è stato.Intanto chi governa non è per nulla infastidito da quello che è stato concertatamente progettato.Questo è il metro della democrazia,secondo l’uso creato da questo delle istituzioni, che recitano eticamente però ben altro.Come si vede il buon senso è escluso.
Io non lo so. I consiglieri, sia quelli a favore che quelli contro hanno qualche elemento in più.
Scusate se mi ripeto, è possibile sapere, cosa potrebbe succedere nel caso, puramente ipotetico, in cui l’impianto, per qualche motivo non si potesse più autorizzate? Chi ha studiato le carte in maniera approfondita, potrebbe saperlo…
Brodo allungato? Non direi. Vedi Luciano (Fiorani) il brillante disegnino riportato si ispira a un articolo del 1969 (Sherry R. Arnstein, A Ladder Of Citizen Participation, Journal of the American Institute of Planners), successivamente riproposto in varie versione. Nella versione originale l’autore fra il gradino della manipolazione e quello dell’informazione inserisce quello della “terapia” che potremmo per chiarezza definire del “va tutto bene madama la marchesa” o per dirla in francese aulico della “vaselina”. L’autore la paragona a una sorta di terapia di gruppo volta a far passare la decisione. Nel nostro caso significa che arrivano gli esperti di Acea progetti che ci dicono che non ci sono problemi. Ce lo siamo già detti, ma è bene ripeterlo, per quella fase c’è bisogno di mettere in piedi consulenze di contro expertise e non c’è neppure troppo tempo.
L’ho già detto da qualche altra parte; nello schema che accompagna il pezzo, l’Amministrazione di Chiusi è piantata al primo scalino e, per ora, da lì non si muove.
Il resto dei ragionamenti è solo un allungare il brodo.