Un’inziativa sui giovani senza i giovani

di Paolo Scattoni

I tre dibattiti della Festa dell’Unità di Chiusi riguardano tutti politiche istituzionali: regionali e comunali. Quello che si è tenuto mercoledi era probabilmente il meno “celebrativo” in quanto trattava un tema circoscritto: il progetto giovani lanciato dalla Regione.

La scommessa del governatore Rossi, infatti, si basa sulla gestione di risorse certe: 300 milioni in tre anni, tra fondi nuovi e fondi rimodulati. I finanziamenti riguardano un contributo agli affitti, finanziamento agli stage presso aziende (mettere un limite alla barbara prassi di prestazione d’opera gratuita), il credito all’impresa giovanile e il diritto allo studio.

Dico subito che è stata un’occasione mancata. Poteva essere un’opportunità per lanciare una riflessione sulle modalità e i criteri. Se fossi stato un giovane in cerca di occupazione avrei ad esempio chiesto quali sono le misure per evitare che quelle facilitazioni vadano ai soliti noti, o magari ai figli dei soliti noti. Quali garanzie  vengono date su un punto al quale tutti, ma soprattutto i giovani, sono molti sensibili.

Invece il dibattito non c’è stato anche perché non c’erano i giovani. Se infatti escludiamo i consiglieri comunali e i relatori per contare i giovani presenti avanzavano le dita di una sola mano.

Così gli interventi dal pubblico sono stati solo due: quello del sindaco e quello di un imprenditore abbastanza stagionato. Peccato.

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