Area ACEA: quando la storia è importante

CENTRO-CARNI-3di Romano Romanini

La ricostruzione cronologica dei documenti che, ad oggi, sono reperibili sulla vicenda ACEA è utile a inquadrare le varie tematiche che interessano. Ambiente, urbanistica, sviluppo economico si intrecciano facendo si che la eventuale costruzione di un impianto di carbonizzazione dei reflui organici non sia solo “la vincita di una lotteria” come sembra abbia detto il sindaco, ma anche e soprattutto una vicenda di amministrazione di tipo paternalistico e che sembra volersi muovere in autonomia senza lacci e lacciuoli.

Un primo esame delle carte al momento reperite (ma molte altre dovranno essere lette per avere un quadro sufficientemente chiaro e documentato) raccontano una storia nata ormai più di 10 anni fa quando il Ministero prima e la Regione poi vollero disfarsi di quel cadavere puzzolente del Centro di Macellazione Carni per l’Italia Centrale sorto alle Biffe negli anni 70. La Regione ci fece addirittura una legge con tanto di ticket da 500.000 € per far ingoiare al Comune di Chiusi l’amara pillola di quasi 10 ettari di terreno e relativi edifici ormai andati in malora. Di seguito i principali passaggi della vicenda.

  1. Nel 2010 il Comune ha ottenuto un finanziamento regionale di 500.000 € per la completa demolizione delle strutture e la riqualificazione dell’area sulla base di un progetto di massima predisposto ad hoc.

  2. Nel 2011 il comune inserisce nel Piano triennale delle Opere Pubbliche (OO.PP.) 2012-2014 un intervento per la riqualificazione dell’Area per la fase di Demolizione e Bonifica con una spesa prevista di 1.000.000 €. L’intervento è indicato da realizzarsi nel primo anno del Piano.

  3. Sempre nel 2011 il Comune ha commissionato un altro progetto ad un altro professionista sempre per la riqualificazione dell’area che prevede la demolizione di tutti i manufatti, la bonifica del sito e una lottizzazione estesa a tutta l’area.

  4. Nel 2012 il progetto preliminare viene approvato

  5. Nel 2013 viene approvato il nuovo Piano delle OO.PP. 2014-2016 dove è nuovamente inserito il progetto per la riqualificazione dell’area ma con un importo ridotto della metà (500.000 €) anche qui da realizzare nel primo anno del Piano;

  6. Nel 2014, dopo la vendita di una parte dell’area a Bioecologia il comune chiede allo stesso professionista di rivedere il progetto per adeguarlo alla minore area disponibile vista la vendita dei lotti. Il nuovo progetto viene approvato nel 2014;

  7. Ancora nel 2014 viene aggiudicata la gara per la esecuzione delle opere di demolizione e bonifica

  8. Nel 2016 vengono dichiarati conclusi una parte dei lavori di demolizione e bonifica.

L’acquisizione dei vari progetti e dei verbali di ultimazione lavori e regolare esecuzione dovrebbe permettere di capire come si sono evolute le cose e soprattutto cosa è stato fatto rispetto al progetto originario del 2010 quello che ha permesso di avere il finanziamento di 500.000 €.

Questo permetterebbe anche di capire se e come l’ultimo progetto (che contiene anche lo schema di lottizzazione delle aree) è stato recepito dal Piano Operativo (PO) redatto poco dopo e quindi anche l’effettivo stato urbanistico dell’area.

Dall’esame delle NTA emerge con sufficiente chiarezza che sia necessaria una variante al PO, vista la previsione lì contenuta in termini di volumi e destinazioni d’uso rispetto alle intenzioni dichiarate da ACEA sull’impianto da realizzare. Altrettanto necessaria appare la Valutazione Ambientale Strategica. Un passaggio, quest’ultimo, che imporrà di mettere sul tavolo tutte le carte senza possibilità di scappatoie.

Ad oggi sul piano tecnico ci sono alcune domande a cui varrà la pena provare a dare risposta, le prime due sono:

  1. se i due lotti venduti a Bioecologia facevano parte dalle previsioni del primo progetto di Riqualificazione dell’area, come si configura la successiva revisione del progetto? Tradotto: è possibile vendere due lotti di terra sulla base di un progetto di lottizzazione e poi ridefinire la lottizzazione escludendo i due lotti venduti?

  2. Quale è la cogenza del contributo erogato della Regione (erogato per un intervento che riguardava 95.000 mq) e che poi invece viene utilizzato su un’area ridotta dopo la vendita a Bioecologia?

Si dirà: tecnicismi da addetti ai lavori irrilevanti rispetto alla portata degli investimenti da 30 mln di € che ACEA ha detto potrebbe effettuare nell’area. Vero, verissimo ma è bene non dimenticare che in quell’area ci è stata sepolta già una cifra di analoga grandezza con la costruzione del Frigomacello. Allora come oggi gli stessi discorsi, le stesse mirabolanti parole evocatrici di futuri azzurri e prosperosi. Per gli errori di allora siamo ancora qui a parlarne dopo quasi 40 anni. Quando si dice che la memoria è importante.

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Una risposta a Area ACEA: quando la storia è importante

  1. pscattoni scrive:

    Grazie Romano (Romanini). Ormai si sta delineando un quadro che richiederà una seri valutazione degli strumenti urbanistici in relazione a quanto si vuole edificare.

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