Il ruolo della stampa locale e quello della politica

giornalismo_digitale_immaginedi Paolo Scattoni

La vicenda dell’abbattimento dei pini di via Oslavia sta avendo una coda polemica, non tanto sulla decisione in sé, ma su come si è mossa l’informazione sia da parte dei giornali locali che delle forze politiche. In particolare la polemica si è sviluppata sul comportamento di Primapagina. Nel comunicato di Possiamo, anche se il giornale online non viene esplicitamente citato, il riferimento è abbastanza chiaro. È stata tanto evidente che il direttore di Primapagina ha pubblicato il comunicato commentandolo in maniera assai piccata. Forse mi sbaglio, ma la risposta piccata di Lorenzoni si può così riassumere: “io il tema l’ho trattato, siete voi che non siete riusciti a tradurre il voto in Consiglio in azione politica”.

Toni a parte, credo che sia la critica dei consiglieri di Possiamo che la risposta di Lorenzoni siano del tutto legittime. Voglio, però, dire la mia, sperando che finalmente questa polemica da tempo sottotraccia, esca allo scoperto e trovi finalmente un sereno confronto, se si vuole anche in questa sede.

Leggo Pirmapagina abbastanza assiduamente, più sporadicamente anche gli altri giornali. Su tutti ho maturato la sensazione che emulino la stampa nazionale e si credano un attore politico, nel loro caso, locale. Sbagliano. Non ho ad esempio gradito il detto e non detto sui patti del caffè e del gelato. La iniziale esaltazione del gruppo Possiamo a scapito dell’azione dei Cinque Stelle. Le cose dette e non dette sul rinnovo delle cariche del PD locali e provinciale, ma si potrebbe continuare a lungo.  Questi giornali vivono di pubblicità e quindi immagino abbiano fatto i loro conti. Si possono leggere o non leggere. Se l’andazzo continuerà io li leggerò sempre meno.

Se però apriamo un dibattito aperto su questo tema si dovrà affrontare anche l’argomento spinoso delle scelte editoriali. Per Primapagina mi riferisco ad esempio alla totale assenza di alcuni temi. In tutti questi anni di vita del giornale il tema della scuola media superiore di Chiusi, per quanto mi ricordi, non ha avuto l’onore di uno spazio. Eppure quella scuola che come noto ha una sua storia, discussa anche su questo blog, può rivestire grande importanza per lo sviluppo locale. Nel 2014 la suola ha goduto di un modesto finanziamanto dall’Autorità per la Partecipazione della Regione Toscana. Il progetto Laboratorio Ambiente è poi proseguito senza finanziamenti e se qualcuno ha la pazienza di visitare lo spazio web che la Regione gli riserva (open.toscana.it/web/laboratorio-ambiente scoprirà che è il secondo più visitato fra le decine di progetti che hanno sostenuto il sostegno dell’Autorità per la Partecipazione. Possibile che un’iniziativa che ha avuto 42.000 visite, dall’Italia , ma anche dall’estero non meritasse una citazione della stampa locale? Un mistero. Debbo dire che se non ci fosse qualche citazione su facebook o su questo blog, certi argomenti non esisterebbero.

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5 risposte a Il ruolo della stampa locale e quello della politica

  1. pscattoni scrive:

    Non posso che confermare il mio convincimento che la nostra scuola superiore (professionale e tecnica) è un essenziale elemento per lo sviluppo locale. La stampa è libera di selezionare e commentare le notizie come meglio crede. Ignorare però la nostra scuola è secondo me un’omissione poco comprensibile. Oggi nel sito Open Toscana della Regione c’è una “stanza” di un progetto della scuola che da febbraio 2015 ha raccolto 42.000 contatti sull’esperienza di Laboratorio Ambiente
    open.toscana.it/web/laboratorio-ambiente

    È la seconda fra quelle he hanno ricevuto il sostegno dell’Autorità per la Partecipazione. La prima fa riferimento alla città metropolitana che conta più di un milione di abitanti. È sicuramente un’esperienza pilota di scienza di cittadinanza. Vorrà pur dire qualcosa di interessante per Chiusi e dintorni.

  2. Carlo Giulietti scrive:

    Confermo quanto scrivi tu Paolo, su Primapagina non ho mai avuto il piacere di leggere un articolo a favore della scuola.
    Molti anni fa chiesi a Marco di pubblicare un articolo che ricordasse ai chiusini che esisteva, nel nostro paese, una scuola che dava sbocchi occupazionali quasi certi,(ci richiedevano frequentemente diplomati) mentre gli iscritti erano in diminuzione.
    L’articolo lo pubblicò, ma il titolo era:”Al professionale mancano gli studenti, la scuola rischia la chiusura”o qualcosa di simile, dovrei averlo ancora. Uscì anche nei sommari e questo ci fece rischiare che anche chi si era iscritto cambiasse scuola, ci furono diverse telefonate e visite in segreteria, non fu semplice convincere i genitori che si trattava solo di un titolo ad effetto(contrario).
    Successivamente ci sono stati altri articoli, ma per quanto ricordo, in gran parte volti solo ad indagare sul calo di iscrizioni.
    All’epoca di Laboratorio Ambiente inviai personalmente la mail con il comunicato stampa, altri giornali lo ripresero, non questo,che doveva essere il più interessato a pubblicizzare l’attività innovativa aperta a tutti i cittadini della zona.
    Si dice che Marco non ami suggerimenti editoriali, sarà per questo…
    Con tutto ciò io sono il primo a riconoscere l’importanza che ha avuto e che ha, tuttora la testata per far conoscere fatti e “misfatti” della nostra zona, giudizi e modo affrontare gli argomenti possono non piacere, sempre e a tutti, ma quando l’informazione è…

  3. Bonella Martinozzi scrive:

    Come gruppo Movimento 5Stelle tutte le volte che scriviamo qualcosa, naturalmente, mandiamo il nostro comunicato stampa a tutte le testate giornalistiche sia cartacee che on line senza escludere le tv locali . Dobbiamo notare però che pochissimi hanno il “coraggio” di pubblicarle tra queste ultime solo Centritalinews , Teleidea e Chiusiblog (che come sappiamo non è un organo di stampa) . La stampa più strettamente locale pare che spesso abbia problemi con la posta elettronica, così mi è stato detto, o stravolge completamente il senso del discorso. Mentre i quotidiani che si occupano della nostra regione e provincia puo darsi non leggano le nostre mail o come mi ha detto un ex giornalista forse preferiscono non dare risalto al Movimento . Come stiano le cose veramente non lo sappiamo,ma di sicuro sappiamo che le nostre posizioni e i nostri appelli cadono sempre nel vuoto. Noi comunque continuiamo a fare imperterriti il nostro lavoro di opposizione nonostante le difficoltà dovute anche alla mancanza di poter discutere i vari argomenti nelle Commissioni che non vengono convocate ormai da molto tempo

  4. carlo sacco scrive:

    Sottoscrivo, ma la cosa investe senz’altro un numero di persone maggiore di quanto si creda. E guarda caso questi, in massima parte sono coloro che hanno gioito e si sono adattati subito quando in un tempo abbastanza ristretto c’è stato quel famoso crollo dei cosidetti ”ideali”,che poi se ci si pensa bene, ne sarebbe rimasto solo uno vigente ed imperante: quello dei soldi, e che oggi hanno trovato il sostituto acritico che questi ” ideali” porta avanti. O no ?

  5. romano romanini scrive:

    E’ proprio così. Certi argomenti non esistono oppure esistono a seconda delle convenienze. Dirette e indirette. Altri temi che mai nessuno tocca sono quelli del mondo dell’associazionismo, del volontariato oppure quello delle politiche economiche delle banche locali. In realtà non è che non se ne parli: se ne parla, ma quando lo si fa è sempre e solo con piaggeria e retorica. L’esperienza mi ha insegnato che il mondo si muove per interessi concreti e diretti, sempre più spesso economici e di potere. Diffido di quelli che accreditano solo buoni sentimenti e disinteresse e trascurano aspetti sostanziali e concretissimi che pure esistono quali i finanziamenti, gli appalti, il governo del consenso o l’accesso all’impiego. Non che ci sia qualcosa di illecito in questo (perché se ci fosse sarebbe compito della magistratura occuparsene) ma rimane il fatto che questi aspetti non emergono mai. Nessuno ne parla e tutti accettano questo comportamento con una sorta di autocensura. Come se non esistessero. COME SE, appunto! Di questo se ne parlerà mai? Perché sono convinto che fino a quando questi argomenti rimarranno un tabù ogni aspirazione di cambiamento è velleitaria.

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