di Paolo Scattoni
Dal mio personalissimo punto di vista, l’iniziativa di ieri all’ex cinema Eden è stato un successo. Avevo lavorato per mesi a questa scadenza. La domanda era: è possibile costruire una base informativa per documentare la decisione pubblica a Chiusi, costruita tramite partecipazione? La risposta è stata positiva e si può partire. Non è più un progetto personale, ma condiviso da un gruppo di persone che condividono questa necessità.
Hanno risposto all’invito una ventina di cittadini, un’altra decina solo parzialmente perché arrivate in ritardo o lasciato prima della fine.
I tempi sono stati sufficientemente rispettati. Iniziati poco dopo le 21 i lavori si sono conclusi in poco più di due ore. La prima parte è stata dedicata alla presentazione del progetto, che ho dovuto necessariamente svolgere io. La secondo parte ha ospitato un lungo dibattito molto partecipato. Infine l’ultima parte è stata dedicata alla compilazione di schede che andranno già dai prossimi giorni a modificare o integrare quanto era stato preparato nella fase preliminare da settembre ad oggi.
Insomma il progetto è partito. Il dibattito ha infatti visto convergere praticamente tutti sul metodo e sull’organizzazione. Ci sarà una redazione che avrà la possibilità di un accesso diretto al sito. Ci saranno però delle regole a garanzia di chi partecipa. Le pagine saranno modificate su input da parte degli utenti con la garanzia che TUTTI i contributi che rispettano poche regole redazionali (niente offese e pertinenza dei contributi alle decisioni locali) verranno comunque riportate nelle pagine di discussione che accompagnano quelle principali, in puro stile wikipedia. L’impegno dei componenti della redazione dovrà essere di almeno 8/9 ore al mese. Per questo lavoro ci sono già quattro adesioni, ma ci potranno essere altri volontari. Ci saranno poi alcuni referenti o corrispondenti che si impegneranno su temi specifici (p.e. acqua, ferrovia, cultura, ecc.) dai quali ci aspettiamo un impegno di almeno un’ora al mese. Come si vede non si tratta di un impegno pressante, ma di un’organizzazione realistica. Più sarà ampia la partecipazione e migliore sarà la nostra piccola enciclopedia dei problemi di Chiusi.
L’iniziativa è interessante. Ho partecipato con (parecchio) scetticismo, perché mi sembrava un’ipotesi di lavoro viziata da un taglio accademico-universitario, cioè basata sui presupposti dell’esistenza di una comunità che discute e che fonda la sua comunicazione su contenuti veri o, almeno, veritieri. Le nostre comunità non discutono: il massimo della possibilità comunicativa di cui disponiamo coincide, oggi, con il minimo di contenuti effettivi. Inoltre, sappiamo da tempo che l’informazione è soggetta a una serie di fenomeni distorsivi per cui anche il dato di fatto più assodato è suscettibile di interpretazione (e relativa incredulità). Però, il correttivo di utilizzare lo strumento come una sorta di enciclopedia degli atti e delle proposte, porterebbe a sicuri benefici di fruibilità. Rimane il dubbio in merito ai destinatari di questa soluzione: non sono definiti ovvero lo sono in termini molto generici, quindi, è legittimo dubitare, ad es., della possibile utilità di materiali troppo tecnici o settoriali. Insomma, è un progetto che mi sembra soggetto a tutti i limiti che un proposta innovativa si porta dietro. Gli ideatori ne sono a conoscenza, per cui, a questo punto, sono più curioso che scettico e spero che questa scommessa riesca a realizzazre gli obiettivi che si è posta.