Le opere pubbliche costano davvero il doppio?

ufficioturistico-lavori2016_650di Paolo Scattoni

Ho aspettato a a pubblicare questo post perché volevo essere sicuro di quello che ho ascoltato. Se avessi capito bene. Proprio per non sbagliare ho provveduto a trascrivere il passaggio che interessa ad iniziare dal minuto 56.40 della registrazione dell’ultimo Consiglio comunale. Si parlava della cessione a garanzia della proprietà della sede della Fondazione Orizzonti. Vi offro la trascrizione e subito dopo la mia interpretazione perché magari qualcuno mi potrà correggere.

Inizio della citazione: “Tengo infine a precisare nella mia lunga relazione che c’è un dato che molti non conoscono e che voglio portare all’attenzione di questo Consiglio comunale. Nell’anno 2012, quando fu costituita la Fondazione , nell’anno successivo 2013 chiedemmo, dico chiedemmo perché facevo parte dell’amministrazione comunale e quindi rivendico il fatto, alla Fondazione di spostarsi dal Palazzo delle Logge, che erano organizzati lì, in un immobile che non aveva un costo per la Fondazione, perché era arrivata una grande opportunità, per noi e per il centro storico. Arrivava una grande azienda che avrebbe rilevato o comunque utilizzato l’immobile pubblico e avrebbe portato oltre 30 persone nel centro storico, che è ALI Spa. Quindi chiedemmo alla Fondazione di spostarsi, di andare via da lì, nel senso che ci serviva tutto libero: la Polizia municipale di portarla dentro il Comune, il Patto 2000 di spostarlo, la Fondazione di spostare, i terzieri di spostare il magazzino. Nello spostarla abbiamo indicato alla Fondazione l’immobile in cui potevano fare la loro sede era l’immobile posto al piano primo dell’ufficio turistico. Perché dico questo? Perché chi ha ricordanza di come nel 2013 cosa era quell’immobile. Quell’immobile era un magazzino conciato malissimo sia dal punto di vista delle finiture, che dal punto di vista degli impianti e ovviamente dei pavimenti, abbandonato da anni e anni, controsoffitti deteriorati, insomma considerata una struttura fatiscente. Quindi chiediamo alla Fondazione, nell’ambito dei propri trasferimenti, senza aumentare un centesimo, di realizzare le opere di ristrutturazione. Un valore di opere di ristrutturazione che loro hanno pagato di propria tasca per un valore di 55.000 euro. Quindi gli abbiamo dato in comodato d’uso gratuito l’immobile e li abbiamo obbligati, tra virgolette passatemi la parola, a ristrutturare a proprie spese un immobile di proprietà comunale avrebbe speso oltre il doppio della cifra che ha speso. Perché conosciamo tutti la procedura sia in termini di tempi che ovviamente di carattere di carattere di costi di un’opera pubblica che un’opera che sostiene un privato. Se quella ristrutturazione, quel progetto l’avesse fatta il Consiglio comunale avremmo speso di tasca nostra oltre 100.000 euro per fare un’opera di ristrutturazione del valore di 55.000 euro.”   Fine della citazione

Ecco quello che ho capito: i lavori pubblici tramite appalto costano il doppio rispetto a quelli gestiti direttamente da un privato. Sarà un mio pallino, ma credo invece che il pubblico debba funzionare meglio del privato. Il sindaco Bettollini poteva assumere come consulenti quelli della Fondazione per l’attuazione del progetto dello stadio/palazzetto. Se fosse costato la metà oggi pagheremmo un rateo annuo di 100.000 euro invece di 200.000.

Ma se quelli della fondazione sono così bravi perché hanno fatto un  buco da 140.000 euro nel solo anno 2014.

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4 risposte a Le opere pubbliche costano davvero il doppio?

  1. PMicciche scrive:

    Noto che ormai si sono prodotti una certa assuefazione e anche un prolungato effetto anestetico. Affermare pubblicamente che le opere gestite dal Pubblico costano mediamente il doppio, dovrebbe far saltare chiunque sulla sedia e provocare una potente indignazione. Invece non è così. Ultimo grado di una rassegnazione ormai profonda? L’apoteosi del leopardiano “godere per assenza di dolore?” Forse.
    In questi giorni si parla anche di come questa Amministrazione, avendo in parte sconfessato alcune iniziative di quelle precedenti, si guadagni per questo punti di merito. Insomma sembra una versione storpiata del detto: “ogni meno peggio è…meno peggio”.
    Come se io minacciassi qualcuno di prenderlo a randellate e poi dopo mesi di minacce, affermassi che alla prima occasione gli offrirò un gelato, avendo come conseguenza il plauso e la simpatia di tutti.
    Antonio Salieri, su libretto di Caterino Mazzolà, scrisse un dramma giocoso dal titolo “Il mondo alla rovescia”. Perché non eseguirlo al prossimo Festival Orizzonti?

  2. romano romanini scrive:

    Che i costi del pubblico siano sempre stati maggiori rispetto a quelli del privato non lo si scopre oggi. I motivi sono molti, qualche volta oscuri ma, tuttavia, sempre ingiustificati.
    Il fatto che oggi il Sindaco non abbia alcuna reticenza a dichiararlo in una seduta ufficiale del Consiglio Comunale induce a sottolineare l’incapacità amministrativa di chi non ha strumenti, prima di tutto culturali, per impedire l’inefficienza della macchina pubblica oltre a non avere contezza della gravità delle affermazioni che fa.
    Un’altra considerazione è quella che, da come si è espresso il Sindaco, i 55.000€ spesi dalla Fondazione siano soldi privati. Là dove dice: “(…) li abbiamo obbligati, tra virgolette passatemi la parola, a ristrutturare a proprie spese un immobile di proprietà comunale (…)” sembra proprio che i soldi utilizzati non siano stati soldi pubblici, con il che se ne dovrebbe dedurre che il comune ha risparmiato il 100% della spesa. Ciò corrisponde al vero? Siccome sò che risposte non ne arrivano mai (vedi la questione della Casa della Salute) ho dato uno sguardo al bilancio 2013 della Fondazione da cui risulta che i fondi a disposizione fossero per la stragrande maggioranza fondi pubblici. Ergo la Fondazione sarà anche stata obbligata ad eseguirli ma ha utilizzato soldi pubblici. Il che è lecito e probabilmente era anche necessario (visto lo stato di conservazione) ma nessuno pensi che i soldi fossero privati.

  3. pscattoni scrive:

    Tacerò volentieri. Qualcuno però mi dica se i lavori previsti per il campo sportivo, qualora eseguiti tramite appalto, sarebbero costati 800.000 euro. Le affermazioni del sindaco debbono essere chiarite perché così come appaiono, giustificano una pratica assai inquietante. La punta di sarcasmo non può esimere l’autore della dichiarazione da una spiegazione.

  4. luciano fiorani scrive:

    Si, la trascrizione è corretta.
    Però nelle considerazioni finali mi sembra di cogliere una, seppur velata, punta di sarcasmo.
    Eppure nello stesso Consiglio sono stati approvati lavori nel campo sportivo per 400.000 euro demandati ai privati (paghiamo sempre noi ma i lavori li farà la Polisportiva) che, secondo la ferrea logica del sindaco, altro non significano che 400.000 euro risparmiati dalle casse comunali.
    E tirare in ballo i debiti della Fondazione lo trovo di cattivo gusto. Perché, si sa, la cultura costa. Chi vuole lasciare il paese nell’ignoranza lo dica chiaramente o si taccia.

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