Le domande, le false risposte e quelle che proprio non ci sono

domandadi Paolo Scattoni

C’è un’atmosfera di propaganda continua nel nostro comune. Si buttano là proposte per far vedere che si fa, ma i fatti sono poi diversi dalle premesse o non ci sono proprio. È una propaganda che rifugge dal confronto sui dati di fatto. La responsabilità prima è di coloro che questa atmosfera hanno voluto, ma anche, senza offesa, quella di chi dovrebbe  criticare nel merito e poi non prosegue con un rigoroso lavoro di verifica e di memoria.

L’esempio più recente è quello del Palazzetto. Il movimento 5s ha introdotto un tema a mio avviso molto serio. I costi eccederanno il mutuo a disposizione. L’impianto non potrà essere utilizzato per i concerti, il riscaldamento di quei volumi determinerà costi per circa (la fisica tecnica non è una scienza esattissima ma fornisce buone approssimazioni) 50.000 euro annui. Dichiarano di aver tratto questi dati da una lettura del progetto. Onore al merito! Ora ci sarà spazio per le verifiche che però non debbono tardare, da qui la necessità di rispondere attraverso altre analisi e studi. Sbaglia a mio avviso la brava stampa a tergiversare e a motivare: “vogliamo sprecare quanto già fatto?” Ma che risposta è? Se le osservazioni dei 5s si riveleranno corrette quella struttura sarà quasi completamente inutilizzabile, ammesso che di una nuova struttura ci fosse bisogno, visto che un palazzetto già c’è accompagnato in caso di bisogno da ben tre palestre scolastiche. L’argomentazione estetica è poi molto discutibile. Si spende un altro milione e mezzo di euro per mettere un velo (è proprio il caso di dirlo) su un errore che mai è stato pagato politicamente grazie a questa operazione di rilancio (stadio, palazzetto).

Un’altra operazione di rilancio per coprire un errore è quella del marciapiede rialzato della stazione che va a coprire la balzana idea della stazione in linea annunciata baldanzosamente con una manifestazione interregionale. Di fatto anche questa è operazione a copertura. C’è qualcuno che può rassicurare sulla possibilità di ulteriori erosioni dei treni che per Roma attualmente passano per la direttissima? Si o no, tertium non datur.

C’è poi la domanda irrisolta di una centro merci che è un pezzo di strada. Punto. Allo stesso tempo però dichiarato realizzato, con prezzi di esproprio dieci volte superiori a quelli indicati dall’agenzia del territorio, frutto di un arbitrato che il Comune ha accettato senza fiatare.

Si potrebbe continuare con molti altri esempi. Purtroppo sono troppi per poterli enumerare tutti. Si potrebbe citare la modalità di concessione degli spazi comunali alle associazione senza comparazione di efficacia. La cancellazione di ottimi spazi per laboratori trasformati in una sala convegni attrezzata di tutto punto con poltroncine fisse, che sino ad ora non ha certo brillato per fervore di attività. Le modalità di concessione del teatro lasciato all’arbitrio della fondazione Orizzonti e così via cantando. Ci sarebbe bisogno di una memoria precisa di ciò che avviene intorno a tutti questi e molti altri temi. Ci ritorneremo. Noi nel nostro piccolo….

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12 risposte a Le domande, le false risposte e quelle che proprio non ci sono

  1. orsini scrive:

    Mi trovo in accordo con Roberto, è ora che entri in scena la magistratura o la corte dei conti e qualcuno di questi signori paghi per i soldi che ha bruciato. Qui i ludopatici scommettono, sfidano, giocano, ma sempre con i soldi della comunità. Se vogliono emozioni forti che vadano a fare gli imprenditori con i loro mezzi e non gli amministratori che dovrebbero agire con cautela e onestà !

  2. PMicciche scrive:

    Luca, c’è una legge a cui non si sfugge: applicare le regole del gioco del proprio tempo; possono non piacere ma per partecipare alla partita bisogna seguirle. Con Berlusconi il marketing politico entrò in un paese che aveva subito la rivoluzione copernicana nella comunicazione di massa, sempre più orizzontale e segmentata, oltre che ipertrofizzata. Gli stessi 5Stelle hanno sfruttato un’identificazione forte, poche e incisive parole chiave veicolate da una comunicazione capillare sui Social Media. A Chiusi, quando la Primavera perse le elezioni si scelse di non puntare su un’identificazione forte del soggetto ma sul pragmatismo del buon senso che aggregasse soggetti anche di diversa estrazione politica per cercare di condizionare al meglio la Maggioranza. Fu un strategia perdente perché incapace di attecchire sia sul potenziale elettore del futuro, che sull’attivista che non sapeva mai che direzione si sarebbe presa, con l’impressione di buttar via tempo ed energie raccogliendo al massimo solo qualche osso da ripulire. Credo che il futuro sia destinato ad una grande riscossa della Sinistra (quella vera) che dovrà occuparsi di una crescente massa di potenziali indigenti, dal futuro assai incerto. Ci vogliono slogan netti, azione aggressiva e poche zone grigie (vedi tutti quegli inutili Comitati anonimi); sta poi alla coscienza politica dei proponenti riempire di sostanza questi slogan e non farli essere solo mera facciata. Il discorso però sarebbe lungo e articolato..

  3. roberto donatelli scrive:

    …….visto il clima che esiste a Chiusi credo che una proposta potrebbe essere quella di agire per vie legali, esposti etc. So come (non) funziona la legge in Italia, ma è pur sempre un muovere le acque che al momento sono stagnanti e puzzano.
    Una cosa è certa, coloro che sono al ‘comando’ saranno tutto fuorchè stupidi, però fanno cose che avviliscono sempre di più Chiusi. Come sapete ci sono alcuni stranieri che hanno appartamenti a Chiusi, beh anche loro hanno notato il continuo stato di degrado a Chiusi cominciato circa 4-5 anni fa.

  4. Luca Scaramelli scrive:

    Da anni frequento, a settembre, il festival della filosofia che si svolge in tre giorni a Modena, Carpi e Sassuolo. Ogni anno rimango affascinato dalle analisi degli illustri relatori sui vari argomenti, ma ogni anno commento sempre con mia moglie, che frequenta il festival insieme a me, che i filosofi sono bravissimi a sviscerare la realtà quello che manca a tutti è il saper proporre le soluzioni ai problemi che emergono. Fanno, giustamente, il loro lavoro di filosofi e non hanno nessun dovere di proporre “ricette”.
    Tutto questo preambolo per dire che cosa?, che siamo tutti più o meno bravi ad arrivare fino ad un certo punto, poi ci fermiamo. Per esempio condivido in pieno l’analisi di Paolo Miccichè sulla mancanza di strumenti, credo che proprio lì sia il fulcro della gran parte dei problemi, la domanda però è come fare il passo successivo?
    Quale è la proposta per appropriarsi degli strumenti che mancano?

  5. pscattoni scrive:

    Beh intanto c’è un’altra notizia sconosciuta ai più: ci poteva essere un’opposizione politica che non c’è stata. Qualche dettaglio in più potrebbe essere illuminante. Non è soltanto per curiosità storica, ma per meglio inquadrare quello che emerge sempre più come un caso di scuola.
    Senza doverci attardare a disquisire sulla riparazione della caldaia 🙂 un possibile percorso potrebbe essere il seguente: (1) Rendere il progetto facilmente leggibile. (2) Sottoporre il progetto a uno o più esperti per inquadrare i problemi posti dai 5stelle almeno su spese di gestione per il riscaldamento e acustica. (3) Promuovere un processo di confronto.
    Paolo (PMiccichè) come sai io sono un incrementalista sfegatato e sono convinto che l’approfondimento su questa questione ci aiuterà a renderci più preparati per affrontare le prossime.

  6. PMicciche scrive:

    Io, nel mio piccolo, sono anni che cerco di porre l’attenzione su ciò che ritengo il fulcro del problema. Spesso ci si ritrova a discutere come cambiare la caldaia (per usare l’esempio Romanini) tra un gruppo di ormai esperti “casalinghi” che argomentano sulla tempistica, sulla tecnica da usare, sugli strumenti; poi arriva un apprendista idraulico alle prime armi e fa un disastro. Lui ha gli strumenti e può quindi “fare”; gli altri, forse saprebbero fare, ma possono solo parlare, non avendo gli strumenti per agire. Se non si trova lo strumento, il resto sono chiacchiere – magari ben infiocchettate – ma sempre aria fritta, visto che nessuno ascolta. Per passare il tempo in attesa della morte vanno più che bene, per fare politica e incidere sulla realtà: NO.
    Interessante l’articolo e i commenti ma ho già ricordato ultimamente che, per esempio SEL a quel tempo, avrebbe avuto la possibilità “politica” di mettere in stand-by il percorso del nuovo Stadio. Non lo fece apposta, in modo deliberato e “criminale”. (E so quello che dico perchè ero presente così come anche Fiorani)
    Se non si trovano gli strumenti, le analisi – anche le più pertinenti – alla fine stancheranno tutti. Non esistono più destra e sinistra, non esistono più i partiti? Beh, facciamo come con i files: rinominiamoli e utilizziamo gli strumenti adatti all’agire politico.

  7. pscattoni scrive:

    Io, però, cerco di essere ottimista. Voglio pensare che siano gli ultimi cascami di un mondo che ormai non c’è più. Pericolosi, ma ultimi. Bisogna vedere come ne usciamo. Le transizioni possono essere dolorose. Personalmente credo che si possa fare molto senza dover andare a compromesso, che allungherebbe soltanto l’agonia. La trasparenza assoluta è secondo me il mezzo.
    In questa vicenda del palazzetto si possono analizzare molti aspetti Qui ne cito uno, quella della disponibilità dell’informazione. È stato dato un link agli elaborati del progetto, che sono zippati. Ma non è la solita operazione che già per quelli come me non è semplice. Non solo, ma contenendo firme digitali scaricare richiede ulteriori operazioni. Ora io non sono un utente del web particolarmente sveglio. Diciamo che sono nella media. Allora quanti sono in grado di scaricare quei materiali?
    Ecco la prossima volta che i politici ci raccontano che sono per la trasparenza andiamo a vedere come.

  8. luciano fiorani scrive:

    Quella Chiusi soporifera e conformista che provavamo a risvegliare era oro rispetto a quella di oggi, astiosa e incarognita.

  9. pscattoni scrive:

    Anche questo post non era male:
    http://www.chiusinews.it/?p=10330

  10. pscattoni scrive:

    Sono andato a ricercare quello che si diceva 5 anni fa su chiusinews.it. Riporto un mio post che cercava di stringere sulle domande. Interessante anche il dibattito:
    http://www.chiusinews.it/?p=10699

  11. Romano Romanini scrive:

    Sul palazzetto senz’altro ci saranno ulteriori occasioni per verificare, dati e documenti alla mano, come stanno le cose. Poi ognuno ne trarrà le conclusioni che vuole. Per quanto mi riguarda il tema vero è quello di porre in discussione il fatto che a proporre la soluzione sia chi ha generato il problema approvando e condividendo sempre e in tutto le scelte che in dieci anni ci hanno portato a questa situazione paradossale. Tanto per fare un esempio molto semplice mi domando chi, a casa propria, per sostituire la caldaia rotta sarebbe disposto a chiamare ancora l’idraulico (con tutto il mio rispetto e simpatia alla categoria) che ha sbagliato a installarla? Ma tant’è. Qui si continua a parlare senza mai entrare davvero nel merito delle questioni. Ricordo perfettamente oltre 10 anni fa il dibattito sulla costruzione del nuovo stadio voluta da Ceccobao. Anche allora alle contestazioni sulla scelleratezza della decisione, si replicava con slogan miracolistici e visionari. Anche allora la fecero da padrone parole come “scommessa da vincere” “sfida da raccogliere”, “agganciare le opportunità di sviluppo per portare Chiusi nel futuro”. E mai, dico mai fu prodotto uno straccio di studio di fattibilità sui costi e i ricavi che un’opera del genere avrebbe comportato. Poi come è finita è sotto gli occhi di tutti. Oggi va in scena la replica.

  12. luciano fiorani scrive:

    Marco Travaglio è stato il primo a parlare di “scomparsa dei fatti” per spiegare il chiacchiericcio sul nulla. Senza cioè i fatti che dovrebbero essere la base solida di ogni ragionamento.
    A Chiusi, ovviamente, non si fa eccezione.
    Ieri sera in un’ora di streaming il sindaco non ha trovato il modo di dare una risposta su quanto i 5Stelle hanno evidenziato:
    -Costo complessivo dell’operazione
    -Costo di gestione previsto per il nuovo Palazzetto
    -Funzionalità (acustica e riscaldamento)
    L’unica cosa che ha sottolineato, con dovizia di particolari, riguarda dettagli insignificanti (com’è fatto il tendone, il legno lamellare austriaco) che vanno a far compagnia ad altre perle: le mattonelle in klinker per i marciapiedi, il cane limiere per dar dietro ai cinghiali o i marciapiedi della stazione propedeutici all’alta velocità.
    Su quest’ultimo punto ri-sottolineo quanto detto nell’articolo: occhio a non farci scippare la direttissima! Se riusciamo ad avere un paio di coppie di treni veloci tanto meglio ma per Chiusi la linea del Piave è l’uso della direttissima per i regionali e i pochi IC rimasti.

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