di Paolo Scattoni
La vicenda del recupero dei vecchi macelli a Porta Lvinia, si perde quasi nella notte dei tempi. Già alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, c’era almeno un‘impresa, specializzata in interventi sul patrimonio edilizio esistente, che sembrava interessata. Veniamo alla storia recente (si fa per dire). Nel dicembre 2005 il Consiglio Comunale deliberava (del n. 96) di indire un’asta pubblica per l’alienazione dell’edifico. Ci fu un primo bando (gennaio 2006) che però non andò a buon fine. Siamo dunque a novembre dello stesso anno con il secondo bando, che questa volta andrà a buon fine. In quel bando era previsto che l’aggiudicatario si impegnava alla presentazione di un piano di recupero a non oltre sei mesi dalla stipula del contratto. Passerà, però, qualche anno per la sottoscrizione del contratto. Perché? Un mistero.
Comunque il piano arriverà (2009) prima del contratto (2010). Sebbene a distanza di anni tutto sembrava appianato. Invece no, perché la èproprietà (nel frattempo parzialmene mutata) non fa assolutamente niente. Il consigliere della Primavera Cioncoloni presenta due interrogazioni nel 2011 e nel 2013. Il sindaco di allora promette un approfondimento, ma ad oggi ancora niente. Pare che i consiglieri di minoranza siano determinati a presentare interrogazioni.
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