Makers per l’archeologia: arriva un’ applicazione promettente

IMG_20160415_180601_1di Paolo Scattoni

Al link http://arduinoipogeo.blogspot. si apre un blog intitolato Arduino ipogeo e gestito da Alessandro Fedi in collaborazione con suo figlio Leonardo. Si tratta di una “ricaduta” dell’attività dell’inizia Laboratorio Ambiente del quale spesso si è trattato in questo blog e nella stanza riservata a quell’iniziativa ospitata sul sito regionale di Open Toscana.

Su chiusiblog avevamo accennato a una possibile collaborazione dei maker di Laboratorio Ambiente con il Gruppo Archeologico di Chiusi. Il 12 febbraio si era parlato di un progetto di endoscopio per gli archeologi. Quel progetto sta procedendo e i risultati intermedi di quel progetto verranno presentati al Terni Young Maker Festival che si terrà nella città umbra il 7 maggio.

In quell’incontro si parlò anche di una centralina a basso costo per il monitoraggio continuo di parametri come umidità e temperatura per luoghi come i cunicoli. Per questa specifica applicazione l’Opera Laicale della Cattedrale ha espresso interesse e proprio in questi giorni Alessandro Fedi ha presentato i risultati documentati nel suo blog. Chi ha conoscenze di elettronica e informatica lo può consultare tranquillamente. Per gli altri provo a spiegare cosa ho capito. La centralina messa a punto da Alessandro  rileva i due parametri ad intervalli di tempo scelti (per esempio 5 secondi). Questi dati con le indicazioni di data e orario vengono memorizzati su una scheda che a tempi regolari (p.e. una volta alla settimana) possono essere trasferiti su computer. Succesivamente i dati raccolti potranno con grande facilità trasferiti su un foglio excel ed elaborati alla bisogno (capire se ci sono picchi preoccupanti, il cambiamento durante le visite, elaborazioni per la ricerca, etc.). Il lavoro di Alessandro dovrà essere ora messo alla prova in loco e se le prove avranno successo la centralina o le centraline verranno poi posizionate definitivamente.

Qualcuno potrebbe chiedere: ma non è un’attrezzatura simile a quella della Tomba della Scimmia. Si certo, ma questa anche se forse meno precisa di quella è a basso costo (Alessandro ha speso una cinquantina di euro per il materiale utilizzato), rappresenta una spesa che può essere affrontata tranquillamente. Si prevede un margine di errore dell’1%. Il suo scopo è quello che se rivelerà problemi si potrà provvedere a verificare con le attrezzature “professionali”. Insomma fra un errore del 100% com’è un ambiente per nulla monitorato e l’1% c’è sicuramente una bella differenza. Se  deve monitorare la Primavera del Botticelli agli Uffizi la strumentazione non è neppure lontanamente paragonabile. Ma qui si parte da zero e allora anche un’applicazione da dilettanti è un passo enorme.

Quello che più mi entusiasma di questi esperimenti è la collaborazione utile fra diversi ambienti che prima non comunicavano fra loro.

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