Pendolari, mazzata definitiva?

di Paolo Scattoni

La voce l’ho raccolta sabato mattina al corso CISCO all’istituto Marconi: l’intercity per Roma delle 7.10 e il suo corrispondente da Roma delle 18.15 non appaiono più nel nuovo orario delle FS in vigore dal 16 dicembre.

Un errore? Si spera anche se improbabile. Questa volta non si tratterebbe più della solita erosione progressiva, per la quale è già in corso una protesta (p.e. l’IC da Roma delle 15.36), ma della definitiva mazzata ai pendolari per Roma. Tanto per capirsi si tratta di due treni, soprattutto quello della mattina, che fra Chiusi e Orvieto raccolgono alcune centinaia di pendolari e nel periodo estivo molti turisti.

Il treno arriva a Roma praticamente pieno. A Orvieto ci si preoccupa di trovare posto perché ci si rischia di fare il tragitto in piedi. Diciamo che è sicuramente un treno non in perdita. L’alternativa è quella di doversi svegliare più di 40 minuti prima per un regionale “veloce”. Il successivo delle 8.40 non permetterebbe a chi deve timbrare il cartellino di arrivare in tempo.

A lunga scadenza l’effetto sarà quello del progressivo abbandono delle nostre zone. Sabato al Marconi la notizia ha messo in agitazione anche il docente del corso CISCO, professore di scuola media superiore a Roma. La prima reazione è stata di amarezza: “ora mi debbo attrezzare, lasciare la mia casa a Sal Litardo e spostarmi a Roma“. Il professore in questione sta offrendo un corso gratuito alla comunità locale. Provate a moltiplicare per alcune centinaia di persone e potete calcolare gli effetti.

Inseme a molti altri, anche in questo blog è stato spesso sollevato il problema. Senza successo. Negli ultimi anni mai si è voluto dibattere la questione nel consiglio comunale di Chiusi; non dico una seduta straordinaria monotematica, ma neanche una mozione oppure una modesta interpellanza o interrogazione. Si preferito lanciare ipotesi incredibili come le fermate degli Italo di NTV e per ultimo la grande bufala della stazione Medioetruria, che se pure dovesse arrivare, sarebbe una realtà fra diversi anni.

Tante luci che si accendono e si spengono come in un permanente albero di Natale, mentre la realtà è un continuo declino.

Inarrestabile.

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9 risposte a Pendolari, mazzata definitiva?

  1. carlo sacco scrive:

    Purtroppo lo dissi qualche mese fa ma vedo che debbo ripetermi.Le cose cambieranno quando la gente non arriverà più al 15 del mese e si ribellerà.Da tale ribellione che spesso molti bollano come distruttiva,forse verrà fuori la forza che potrà cambiare le cose.L’apatia, l’abulia,la perdita di fiducia nelle istituzioni fa solo il giuoco delle istituzioni stesse che ormai sono costrette ad accettare una forza più grande di loro e che le sovrasta : il declino del sistema economico che hanno prodotto e che hanno accettato di amministra- re ricavandone vantaggi.Dentro a tale declino c’è anche questa Europa tanto sbandierata e che si ritiene che ci difenda,ma ci sono anche tutti i dinieghi a rimettersi in un percorso giusto dei partiti che si sono dati battaglia in questi anni lasciando che la situazione s’incancrenisse.Sono quelle le condizioni che hanno prodotto questo sfascio.Di partiti ce n’è bisogno ma non di questi, poichè l’uno è funzionale all’altro,e non è populismo il mio!

  2. luciano fiorani scrive:

    C’è molto di vero in quello che dice Paolo (Miccichè): dalla distanza della politica dai problemi quotidiani all’insensibilità di troppe persone verso le sorti del trasporto ferroviario.
    Quello che si fa fatica a comprendere è la smaccata ignavia, verso la perdita di collegamenti ferroviari dignitosi, a Chiusi.
    Chiusi scalo è cresciuta e si è sviluppata in funzione della ferrovia, e ora sta morendo con essa.
    Che la politica se ne freghi, di questi tempi può rientrare nella norma, ma che non se ne preoccupino categorie che vengono direttamente danneggiate è il colmo! Ma gli albergatori, i commercianti, i tassisti…non vedono che stanno subendo un danno?
    Pare invece che il problema sia solo dei pendolari (neanche più dei ferrovieri).
    Sul fare, invece, si potrebbe fare molto, però temo che anche i pochi cittadini attenti e consapevoli comincino a tirare i remi in barca perchè a perder tempo (e soldi) per cercare di sollevare questioni e cercare soluzioni, nell’indifferenza più totale, alla lunga non piace a nessuno.
    Io comunque non sono per dargliela vinta.

  3. pmicciche scrive:

    Il problema centrale nella Politica attuale è l’impossibilità dei cittadini di farsi sentire. Chi canalizza le esigneze che vengono dal basso? Nessuno strumento valido, al momento. Questo vulnus ha generato via via un senso di rassegnazione e con esso di apatia. Cosa può fare un cittadino? Unirsi a uno, ad altri due, tre, cento, mille, persino diecimila o centomila….e poi? Quale è la cinghia di trasmissione che traduce questa spinta in azione? Senza i Partiti, nè i Sindacati nè altre forme di organizzazione sociale, tutto si riduce a poca cosa e, soprattutto, non incide nella realtà delle cose e quindi demotiva chiunque dal perderci tempo.
    Qui non stiamo parlando solo di un problema Umbro-Toscano ma di una lucida pianificazione nazionale che usa denari pubblici per profitti privati o comunque “settoriali”. L’idea di Vivail Treno infatti andava al di là delle pur giuste recriminazioni territoriali per porre un problema di principio. Il mio timore è che in fondo, le sorti del Treno interessino relativamente poche persone e quindi non vi siano i margini per un’azione che incida realmente su questa realtà. Se qualcuno ha una soluzione più incisiva dell’incontro estemporaneo, la manifesti.

  4. Simone Nasorri scrive:

    Ogni anno si assiste a questo stillicidio di notizie negative, (non) diffuse in modo a mio avviso criminoso da Trenitalia.
    Fino a pochi giorni fa sembrava che tutto dovesse rimanere quasi invariato e oggi ci ritroviamo con un importantissimo IC in meno alla mattina e alla sera e un pesante aumento dei tempo medi di percorrenza dei regionali.
    Di fatto la nostra stazione (al pari di tutte le altre non considerate dall’alta velocità) risulta annullata come annullate o quasi sono le possibilità di usare il treno per gli spostamenti di qualsiasi genere (lavoro/studio/turismo).
    Per l’ennesima volta da anni ribadisco la mia opinione che occorre organizzare una protesta il più possibile diffusa, dimenticando i campanilismi, individuando una linea condivisa e costringendo i nostri politici e amministratori, a partire dai sindaci, a portarla, se necessario, in parlamento.
    La politica ha messo Moretti e i suoi a fare danni e la politica deve vincolarlo a rispettare il diritto alla mobilità che si esprime nella possibilità di spostarsi in tempi decenti a costi accessibili.
    Dobbiamo quindi quantificare questi limiti. Propongo di cominciare a riunirci (riprendere se necessario le ceneri del comitato o farne uno nuovo … no lo so) ma occorre farlo presto.

  5. luciano fiorani scrive:

    XMiccichè. Anch’io ho simulato un acquisto per mercoledì 18 e l’intercity incriminato (quello delle 7,10) non c’è più.
    Ho chiesto in stazione e non mi hanno saputo dire niente di preciso ma i “si dice” parlano della cancellazione.
    Se poi, come dicono dal comitato pendolari, verrà soppresso a giugno prossimo la questione non cambia.
    Resta il fatto che se uno deve andare a Roma nella settiamna successiva al 15, a tutt’oggi, non ha a disposizione quel treno e deve programmare il cavallo di Porsenna.

  6. pmicciche scrive:

    Ho provato a simulare un biglietto e l’IC delle 7.10 è presente fino a sabato 14 dicembre compreso. Domenica non c’è ma, soprattutto, non c’è da lunedì 16 al posto del quale o si prende l’inaffidabile Euronight oppure la tradotta delle 8.30 che ora arriva a Termini dopo 2 ore e 38 minuti. Ignoro francamente se Porsenna ci mettesse di più o di meno a cavallo ma proverò a documentarmi.

  7. pscattoni scrive:

    Ecco cosa risponde Monica Tommasi, del comitato pendolari Roma-Firenze a una mia richiesta “qualcuno sa qualcosa”:

    “No.
    Ho chiamato proprio stamani l’assessore Rometti dato che la scorsa settimana aveva rassicurato tutti con un comunicato e, oggi, a distanza di 8 giorni dal cambio orario non ci sono ancora tre treni. Il suo segretario personale mi ha risposto che “gli intercity non riguardano l’Umbria… Stanno cercando di aprire dei tavoli con trenitalia… Per ora dovrebbero essere mantenuti ma a giugno prossimo saranno tagliati…”
    Bisognerebbe registrare le telefonate e poi pubblicarle, perchè spesso a raccontare dell’inefficienza, dell’incapacità di governare di questi spudorati non si viene creduti.
    Se ce la facciamo scriviamo un comunicato.
    Comunque dovremmo fare un’assemblea prima di Natale perchè dovremmo riorganizzarci.
    La saluto
    Monica Tommasi”

    Allora se è una provocazione delle FS per testare il live,llo di risposta occorre rispondere con decisione.

  8. pmicciche scrive:

    In realtà, impostando il 20 dicembre su internet, non solo questi treni sono cancellati ma andare a Roma in treno diventa sempre più difficile. I viaggi si sono allungati ancora, in concorrenza con l’alternativa del viaggio in bicicletta. Già ai tempi di “Viva il Treno” si notava un evidente disinteresse da parte dei chiusini (ma anche da parte del territorio tutto). Si vede che alla maggioranza di cittadini e istituzioni va bene così.

  9. luciano fiorani scrive:

    Se saltassero davvero i due intercity di cui si parla nel pezzo i collegamenti da e per Roma subirebbero un decisivo colpo.
    Le valutazioni sul declassamento della stazione di Chiusi sono state fatte da tempo.
    E’ ora di reagire.
    Occorre che stavolta non solo i pendolari, ma le istituzioni, le forze economiche e sociali (e non solo di Chiusi ma di tutti quei comuni che fanno riferimento alla stazione di Chiusi) facciano sentire la propria voce e si attrezzino per un vero e proprio braccio di ferro con le ferrovie che, è sempre bene ricordarlo, sono sempre “nostre” e non del signor Moretti.

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