Un grande balzo per l’Istituto professionale Marconi.

di Fosco Taccini

Qualche anno fa Nicholas Negroponte del MIT (Massachusetts Institute of Technology) avvertiva: «il processo di migrazione dal mondo di atomi a un mondo di bit è irreversibile e irrefrenabile». Questo sta diventando sempre più una realtà per l’Istituto professionale Marconi di Chiusi.

Infatti, un’azienda ha ceduto, in comodato d’uso gratuito, un set completo di materiali tecnologici (router, switch, cavi, doppini di rete e una dettagliata presentazione in PowerPoint) per poter mettere in pratica quanto appreso a livello teorico durante il corso Cisco. Tra l’altro, tutto questo rende possibile un laboratorio sempre più dinamico, come palestra di esperienza concreta, al fine di assemblare nuova conoscenza da impiegare nel mercato del lavoro. 

Per tutti quelli che non si nutrono quotidianamente di pane e informatica, una breve descrizione della strumentazione:

Router (instradatore): possiamo definirlo come l’interprete universale, che riesce a mettere in collegamento le reti locali con la Grande Rete, a smistare i dati e a spedirli nel posto giuso. Il router instrada email, immagini, filmati e pagine web.

Switch (commutatore): è un dispositivo che si occupa dell’indirizzamento all’interno delle reti locali mediante indirizzi MAC (Media Access Control address). Riceve i dati trasmessi da un computer collegato alla sua porta e li ritrasmette solo attraverso la porta che consente di raggiungere il destinatario ufficiale. Il numero totale di dispositivi collegabili a uno switch dipende dal numero di porte presenti nell’apparecchio.

Doppino: un cavo di rame su cui viaggiano tutte le informazioni che scambiamo con Internet. 

In fine, è utile segnalare che l’accordo ha durata annuale, e sono molteplici le ricadute positive che scaturiscono dalla realizzazione di un simile progetto. Quindi, ponendo lo sguardo verso il futuro, è auspicabile il rinnovo alla scadenza per arrivare a costituire una vera e propria Cisco Academy.

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4 risposte a Un grande balzo per l’Istituto professionale Marconi.

  1. fosco taccini scrive:

    Sì, uno freno alla diffusione di queste stampanti è il rapporto qualità/prezzo.
    Inoltre, dovrebbero essere semplici da usare, del tipo: collega l’alimentatore e inizia a sfornare i tuoi oggetti/idee. 🙂
    Una piccola e leggera stampante 3D: Ultimaker. È un modello low cost, tra i più gettonati nelle community dei maker. La cosa più accattivante? La semplicità: premi un pulsante e via con la stampa.

  2. Carlo Giulietti scrive:

    Ovviamente se il corso CISCO dovesse andare avanti in forma stabile, ne potrebbero avere vantaggi gli studenti di tutti gli indirizzi, in particolar modo, oltre a quelli del professionale che attualmente hanno fatto da “apripista” sarebbe indicato per gli iscritti ad Elettrotecnica e ad Energia, dell’ex ITI ma anche per gli altri.
    E che dire di tutti coloro che potrebbero frequentare i corsi per formarsi una competenza importante per l’attività lavorativa e non solo, senza affrontare lunghe trasferte verso le città

  3. Io ho del materiale inutilizzato. Se la scuola è interessata qualcuno può venire a visionarli in farmacia

  4. pscattoni scrive:

    E’ davvero un bel passo. L’acquisto di quelle attrezzature avrebbe compartato un esborso che al momento la scuola non si sarebbe potata permettere. L’impresa ha fatto cosa davvero meritoria concedendo in comodato materiali attualmente non utilizzati. la scuola vi può investire organizzando corsi CISCO non solo per i propri studenti ma anche per esterni facendo pagare il servizio e così acquisire risorse. Attualmente i quattro moduli del corso completo possono valere anche un’iscrizione di 1500 euro.
    Per Fosco (Taccini). Ormai siamo al viaggio di ritorno e cioè dai bit agli atomi come afferma Chris Anderson. Ma per le stampante a tre dimensioni i prezzi possono essere sicuramente più accessibili 🙂

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